Come la pandemia e l’isolamento domestico hanno cambiato le abitudini sessuali italiane - QdS

Come la pandemia e l’isolamento domestico hanno cambiato le abitudini sessuali italiane

redazione

Come la pandemia e l’isolamento domestico hanno cambiato le abitudini sessuali italiane

mercoledì 24 Giugno 2020

La campagna di sensibilizzazione “Safe is the new normal” prende le mosse proprio dalle novità derivanti dalla pandemia

in collaborazione con ITALPRESS

MILANO – Come sono cambiate le abitudini sessuali degli italiani durante il lockdown? Nasce da questa domanda la nuova campagna educational di Durex, “Safe is the new normal”. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con Anlaids, la prima associazione italiana nata nel 1985 per fermare la diffusione del virus Hiv e dell’Aids, permetterà la creazione di una task force di esperti in ambito medico-scientifico che avranno il compito di trasmettere un messaggio di rottura rispetto alla normalità in fatto di abitudini sessuali tipiche del periodo precedente al lockdown, sensibilizzando la popolazione sul ruolo cruciale che gioca la prevenzione anche in questa sfera.

Durante il recente periodo di isolamento domestico ogni italiano ha vissuto un inatteso processo di trasposizione da una precedente dimensione di libertà e di interconnessione a una nuova realtà, governata dal distanziamento sociale. L’aspetto maggiormente colpito, in uno scenario di questo tipo, è stato senza dubbio quello della sessualità. Migliaia di coppie si sono infatti ritrovate da un giorno all’altro rinchiuse in convivenze forzate o a vivere inaspettati momenti di lontananza dal partner. Discorso ugualmente valido per i single, che hanno invece visto interrompersi improvvisamente le opportunità di frequentazioni occasionali e di ricerca di partner.

In questo contesto, e mossa dalla convinzione circa l’importanza di continuare a parlare di questi temi con campagne di comunicazione mirate, Durex ha realizzato una ricerca, che ha coinvolto in Italia cinquecento persone comprese tra i 16 e i 55 anni, con l’obiettivo di misurare il reale impatto che l’esperienza della quarantena forzata ha determinato sulle abitudini sessuali delle persone.

“Tutte le grandi epidemie – ha spiegato Massimo Galli, direttore della terza divisione di Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano – hanno lasciato profonde tracce nella cultura e nei comportamenti umani. È quindi atteso che anche Covid lasci segni profondi. In un’epidemia come questa, l’altro è stato percepito, se sconosciuto, come pericolo”.

Gli italiani in quarantena hanno fatto meno sesso: è questo il primo, importante dato emerso dalla ricerca presentata da Durex. L’83% degli intervistati, infatti, ha confessato un generale calo del desiderio e della pratica sessuale durante il periodo di lockdown, con solo il 23% che ha invece sostenuto di aver mantenuto un livello di attività sessuale quasi uguale al periodo pre-quarantena. Tra le principali motivazioni espresse a giustificazione di questo importante decremento sono emerse: ansia, paura del contagio, presenza di bambini in casa, interruzione dei movimenti e obbligo di distanziamento sociale.

La pandemia che ha colpito il nostro Paese ci ha costretto per motivi di sicurezza all’isolamento sociale. Questa condizione ha generato degli effetti psico – sessuali a breve e a lungo termine. Aumentatati i sentimenti di ansia, ossessività, compulsività per il contagio e effetti simil depressivi; si sono drasticamente ridotte le pratiche sessuali, compreso il petting, con i partner occasionali ma anche con il partner stabile.

“In questo momento storico così particolare – ha spiegato Sonia De Balzo, sessuologa specialista in psicologia clinica e dello sviluppo dell’Ospedale Cotugno di Napoli – diventa di primaria importanza sollecitare l’opinione pubblica ad adottare un approccio consapevole su quanto ci accade intorno, al fine di promuovere un’opera di sensibilizzazione riguardo alla prevenzione del contagio del virus Covid-19 e, ancor di più, del virus dell’Hiv e delle altre malattie a trasmissione sessuale”.

In riferimento ai single, nonostante in termini assoluti si tratti di quella maggiormente colpita dagli effetti del lockdown nella sfera sessuale, è comunque importante fare una distinzione tra i single che non hanno alcuna frequentazione e quelli che, invece, hanno un rapporto saltuario che non può però essere definito come relazione. Infatti, mentre per i primi vi è stato un drastico crollo dell’attività sessuale, addirittura per il 98% degli intervistati, i secondi hanno lamentato qualche difficoltà in meno, con un calo dell’attività sessuale che ha toccato il 93%.

Un’altra categoria che ha subito un importante impatto nella sfera sessuale in questo periodo così delicato è quella dei partner non conviventi. Secondo quanto emerso dalla ricerca Durex, infatti, ben il 95% degli intervistati ha dovuto rinunciare all’attività sessuale nel periodo della quarantena.

Inoltre, il periodo di quarantena forzata ha avuto, sulle coppie conviventi, un forte impatto sui livelli di soddisfazione sessuale. Nello specifico, dalla ricerca è emerso che la percentuale di soddisfatti della propria attività sessuale è diminuita dal 73% al 58%, mentre gli insoddisfatti sono aumentati dal 17% al 22%, con un restante 10% che è andato ad incrementare il gruppo dei neutrali, passato dal 10% al 20%.

In generale, più della metà degli intervistati ha dichiarato che l’isolamento da Covid-19 non ha cambiato le abitudini e le attenzioni legate alla propria igiene sessuale e che prima del Covid-19 solo un italiano due era solito utilizzare il preservativo come contraccettivo. Evidenze che sottolineano l’importanza della campagna “Safe is the new normal” promossa da Durex e l’intervento della task force per promuovere un comportamento più responsabile attraverso un percorso educational e di sensibilizzazione volto alla tutela di sé stessi e del proprio partner.

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