In occasione del tredicesimo anniversario del tragico sbarco avvenuto il 10 agosto 2013, la Comunità di Sant’Egidio anche quest’anno propone la commemorazione di quell’evento caratterizzato dalla morte di sei giovani egiziani ma anche dall’accoglienza della città di Catania per soccorrere i naufraghi. Simbolo dell’evento? L’abbraccio tra giovani di due sponde diverse dello stesso mare: il Mediterraneo.
La commemorazione del tragico sbarco del 10 agosto 2013
Era il 10 agosto 2013, la notte di San Lorenzo di 12 anni fa. Sulla spiaggia del lungomare della Playa di Catania vengono trovati i corpi senza vita di sei giovani migranti egiziani, vittime di una delle innumerevoli tragedie durante la pericolosa traversata del Mediterraneo. Quei ragazzi, che probabilmente sognavano un futuro migliore dopo un viaggio difficile, sono morti annegati nel tentativo di raggiungere la riva dopo essersi gettati in mare per abbandonare il peschereccio che li ospitava assieme a donne, uomini e bambini diretti verso la Sicilia.
L’evento della Comunità di Sant’Egidio
La Comunità di Sant’Egidio organizzerà anche quest’anno una serie di eventi per ricordare quel tragico sbarco. “Fare memoria significa anche strappare alla dimenticanza le troppe morti, le speranze, il bisogno di pace che continua ad attraversare il mare ma anche le tante terre segnate dalla guerra e dalla violenza”, si legge nel comunicato che annuncia il programma della commemorazione.
Sarà Ylenia Fichera, dei Giovani per la Pace, a introdurre la commemorazione nella quale interverranno Emiliano Abramo della Comunità di Sant’Egidio e Dario Monteforte, primo soccorritore dei naufraghi del 10 agosto. “Per le vittime del 10 agosto 2013, per tutte le vittime di questo tempo vogliamo ritrovarci domenica 10 agosto alle ore 18.30 di fronte alla stele commemorativa posta in Viale Kennedy 33″, spiega in una nota la Comunità di Sant’Egidio.
Il dibattito
Seguirà l’11 agosto un altro evento commemorativo, con la presentazione del docufilm “Il primo sbarco” – promosso dalla Comunità di Sant’Egidio e prodotto da Officina della Comunicazione -, che sarà preceduto da un dibattito moderato da Raffaella Tregua, direttrice di QdS.it. Interverranno:
- Dario Monteforte, primo soccorritore e testimone dello sbarco del 10 agosto 2013;
- Emiliano Abramo, Comunità di Sant’Egidio;
- Emmanuel Olugbade, Giovani per la Pace;
- Enzo Bianco, già Sindaco di Catania.
Tra i protagonisti dell’evento anche: il cardinale Matteo Zuppi, il procuratore Giovanni Salvi, l’imam Kheit Abdelhafid, amministratori e comuni cittadini che hanno trovato nel dialogo la forza di costruire una rete alla quale in tanti si sono aggrappati.
L’appuntamento per la presentazione del docufilm – ispirato dal lavoro di ricostruzione di Emiliano Abramo e diretto da Omar Pesenti -, aperto al pubblico, è all’Hotel Baia Verde di via Angelo Musco 8, Acicastello (CT) alle ore 19.
Il tragico sbarco del 10 agosto per ricordare cosa accade oggi
“Fare memoria significa anche strappare alla dimenticanza le troppe morti, le speranze, il bisogno di pace che continua ad attraversare il mare ma anche le tante terre segnate dalla guerra e dalla violenza”. Queste le parole della comunità di Sant’Egidio prima di ricordare i dati atroci delle morti in mare. Sono almeno 8.938 persone hanno perso la vita lungo le rotte migratorie nel 2024: il numero più alto mai registrato in un solo anno, secondo i nuovi dati dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM).
Il bilancio del 2024 conferma una tragica tendenza degli ultimi cinque anni, caratterizzati da un aumento annuale delle morti. Il numero di decessi registrati lo scorso anno supera il precedente record del 2023, quando furono documentate 8.747 morti tra i migranti.
“L’aumento delle morti in tante regioni del mondo dimostra la necessità di una risposta internazionale e olistica che possa prevenire ulteriori tragiche perdite di vite umane. Corridoi umanitari, maggiori vie legali di accesso nei Paesi ospitanti sono solo alcune delle misure da poter mettere in atto per rispondere a questi numeri che, dobbiamo sempre ricordare, nascondano volti e storie di donne e uomini”, si legge ancora nella nota della Comunità di Sant’Egidio.
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