Spaziani Testa: “Misura sociale, contrario ad aumento anche il sindacato degli inquilini Sunia”. Il ministro dell’Economia, Gualtieri, difende la scelta: “Era destinata a risalire al 15%”
ROMA – L’aumento dal 10% al 12,5% , previsto nella manovra, dell’aliquota della cedolare secca sugli affitti abitativi a canone calmierato, non è andato giù a Confedilizia che, attraverso le parole del suo presidente, Giorgio Spaziani Testa, ha fatto sapere che questa scelta va contro la tanto ‘sbandierata’ volontà del Governo di combattere l’evasione fiscale.
Con questo cambio di passo, sottolinea Spaziani Testa, “il Governo va infatti a rivedere una misura anti evasione fiscale per eccellenza. Una misura, in vigore da sei anni, di valenza sociale e che ha annientato l’evasione”.
“È nei documenti – ha spiegato ieri – che grazie alla cedolare secca al 10% si è registrato un crollo record di evasione fiscale”.
In un’intervista sul Sole24Ore il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha difeso strenuamente la scelta del Governo di aumentare le tasse sugli affitti a canoni calmierati,tra l’altro osteggiata anche dai sindacati degli inquilini.
“Anche questa misura va rivista con più attenzione – ha detto Gualtieri – . In realtà l’aliquota del 10% era temporanea ed era destinata a risalire al 15%. Con il nostro intervento, invece, la rendiamo strutturale al 12,5%. A ben vedere quindi si tratta di una riduzione e non di un aumento di tasse”.
Ma Confedilizia insiste e si dice “sconcertata” dalla scelta operata dal governo giallorosso: “Ci appelliamo alla maggioranza e al Governo affinché rinuncino al proposito di aumentare la tassazione sugli affitti abitativi a canone calmierato per famiglie e per studenti universitari. Sarebbe una scelta in totale contraddizione, da un lato, con la linea anti-evasione con la quale l’Esecutivo ha voluto caratterizzare la manovra per il 2020 e, dall’altro, con il sostegno alla locazione che il ministero delle infrastrutture si propone di fornire nell’ambito del nuovo piano casa”. “Peraltro, oltre a scoraggiare l’utilizzo di questa tipologia di affitto riservata ad inquilini meno abbienti, l’aumento rischia di provocare anche una richiesta generalizzata di ricalcolo al rialzo dei canoni da parte dei proprietari, consentita da una norma del decreto ministeriale che regola la materia”, avverte Spaziani Testa.
Il regime ‘cedolare secca’ prevede l’esenzione dal pagamento dell’imposta di registro, a fronte di un pagamento di un’imposta sostitutiva di Irpef e addizionali per il reddito derivante dall’affitto dell’immobile pari al 21% del canone di locazione annuo stabilito dalle parti, e del 10% nel caso di contratti a canone concordato. Si tratta di un regime facoltativo concesso alle persone fisiche titolari di reddito di proprietà o di diritto reale di godimento di un immobile dato in affitto.