Contrabbando sigarette, fenomeno in diminuzione. Palermo stabile - QdS

Contrabbando sigarette, fenomeno in calo ma aumentano i surrogati. A Palermo trend stabile

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Contrabbando sigarette, fenomeno in calo ma aumentano i surrogati. A Palermo trend stabile

Sonia Sabatino  |
martedì 16 Agosto 2022

Il trend è in diminuzione, ma la crisi energetica, l'inflazione e il conflitto russo-ucraino configurano scenari potenzialmente negativi per i prossimi anni

È un fenomeno criminale spesso sottovalutato dalla cronaca dei giornali, eppure colpisce tutta una serie di soggetti e di interessi collettivi, a partire dall’Erario e dalla salute dei consumatori. Parliamo del contrabbando di sigarette tradizionali che in Italia è in diminuzione del 38% rispetto al 2020, ma l’instabilità economica e geopolitica data da inflazione elevata, crisi energetica e conflitto russo-ucraino configurano scenari potenzialmente negativi per i prossimi anni.

A questo è necessario aggiungere la crescita esponenziale del mercato degli stick di tabacco riscaldato (+62%) e quello degli eLiquids (+33%), a cui corrisponde uno sviluppo del traffico illecito degli stessi, principalmente attraverso il canale di vendita online. I dati sono stati raccolti nell’annuale Report sul contrabbando in Italia, quest’anno intitolato “Il mercato illecito di sigarette e prodotti di nuova generazione in Italia. Come cambia tra crisi economica, fine pandemia e scenari di guerra”.

Lo studio è stato realizzato da Intellegit, la start-up sulla sicurezza dell’Università di Trento, con il contributo di BAT Italia ed è stato curato da Andrea Di Nicola (presidente e socio fondatore Intellegit, nonché professore di criminologia e direttore del Centro di Scienze della Sicurezza e della Criminalità) con la collaborazione della Guardia di Finanza.

Il contrabbando a Palermo

In linea con il resto d’Italia, anche nel capoluogo siciliano il fenomeno del contrabbando di sigarette risulta in diminuzione, così come confermano i dati raccolti durante le operazioni dalla Guardia di Finanza di Palermo. Nel 2019, infatti, sono stati sequestrati in città 8.957 Kg di TLE (Tabacchi lavorati esteri) e sono state denunciate 72 persone, di cui 16 sono state trattenute in stato di arresto. Segnalati per sanzioni amministrative 271 soggetti. Nel 2020, complice anche la pandemia e il lockdown, si è registrato un notevole calo dei consumi, passando infatti al sequestro di 2.487 Kg di TLE, 80 denunciati, 9 arrestati e 69 sanzioni amministrative emesse. I dati restano in linea nel 2021 con 2.995 Kg di TLE sequestrati, 96 denunce e l’arresto di 18 persone.

Diminuiscono a 31 le sanzioni amministrative elevate dalla Guardia di Finanza di Palermo. Salvo eventi particolari che potrebbero in futuro verificarsi, fino a questo momento anche nel 2022 la mole del contrabbando di sigarette a Palermo è in linea con quella degli anni precedenti: sequestrati 598 Kg di TLE, 32 denunciati, 10 arrestati (di cui 7 ancora ignoti) e 22 soggetti segnalati per sanzioni amministrative, fino al 30 giugno 2022. Ciò che aumentano a Palermo, rispetto agli anni precedenti, sono invece i venditori ambulanti, anche se non mancano le bancarelle nelle zone più trafficate della città.

La vendita illecita è particolarmente concentrata nelle zone centrali come nei dintorni del mercato di Ballarò e della Stazione Centrale. Il marchio più venduto è Marlboro (3,50 euro), seguito da Richmond (3 euro), Chesterfield (3 – 3,50 euro) e Winston (3 – 3,50 euro). È stata segnalata anche la presenza di una nutrita offerta di illicit whites (vendute tra i 2,50 e i 3 euro), tra cui le Regina al mentolo (tipologia di sigarette di cui è vietata la vendita nel mercato lecito a partire dal 20 maggio 2020).

Il contrabbando in Europa

La sinergia delle azioni tra le Forze dell’Ordine italiane nel contrasto del contrabbando ha permesso l’introduzione di strumenti di tracciamento sempre più sofisticati lungo tutta la filiera, che insieme alla sensibilizzazione dei consumatori finalizzata alla diffusione di una cultura della legalità, hanno permesso di ridurre significativamente l’impatto del fenomeno del 38% rispetto al 2020. Infatti, mentre in alcuni Paesi europei le vendite illecite assumono proporzioni particolarmente significative, come in Francia e in Grecia dove le quote di contrabbando rappresentano rispettivamente il 29 % e il 24% sul totale del consumo, in Italia l’incidenza è del 2,2%: il nostro Paese si posiziona, infatti, al 27esimo posto (su 30) della classifica sull’incidenza del consumo illecito.

Un quadro complessivamente migliore rispetto ad altri Paesi europei, non esclude tuttavia che fattori esogeni propri della nostra attualità, come elevata inflazione, crisi energetica e conflitto russo-ucraino, favoriscano una potenziale ripresa del fenomeno nei prossimi anni. Inoltre, anche per il 2021 il prezzo si è confermato uno dei principali driver del contrabbando: con l’aumento dei prezzi delle sigarette – che nel corso del 2020 è stato in media di 2,6 punti percentuali superiore al livello generale dei prezzi – i consumatori meno abbienti rischiano di essere espulsi dal mercato legale e di decidere di optare per un mercato più in linea con le loro disponibilità economiche.

Cresce l’incidenza dei Paesi dell’Est

Per quanto riguarda il contrabbando di sigarette, anche per il 2021 Udine (33,8%) e Trieste (21,5%) si classificano ai primi posti per la maggiore incidenza di prodotti non domestici sul totale di quelli rilevati e confermano la loro crescente importanza strategica nei flussi di sigarette non domestiche provenienti dall’Est Europa e dai Balcani, regione da cui originano il 33% dei flussi illeciti, di cui il 16,9% solo dalla Slovenia, principale Paese di provenienza. Perdono, invece, di importanza i canali tradizionali dall’Ucraina e dalla Bielorussia, situazione destinata a perdurare anche nel prossimo futuro a causa del conflitto armato in corso, suggerendo modificazioni a livello di gruppi criminali e di modalità operative che vanno poste sotto attenzione.

Oltre la metà dei sequestri (56,6%) nel nostro Paese appartiene alla categoria delle illicit whites, cioè marchi prodotti lecitamente in Paesi extra UE e destinati soprattutto al mercato illecito nei Paesi dell’Unione Europea. La produzione di tali sigarette è concentrata nell’Est Europeo per ragioni legate direttamente al minor prezzo del pacchetto e alla minor qualità del tabacco lavorato usato in quei Paesi. Ancora una volta, dunque, i differenziali di prezzo fra nazioni si confermano essere una delle principali leve del contrabbando.

Cambia la geografia dei consumi

Nel 2021 l’incidenza di illicit whites sul totale dei pacchetti non domestici rilevati diminuisce rispetto al 2020, ma i dati mostrano un consumo che non è più solo una peculiarità dei comuni del Sud ed è diffuso in altre aree del Paese. Casoria, la prima città in classifica, si attesta su un valore di poco superiore al 50%, contro più del 75% della prima classifica dello scorso anno (Marano di Napoli).

Inoltre, in cima alla classifica si trovano per la prima volta anche città del Nord Italia: Modena (terzo posto) con un’incidenza del 50%, Savona e Rimini (sesto e ottavo posto) con il 33,3%. Sembrerebbe quindi che il consumo di questa tipologia di sigarette non sia più solo una peculiarità dei comuni del Sud ma si stia diffondendo in altre aree del Paese.

Tabacco riscaldato (THP) e E-Liquid: mercato in crescita e contrabbando on line

Tra il 2018 e il 2021, le abitudini dei consumatori sono cambiate sensibilmente: il mercato delle sigarette tradizionali ha subito un calo del 9,4%, mentre il consumo dei prodotti di nuova generazione, in particolare stick THP e cartucce di eLiquids, è aumentato. Allo stesso tempo, il traffico illecito dei prodotti di nuova generazione si è sviluppato principalmente sul web attraverso il canale di vendita online, affiancato con minore impatto da bancarelle e venditori ambulanti.

La maggior parte dei siti internet di rivenditori di liquidi da inalazione, stick THP e dispositivi THP operanti illecitamente è straniera: nel 2021 sono stati analizzati 71 siti Internet di rivenditori di liquidi da inalazione operanti illecitamente, dei quali un terzo sono italiani (24) e due terzi stranieri (47). I Paesi di maggior provenienza sono Russia (per i liquidi da inalazione), Russia e Stati Uniti (per gli stick THP) e Regno Unito (per i dispositivi THP).

Aumentano i prezzi: mercato illecito in ripresa

I prezzi di vendita delle sigarette lecite sono aumentati nel 2021 in quasi tutti i Paesi europei. In Italia il costo medio di un pacchetto di sigarette è di poco superiore ai 5 euro, 16 centesimi in più rispetto al 2020. L’aumento dei prezzi e la loro variabilità in Europa sono fattori che rappresentano una vulnerabilità del sistema e un’opportunità per i contrabbandieri.

Questo soprattutto alla luce dei valori rilevati sul consumo di sigarette non domestiche in Italia: benché in media nel 2021 il consumo di prodotti illeciti sia diminuito rispetto agli anni precedenti (3%, la metà di quello del 2016), nella seconda metà del 2021 si osserva una leggera crescita, che potrebbe indicare il rischio di una graduale ripresa del mercato illecito a causa dell’allentarsi delle misure contenitive adottate per la pandemia di Covid-19 e delle conseguenze economiche che ne sono derivate, ora enfatizzate dall’instabile quadro geopolitico Europeo caratterizzato da inflazione elevata, crisi economica ed energetica e conflitto Russo-Ucraino.

L’attività di contrasto della Guardia di Finanza in Italia

Nel 2020 la Guardia di Finanza ha effettuato 1.824 operazioni nel contrasto al fenomeno del contrabbando. I tabacchi sequestrati sono per oltre la metà di illicit whites (56,5%) e per il 43,1% di marchi noti, costituiti entrambi principalmente da tabacchi lavorati (sigarette e altri prodotti confezionati, rispettivamente 92,3 e 98,0%). I sequestri si sono concentrati nei comuni della Campania, che spiccano sia per numero di operazioni sia, in alcuni casi, per quantità sequestrata, ma anche nelle aree portuali del Friuli e della Liguria e in Lombardia.

Napoli si conferma al primo posto tra le province italiane per numero di sequestri (893), ma anche Trieste e Genova confermano la loro rilevanza, in particolare il capoluogo friulano, al primo posto nella classifica nazionale delle quantità sequestrate, con 80,1 tonnellate, seguita da Brescia (57,5 tonnellate), Napoli (49,5 tonnellate) e Genova (13,5 tonnellate). “L’azione di contrasto è stata ulteriormente intensificata nel 2021 e nei primi mesi del 2022, nel corso dei quali sono state sequestrate 649 tonnellate di tabacchi lavorati esteri e denunciate 1.165 persone, di cui 155 tratte in arresto.

Le indagini confermano la transnazionalità del fenomeno e il coinvolgimento di ramificate organizzazioni criminali, dotate di grandi quantità di risorse finanziarie, mezzi e uomini, che ottengono enormi profitti in danno del bilancio dello Stato e dell’Unione europea, degli operatori onesti e della salute dei consumatori. L’Italia continua ad essere, inoltre, sia mercato di consumo che luogo di produzione e transito di prodotti verso altri Paesi membri. In tale contesto, la Guardia di Finanza ha rafforzato la propria partecipazione al network internazionale delle Agenzie di law enforcement” ha dichiarato il Generale di Brigata Giuseppe Arbore, Capo del III Reparto Operazioni del Comando Generale.

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