Coronavirus, in Sicilia esplode la richiesta di cibo. Il Terzo settore va in soccorso dei “nuovi poveri” - QdS

Coronavirus, in Sicilia esplode la richiesta di cibo. Il Terzo settore va in soccorso dei “nuovi poveri”

Battiato Rosario

Coronavirus, in Sicilia esplode la richiesta di cibo. Il Terzo settore va in soccorso dei “nuovi poveri”

sabato 04 Aprile 2020

A Palermo più che raddoppiate le persone che chiedono aiuto alla Caritas, a Caltanissetta sono il triplo. Caritas Palermo, “Allargato il fronte della solidarietà”. La Regione ha avviato una rete per distribuire alimenti alle strutture caritative

PALERMO – Ritrovarsi poveri nel giro di qualche settimana come conseguenza delle misure per contenere il contagio è verosimilmente la tragedia più sottile e incomprensibile di questi tempi.
È la storia, purtroppo reale, di tantissimi siciliani e siciliane, impiegati nelle attività che hanno abbassato la saracinesca in questi giorni, di quelli che lavoravano a giornata, dei precari, dei tantissimi che solo col lavoro sommerso riuscivano a tirare avanti.

Assieme a queste nuove tracce di povertà, ci sono coloro che il disagio, a diversi livelli, lo vivevano già da prima della quarantena – homeless, famiglie straniere senza documenti e quindi senza Isee, italiani senza reddito e con solo il reddito di cittadinanza a cui aggrapparsi – e che adesso, se possibile, lo percepiscono più profondamente perché sono stati costretti forzatamente ad adattarsi alle nuove regole: mense sospese o riorganizzate, minori pasti caldi, panini, distribuzioni all’esterno, supporto e ascolto solo da remoto.

Tra di loro c’è chi vuole solo un conforto, chi chiede alimenti di prima necessità o farmaci, altri che soffrono difficoltà quotidiane come la mancanza del gas per cucinare e altri ancora che hanno richieste specifiche come il ritiro di farmaci nelle farmacia ospedaliere. Sono le vite complicate dall’assenza di lavoro e dal rischio contagio, le vite di coloro che l’emergenza coronavirus ha reso più povere e disperate di prima. Di fronte a questa emergenza, che passa dal sanitario all’economico e viceversa, c’è però uno schieramento di cuori che è animato dalla volontà di aiutare e di sostenere. Sono volontari laici, fedeli delle parrocchie, sacerdoti, ma anche enti, associazioni, fondazioni, tutti a tendere la mano e a rafforzare l’azione delle istituzioni.

UNA POVERTÀ NUOVA E INARRESTABILE
“Tutte le Caritas diocesane segnalano un aumento significativo delle richieste di aiuti alimentari dal 20 al 50%”. La stima dell’organismo per la promozione della carità della Conferenza Episcopale italiana rende l’idea, almeno a livello statistico, di quello sta succedendo in tutta Italia. E in Sicilia potrebbe raggiungere dei dati ancora più gravi. “Questa settimana i nostri numeri si sono triplicati – ha sottolineato al QdS Giuseppe Paruzzo, direttore della Caritas Diocesana di Caltanissetta e delegato Caritas per la Sicilia – però ci siamo sempre fatti trovare pronti”.

La prontezza di chi è sempre stato in prima linea nell’accoglienza e nell’assistenza, nell’aiuto ai più bisognosi che adesso vede un grande fronte comune: “i nostri poveri, cioè quelle famiglie che seguivamo anche prima dell’emergenza, continuano a venire, a loro si sono aggiunti tantissimi altri che ci erano sconosciuti e che spesso si avvicinano con grande imbarazzo e timidezza. Per fortuna abbiamo dei volontari fantastici e funziona benissimo la sinergie con tutte le altre associazioni”. Ed è un sentire comune delle varie Caritas siciliane che testimoniano la presenza della Chiesa isolana sul territorio e intanto si preparano anche per quello che verrà “dopo”.

L’assistenza è quotidiana e non ha orari, i telefoni squillano a tutte le ore. Lo sanno bene alla Caritas diocesana di Catania dove, data la sospensione del servizio mensa per impossibilità di garantire le misure anti-contagio previste nei dpcm, hanno rimodellato un consolidato sistema, effettuando donazioni alle altre strutture, ricalibrando il sistema delle Caritas parrocchiali e attivando un’assistenza e un ascolto da remoto. “Riceviamo dalle trenta alle quaranta chiamate al giorno – ha sottolineato Salvo Pappalardo, responsabile delle attività in Caritas Diocesana – e cerchiamo di rispondere alle richieste più diverse, nella maggior parte dei casi indirizziamo alle associazioni con cui collaboriamo e a cui doniamo alimenti, in altri casi si tratta di informazioni più generiche oppure chiediamo l’aiuto delle parrocchie”. E le parrocchie, dal centro alla periferia, sono attivissime. “In tanti prestavano servizio qui in mensa ed effettuavano donazioni per la preparazione dei pasti – ha aggiunto Salvo Pappalardo – mentre adesso preparano panini o si organizzano per aiutare in tutti i modi possibili i propri parrocchiani più in difficoltà”. Una grande pattuglia del bene, spesso silenziosa, eppure sempre efficace, anche nel nome di quella solidarietà creativa, che prende ispirazione da Papa Francesco e che deve essere messa in pratica per rispettare le richieste dell’autorità pubblica.

A Palermo la Caritas ha più che raddoppiato i propri pasti. Secondo quanto riportato dal vicedirettore Gregorio Porcaro, l’organismo diocesano del capoluogo ha visto crescere i pasti da 50, massimo 60 al giorno, fino a oltre 100. Ovviamente la mensa è chiusa, ma i pasti vengono distribuiti a quanti ne fanno richiesta e molti non sono gli assistiti storici: la “situazione è precipitata”, ha aggiunto Porcaro. Intanto, sempre a Palermo, la Confesercenti ha lanciato una raccolta di fondi tra i propri soci per la Caritas per contribuire all’acquisto dei kit spesa composti da beni di prima necessità.

NON SOLO FARMACI
La Croce Rossa, comitato di Catania, è stata un’altra di quelle realtà che ha dovuto modificare il suo approccio con le fragilità e il disagio presenti in città. “La nostra unità di strada, che in condizioni pre-emergenza aveva soprattutto una funzione di supporto psicologico, si è dovuta riorganizzare per la distribuzione dei pasti – ha spiegato Stefano Principato, presidente del comitato di Catania – che adesso gestiamo assieme ad altre associazioni”. Una “risposta qualificata”, la definisce Principato, che poi fa riferimento anche all’impegno delle istituzioni con l’apertura di bagni e docce alle Ciminiere: “ogni giorno circa 15 persone, alle quali viene anche distribuito un kit di ricambio e generi di conforto, ne fanno uso”.

Uno sforzo che non deve far dimenticare il peso di chi questo impegno lo compie tutti i giorni, rischiando in prima persona. “I nostri volontari hanno tutti i dispositivi di protezione individuale e sono molto cauti nel loro servizio – ha aggiunto il rappresentate locale della Croce Rossa – ma pensiamo anche a loro con i corsi di formazione, badando in particolare anche agli aspetti psicologici perché sono tutti esposti a particolari stress”.

Anche da queste parti le chiamate rappresentano il polso della situazione: sono circa 50 al giorno e riguardano le richieste più svariate: dai farmaci con ricetta agli alimenti per chi, pur potendo pagare, non può recarsi al supermercato, fino ai tablet per la scuola.

Una imponente macchina della solidarietà che già faceva da stampella a chi non aveva nulla e che ora è l’ultima speranza anche per chi, a causa dell’emergenza sanitaria, è rimasto con le tasche vuote. Ma quanto può durare ancora tutto questo? “Ricordiamoci – spiega Angelo Collura, governatore dei Lions siciliani – che il Terzo settore è fatto da imprenditori, i primi a essere scesi in campo. Ma se cede la speranza di questi, se l’economia non riparte, crolla tutto il sistema. Così andiamo incontro a uno Stato assistenziale. Il grande rischio è che la curva della speranza si affievolisca fino alla rassegnazione”.

Caritas Palermo
“Allargato il fronte della solidarietà”

Don Sergio Ciresi è vicedirettore della Caritas di Palermo.
Come ha reagito la Caritas?
“Il fronte della solidarietà si è allargato subito. Il primo passaggio è stato quello di mandare un comunicato alla collettività per chiedere un coinvolgimento. Abbiamo ricevuto 200 adesioni, una risposta incredibile”.

Come avete proceduto?
“Abbiamo dovuto rimodulare l’azione della carità, riducendo gli spostamenti e intensificando l’attività di ritiro delle derrate alimentari e della distribuzione sulla base delle segnalazioni. Inoltre, abbiamo attivato l’iniziativa ‘Abita col tuo vicino’ che invita a prendersi cura nel proprio condominio di persone che hanno bisogno di aiuto e abbiamo avviato una collaborazione con l’Ufficio per la pastorale sociale del lavoro dell’Arcidiocesi contattando varie catene per donare. Per quanto riguarda le mense distribuiamo pasti da asporto. In collaborazione col Comune, portiamo le derrate alimentari a chi è in quarantena e in isolamento. Da pochi giorni ha aperto la struttura dell’Opera Pia Palagonia per i senza dimora.

Un modello anche per il post-emergenza?
“C’è un coordinamento in piedi, che coinvolge la Caritas, il Comune, il Banco Alimentare e il Banco delle opere di Carità che serve per centralizzare le richieste ed è sostenuto da una rete di solidarietà”.



La Regione ha avviato una rete per distribuire alimenti alle strutture caritative

REGIONE. “L’epidemia economica è arrivata prima dell’epidemia sanitaria”. Con queste parole, alla fine di marzo, il governatore Musumeci ha annunciato la messa a disposizione dei Comuni isolani di 100 milioni di euro da destinare esclusivamente all’assistenza. Nei giorni scorsi, inoltre, è stata avviata un’iniziativa per sostenere e rafforzare la raccolta e la distribuzione degli alimenti alle strutture caritative dell’Isola. Il progetto intende sensibilizzare tutti i produttori agricoli e alimentari della Sicilia, dei Distretti del cibo, dei Consorzi di tutela e delle Associazioni di categoria, per la raccolta di prodotti da destinare alle strutture caritative. Le attività di raccolta e distribuzione saranno svolte mediante la Caritas e il Banco Alimentare.

PALERMO. È scattato giovedì scorso un piano per distribuire, anche in forma elettronica o tramite app sui cellulari e non solo in forma cartacea, buoni pasto per importi che varieranno in base al numero dei componenti delle famiglie e in base al possesso di un reddito o altre fonti di sostentamento. Si tratta di somme che potrebbero variare fra 60 e 110 euro a settimana per famiglia, per almeno tre settimane, utilizzando esclusivamente i fondi già erogati dallo Stato (5,1 milioni che già oggi sono entrati nelle casse di Palazzo delle Aquile) e in attesa che la Regione trasferisca gli annunciati 13 milioni. Un’iniziativa del genere potrebbe riguardare circa 12 mila famiglie, più di 40 mila individui, anche se ancora ci sarà da lavorare per valutare alcune questioni in sospeso, come quelle 1.500 famiglie che hanno fatto la domande e che sono percettrici del reddito di cittadinanza.

CATANIA. La giunta comunale ha deliberato i criteri generali per l’assegnazione dei “Buoni Spesa” fino a esaurimento dei fondi assegnati dalla Protezione Civile e dal governo della Regione. La card avrà una disponibilità di 400,00 euro, di cui 300,00 euro per generi alimentari e 100,00 euro per prodotti di prima necessità. Ieri intanto è partita la distribuzione, al domicilio delle famiglie particolarmente bisognose, dei pacchi spesa contenenti generi alimentari di prima necessità, grazie ai fondi che si stanno raccogliendo con la campagna “Catania aiuta Catania”. I primi quattrocento pacchi, forniti dal gruppo Arena/Decò, sono stati trasportati direttamente nelle abitazioni dei bisognosi.

ASSOCIAZIONI IN CAMPO
Tra le associazioni scese in campo c’è anche il Distretto 108YB Sicilia del Lions che, dopo aver donato 70 mila euro alla Protezione civile regionale per acquistare materiali o apparecchiature di emergenza, sta lavorando in tutto il territorio attraverso i club disseminati lungo l’Isola. “Ognuno dei nostri 113 club – spiega il governatore Angelo Collura – sta portando avanti iniziative, con una media di 1.000-2.000 euro donati da ciascuno. In totale parliamo di almeno 100 mila euro in beneficenza”. Si va dall’acquisto di gel igienizzante donato all’Asp di Agrigento fino ai 5 mila euro raccolti a Bagheria per finanziare buoni spesa e Protezione civile.

A Catania c’è anche una grande rete di associazioni che si è messa in moto. La Caritas Diocesana coordina e distribuisce gli alimenti e fornisce supporto a tante altre realtà del territorio.

A Siracusa è stato istituito il carrello solidale che consiste nell’invito rivolto ai cittadini che fanno la spesa di comprare prodotti alimentari che poi saranno destinati alle famiglie in difficoltà. Il sistema è statp messo a punto dal Comune, che partecipa attivamente con i volontari della Protezione civile e dalla Caritas diocesana.

A Messina 1000 famiglie riceveranno una busta con generi alimentari di prima necessità grazie alla rete della Comunità di Sant’Egidio di Messina, presieduta da Andrea Nucita, e all’impegno dell’imprenditore Alessandro Faranda. Quest’ultimo, dopo aver consegnato per tre settimane migliaia di bottiglie d’acqua a oltre 3000 mila indigenti, ha effettuato una donazione che sarà destinata alla distribuzione alimentare. “Carrello solidale” è una delle iniziative avviate dall’amministrazione comunale di Marsala in collaborazione la Fondazione San Vito onlus e l’Opera di Religione “Monsignor Gioacchino Di Leo”, per fornire aiuti agli indigenti in questo periodo di emergenza sanitaria.

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