Corruzione, i "non ricordo" di Turano sul consulente di Salvini - QdS

Corruzione, i “non ricordo” di Turano sul consulente di Salvini

redazione web

Corruzione, i “non ricordo” di Turano sul consulente di Salvini

mercoledì 04 Dicembre 2019

L'assessore della Giunta Musumeci persona informata dei fatti nell'inchiesta sulle mazzette per le energie rinnovabili che coinvolge Nicastri e Arata. Quest'ultimo nelle intercettazioni si vantava di aver fatto nominare sottosegretario Siri

Molti non ricordo e diverse incongruenze con quanto emerso dall’inchiesta hanno caratterizzato il lungo interrogatorio dell’assessore regionale siciliano alle Attività produttive Mimmo Turano, sentito ieri a Palermo come persona informata sui fatti dall’aggiunto della dda Paolo Guido e dal pm Gianluca De Leo.

L’interrogatorio si è svolto nell’ambito dell’inchiesta su un giro di mazzette alla Regione, pagate per facilitare il rilascio di autorizzazioni per la realizzazione di impianti di energie rinnovabili.

Un affare da quindici milioni di euro

Un affare di oltre quindici milioni di euro con al centro l’imprenditore mafioso Vito Nicastri e il faccendiere Paolo Arata, arrestati insieme ai rispettivi figli e ai due funzionari della Regione che avrebbero preso le tangenti, e accusati, a vario titolo, di corruzione e intestazione fittizia di beni.

Turano ha dovuto riferire su due incontri avuti – uno dei quali in presenza del presidente dell’Ars Miccichè – con i due Arata.

Il racconto di Micciché su Turano

Miccichè aveva raccontato ai pm di essere stato messo in guardia da Turano dal proseguire i rapporti con Arata in quanto l’assessore sapeva che Nicastri, già allora sospettato di legami mafiosi, era socio occulto dell’imprenditore.

Circostanza indirettamente confermata ai pm dal figlio del faccendiere, Francesco Arata.

I “non ricordo” dell’assessore regionale Turano

Ieri Turano ha negato il fatto dicendo intanto di non ricordare che all’incontro fosse presente il figlio del faccendiere, e poi ricollegando la sua diffidenza verso gli affari dell’imprenditore a motivi politici.

In ballo c’era la realizzazione di un impianto di biogas a Calatafimi.

“Sono sempre stato contrario a quell’impianto per motivi politici”, ha detto ai pm Turano di fatto negando di avere messo in guardia Micciché per la presenza dietro le quinte di Nicastri.

La prossima settimana sarà sentito Pierobon

Oltre al presidente dell’Ars i pm hanno sentito, la scorsa settimana, l’assessore al Territorio Totò Cordaro che, nonostante le pressioni ricevute anche da Gianni Letta, si sarebbe rifiutato di incontrare Arata.

La prossima settimana sarà la volta dell’assessore all’energia Alberto Pierobon.

Le intercettazioni di Arata su Siri

Paolo Arata, faccendiere e consulente della Lega Nord arrestato nel giugno scorso per accuse di corruzione, intestazione fittizia e autoriciclaggio, non ha ancora risposto ai pm.

Consulente per l’energia lodatissimo dal capo della Lega Matteo Salvini, che postava su Facebook le foto di un suo intervento a un convegno sull’Energia – salvo poi dichiarare che lo aveva “incontrato solo una volta” – avrebbe avuto un ruolo determinante per la nomina del sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri, successivamente indagato per corruzione.

E, nelle intercettazioni telefoniche pubblicate in luglio dai giornali, Arata si vantava di averne parlato direttamente con il capo della Lega Nord.

“Salvini non sa dove mettere Armando – spiegava al figlio Francesco in un’intercettazione del 23 maggio 2018 – poi io gli ho detto che deve fare il vice ministro con la delega all’energia e lui lo ha chiesto a Salvini e Salvini ha chiamato anche casa nostra ieri. Perché voleva sapere quale delega voleva, però… però i Cinquestelle non volevano fare i vice ministri”.

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