Covid-19, migliore risposta immunitaria nelle donne - QdS

Covid-19, migliore risposta immunitaria nelle donne

Angela Ganci

Covid-19, migliore risposta immunitaria nelle donne

Angela Ganci  |
martedì 23 Agosto 2022

Medicina di genere: la parola a Mattia Aquilino (Aidm): “Ma sono più esposte a sintomi a lungo termine”

AGRIGENTO – Nella medicina di genere l’approccio innovativo diventa indispensabile: a rilevarlo è il documento pubblicato sul sito del ministero della Salute e a cura degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (Irccs).

Il motivo è molto semplice: occorre approfondire l’influenza delle differenze biologiche (definite dal sesso), socio-economiche e culturali (definite dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona, alla luce dell’esistenza di rilevanti diversità nell’insorgenza, nelle manifestazioni cliniche, nelle risposte ai trattamenti e negli esiti di malattie comuni a uomini e donne e altresì, come sta attualmente verificandosi in corso di pandemia di Covid-19, fenomeno che ha evidenziato l’importanza del genere come determinante di salute e di malattia, nella peculiare correlazione tra genere e infezione da Sars-CoV-2.

Quali quindi i dati relativi all’infezione da Sars-CoV-2 in relazione al genere e quali i consigli sanitari utili tenendo conto delle differenze di genere?
Lo abbiamo chiesto a Mattia Aquilino, presidente dell’Associazione Italiana Donne Medico (Aidm), Sezione Agrigento.
Dottoressa Aquilino, Covid-19 e differenze di genere, cosa può dirci al riguardo?
“Gli individui di sesso maschile mostrano maggiore prevalenza e gravità di infezioni batteriche, virali e parassitiche rispetto al genere femminile. Le donne presentano una risposta più efficace sia alle infezioni che ai vaccini. I dati epidemiologici disponibili hanno evidenziato differenze tra uomini e donne nel contrarre l’infezione da Covid-19 e nello sviluppare la malattia. I dati finora riportano che le donne tendono ad ammalarsi meno rispetto agli uomini, in quanto sviluppano una migliore risposta immunitaria. Inoltre le donne, rispetto agli uomini, presentano meno complicanze e una minore mortalità: nel sesso maschile la mortalità risulta, infatti, superiore di circa 1,5 volte rispetto alle donne. Il rischio di sviluppare sintomi a lungo termine da Covid-19 (Long Covid) sembra, invece, essere il doppio nelle donne rispetto agli uomini nell’età compresa tra i 40 e i 50 anni. Dopo i 60 anni il livello di rischio tra donne e uomini sembra, invece, essere simile. Queste differenze possono essere spiegate da meccanismi biologici, sessuali e ormonali. Il virus entra all’interno della cellula dell’ospite attraverso il legame tra la proteina Spike presente sul virus e la proteina, o recettore, denominata ACE2 presente sulla cellula dell’ospite. L’ACE 2 svolge una funzione protettiva nei confronti di importanti organi come il cuore, il rene e il polmone ed è maggiormente espressa nell’organismo femminile. Quando il virus si lega con l’ACE2 ed entra nella cellula fa diminuire l’espressione dell’ACE2, sottraendola allo svolgimento della sua funzione protettiva. Si ipotizza quindi che la maggiore presenza di ACE2 nelle donne permetta di mantenere livelli adeguati anche quando il virus ne utilizza una parte per penetrare nei tessuti. Anche la risposta immunitaria mostra, tra il sesso maschile e quello femminile, alcune differenze che sono influenzate da numerosi fattori inclusi gli ormoni, l’età, l’assetto cromosomico e componenti di genere, quali aspetti psicosociali e ambientali”.
In termini di contagio quali differenze di genere riscontra con riferimento alla provincia di Agrigento?
“Dai dati in mio possesso il rischio di contagio, calcolato nella provincia di Agrigento, è maggiore nelle donne. La percentuale che vede le donne più colpite degli uomini è confermata anche dall’analisi dei casi degli ultimi trenta giorni, l’osservazione è riferita al 4 Agosto 2022, con circa il 49,4% degli uomini e circa il 50,6% delle donne colpiti dall’infezione”.
Quali i suoi consigli utili per la diminuzione dei contagi odierni?
“A mio avviso è necessario mantenere elevata la copertura vaccinale, in tutti soggetti a rischio, soprattutto nei pazienti fragili e con gravi patologie, con il completamento dei cicli di vaccinazione e il mantenimento di un’elevata risposta immunitaria attraverso la dose di richiamo, con particolare riguardo alle categorie indicate dalle disposizioni ministeriali, poiché questi rappresentano strumenti necessari a ridurre il rischio, soprattutto clinico, dell’epidemia. Inoltre è necessario continuare a rispettare le misure comportamentali collettive e individuali previste e raccomandate, come l’uso della mascherina, l’igiene delle mani, l’aerazione dei locali, soprattutto ponendo attenzione alle situazioni di assembramento”.
Prevenzione, riduzione del rischio, differenze di genere nello sviluppo dell’infezione da Sars-CoV-2: tutti aspetti basilari da valutare in una medicina di genere che voglia definirsi davvero efficace e rispondente alle esigenze particolari di ciascuno, con tutte le peculiarità intrinseche al genere di appartenenza.

Angela Ganci

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