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Covid, quarantena dopo contatto con positivo, regole per vaccinati e no-vax

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Covid, quarantena dopo contatto con positivo, regole per vaccinati e no-vax

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martedì 28 Dicembre 2021

Come funziona la quarantena Covid? Quanto dura? Cosa deve fare chi è a contatto con un positivo? Ecco quali sono le regole da seguire secondo le Faq del Ministero della Salute e cosa potrebbe cambiare

Con l’avanzare dei contagi da Coronavirus in Italia, causati soprattutto dalla variante Omicron si fa sempre più netta la richiesta di modificare la quarantena per quella che conosciamo, e a cui siamo abituati a seguire nei modi e nei tempi, oggi. Il Cts (Comitato Tecnico Scientifico) è convocato per domani, mercoledì 29 dicembre e, in base all’andamento della curva epidemiologica, si pronuncerà sull’eventuale accorciamento dei tempi di quarantena per i vaccinati con dose booster (o terza dose) che si sono trovati a contatto con persone risultate positive. Secondo quanto emerso nelle ultime ore, la quarantena per i contatti stretti che abbiano fatto tre dosi di vaccino potrebbe ridursi a 3 o 5 giorni.

Una richiesta che viene da medici e scienziati e che è sul tavolo del governo. Uno di questi è il virologo Fabrizio Pregliasco.

Covid, Pregliasco, “per vaccinati eliminare tampone a fine quarantena”

Nuove regole per le persone vaccinate? “Per i vaccinati si potrebbero modificare le regole dell’isolamento” ad esempio “eliminando il tampone di fine quarantena”. E’ la proposta lanciata dal virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano e componente del Cts della Lombardia, che in un’intervista a “Il Giornale” fa il punto sulla “psicosi” da tamponi: “Se da un lato è vero che le indicazioni del mondo scientifico erano “se hai un parente fragile, prima di Natale fai un tampone”, si sono tradotte in uso esagerato del ricorso al test con il risultato che i meccanismi di tracciamento sono andati in crisi e la situazione sta diventando allarmante”.

Troppi tamponi, Pregliasco, “Rischio di quarantena per tutto il Paese”

Il problema, secondo Pregliasco, è che “il tampone viene usato come un lasciapassare per andare in vacanza, ma non dovrebbe essere cosi`”. Infatti “dopo il tampone di Natale, fatto solo per sentirsi liberi di andare a festeggiare, adesso aspettiamo il giro del tampone di Capodanno. E` chiaro però che l’esecuzione di così tanti test rischia di far collassare il sistema e di mandare in quarantena tutto il Paese”.

Pregliasco, “A gennaio fino a 100 mila positivi al giorno”

Preglisco si aspetta un picco di contagi – fino a 100 mila al giorno – da metà gennaio, al rientro a scuola e dalle vacanze: “Sarà devastante, e il sistema rischia di collassare, a fronte del fatto che anche i vaccinati si reinfettano”. Per limitare al massimo gli effetti, “credo che andrebbero modificate le regole per le quarantena per i vaccinati e alzate le restrizioni, anche se temo che i cittadini non lo accetterebbero, ma piu` cerchiamo di contenere la diffusione del contagio, prima arginiamo questa ondata”.

Il rischio concreto, avverte Pregliasco, è quello “di finire tutti in lockdown e di paralizzare il Paese. L’altra strada potrebbe essere sottoporre a tamponi solo i sintomatici, ma per fare questo abbiamo bisogno di 2/3 mesi per monitorare la nuova variante. Oppure come è stato fatto in Germania con i risultati che abbiamo visto, pensare a lockdown per i non vaccinati e un sistema di chiusure ‘chirurgiche’ per le classi delle elementari”.

Musumeci, “Governo riveda regole che disciplinano le quarantena”

“Noi siamo d’accordo con l’orientamento generale dei colleghi presidenti delle Regione affinché il governo possa rivedere le regole che disciplinano la quarantena. E’ un fatto di giustizia. Chi si è già sottoposto al vaccino ha il diritto di potersi muovere con maggiore facilità”. Lo ha detto Nello Musumeci in una intervista televisiva di questa mattina. “Sono regole che se non venissero cambiate rischierebbero di bloccare una parte del paese”, dice. E fa sapere: “Oggi riuniamo il nostro Cts perché vogliamo rivedere intanto la distribuzione del personale, vogliamo aumentare il drive in con il  reclutamento di alcune centinaia di biologi e destinare maggiore attenzione e a chi resta in casa perché non si senta un recluso”.

“Bisogna essere particolarmente attenti a garantire la quarantena  essenziale solo per chi ne ha obiettiva necessità – aggiunge Musumeci – dieci giorni sono tanti”.

Sono risultato positivo al Covid, cosa devo fare?

Mentre si accende il dibattito sull’opportunità di modificare le norme mentre la variante Omicron si diffonde e la campagna di vaccinazione procede con le terze dosi, ecco le regole da seguire, al momento con le risposte dalle Faq del ministero della Salute.

Nei casi di contatti stretti di un caso confermato devono allertare il proprio medico, che avviserà o fornirà tutte le indicazioni per contattare il Dipartimento di prevenzione della ASL o ATS competente per territorio che disporrà la quarantena e la sorveglianza.

In linea generale, possono rientrare in comunità dopo un periodo di quarantena della durata di almeno 7 o 10 giorni (a seconda dello stato vaccinale) dall’ultima esposizione al caso, al termine del quale risulti eseguito un test antigenico o molecolare con risultato negativo.

Al termine del periodo di quarantena la persona potrà rientrare al lavoro e il periodo di assenza potrà essere coperto dal certificato medico. Al rientro la persona dovrà contattare il medico competente della sua azienda per ulteriori informazioni.

Sono un “contatto stretto”, scatta la quarantena, quanto dura?

Nel caso in cui si venga identificati come ‘contatto stretto’ di caso confermato, nessun test con esito negativo permette di essere esonerati dal sottoporsi a un periodo di quarantena della durata di almeno 7 o 10 giorni (a seconda dello stato vaccinale) dall’ultima esposizione con un test antigenico o molecolare negativo.

Cos’è un contatto a basso rischio?

Si tratta di una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso COVID-19, ad una distanza inferiore ai 2 metri e per meno di 15 minuti. Una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) o che ha viaggiato con un caso COVID-19 per meno di 15 minuti. Un operatore sanitario o altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso COVID-19 oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso COVID-19, provvisto di DPI raccomandati. Tutti i passeggeri e l’equipaggio di un volo in cui era presente un caso COVID-19, ad eccezione dei passeggeri seduti entro due posti in qualsiasi direzione rispetto al caso COVID-19, dei compagni di viaggio e del personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto che sono infatti classificati contatti ad alto rischio.

Cosa fare in caso di contatto a basso rischio?

In caso di contatto a basso rischio non è prevista la quarantena, né per i vaccinati né per i non vaccinati.

Quarantena e isolamento, la differenza

La quarantena si attua ad una persona sana (contatto stretto) che è stata esposta ad un caso covid, con l’obiettivo di monitorare i sintomi e assicurare l’identificazione precoce dei casi. L’isolamento consiste nel separare quanto più possibile le persone affette da covid da quelle sane al fine di prevenire la diffusione dell’infezione, durante il periodo di trasmissibilità.

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