Covid e rischio contagi, Ugl sanità Sicilia, "In ospedale solo per urgenze" - QdS

Covid e rischio contagi, Ugl sanità Sicilia, “In ospedale solo per urgenze”

redazione

Covid e rischio contagi, Ugl sanità Sicilia, “In ospedale solo per urgenze”

lunedì 19 Ottobre 2020

Con la risalita dei contagi rischio di incremento dei cluster nelle strutture sanitarie, l'appello a utenti e vertici ospedalieri: "Occorre anche più protezione per gli ambienti e i lavoratori, potenziare la comunicazione al cittadino"

Con la risalita dei contagi, l’istituzione di diverse zone rosse
locali nel territorio regionale e l’emersione di cluster all’interno di alcune
strutture ospedaliere in particolare in reparti importanti a Catania e Palermo,
fa sentire nuovamente la sua voce la Ugl Sicilia con Carmelo Urzì e Raffaele
Lanteri (segretari regionali rispettivamente delle federazioni Sanità e Medici)
con un accorato appello per un “accesso responsabile”. “Come
temevamo il Covid-19 è tornato prepotentemente a circolare, in gran parte
attraverso soggetti asintomatici, questo significa che aldilà delle
disposizioni impartite dal Governo nazionale e da quello regionale bisogna
elevare al massimo la prudenza. Ci appelliamo principalmente al buon senso
dell’utenza del servizio sanitario siciliano ed anche alle direzioni sanitarie
dei nosocomi e delle Aziende sanitarie provinciali. Non ci sembra affatto
razionale che, in questo momento storico, un utente si rechi al pronto soccorso
per farsi visitare a causa di una patologia minore sicuramente non urgente e
rinviabile oppure in ospedale per fruire di una prestazione o effettuare un
check-up di certo procrastinabile, ad eccezione delle visite già programmate e
confermate. In questa fase storica c’è la seria minaccia che un accesso non
indispensabile, fuori luogo o pretestuoso, invece che essere utile per il
cittadino, può trasformarsi nell’avvio di una catena di contagio dove
l’operatore sanitario rischia di diventare il primo untore. Questo è quanto già
successo nelle scorse settimane in molte sedi fortunatamente senza rilevanti
conseguenze, ma con gravi disagi per interi reparti e con la messa fuori uso di
personale oggi prezioso per l’efficienza della catena di comando per la lotta
al Coronavirus – rimarcano Urzì e Lanteri. Già il numero dei soggetti impiegati
negli ospedali in questo momento storico è risicato, se poi nel contempo si
creano tutte le condizioni per infettare medici, infermieri e ausiliari,
facendoli a loro volta diventare untori, il pericolo di mettere ko un intero sistema
è reale. Per questo motivo chiediamo a tutti gli utenti di fruire del pronto
soccorso se non possono farne a meno, di frequentare sale d’attesa e reparti
ospedalieri solo se estremamente necessario, di collaborare in tutti i modi per
rendere più sereno il lavoro di chi opera in un nosocomio. Di pari passo,
allarmati per quanto sta accadendo, rivolgiamo ai vertici delle strutture
pubbliche l’invito ad innalzare tutti gli espedienti volti alla prevenzione per
scongiurare ogni sorta di lassismo, oggi alquanto pericolosa. Ci riferiamo in
primo luogo all’estremo controllo degli accessi, all’installazione dei
termoscanner individuando definitivamente i punti di accesso chiudendo altri
varchi (poichè purtroppo in molti ospedali il controllo della temperatura viene
fatto solo in “orari d’ufficio” e risultano aperte diverse porte
d’ingresso), al potenziamento di percorsi obbligatori per dipendenti ed utenti
che non siano promiscui (non è tollerabile l’utilizzo di ascensori e corridoi
riservati al personale da parte dei visitatori esterni). Inoltre, chiediamo che
vengano ridotte all’essenziale le visite in ambulatorio, di attivare
immediatamente lo smart working per i lavoratori la cui presenza in sede non è
indispensabile, di fare più tamponi immediati per chi deve subire un intervento
o chi deve essere sottoposto a visita urgente (è singolare che in questi casi
il tampone venga fatto con largo anticipo, a volte anche di diversi giorni).
Infine – concludono i due segretari – invocando più protezione per i lavoratori
dei pronto soccorso e del 118, con la continua sterilizzazione degli ambienti
di lavoro e dei mezzi, non possiamo che pretendere uno sforzo immane sul piano
della comunicazione e dei servizi di pubbliche relazioni. E’ difatti assurda la
confusione che impera sui numeri di telefono di riferimento, è inaudita la
mancanza di informazioni precise e dettagliate, è inaccettabile che sulle cure
e sui percorsi da effettuare, sulle emergenze e sui servizi al momento attivi,
l’utente debba continuare a brancolare nel buio perchè non esiste affatto una
chiarezza su cosa può e non può fare nel rapporto con il sistema sanitario
regionale. Su questi punti riponiamo fiducia nell’azione di coordinamento
dell’Assessorato regionale della Salute, poichè anche dalla messa in sicurezza
di queste attività si può ricavare un ottimo risultato nella battaglia
difficile contro il Covid-19.”

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