Il commissario per l’emergenza Covid risponde al prof. Cacopardo intervistato dal QdS: “È Roma che deve dirci come superare il problema dei ricoveri degli asintomatici”
“Una sollecitazione fatta a me, in qualità di commissario o anche all’assessorato regionale alla Salute non porta a nessun risultato. È il ministero della Salute che deve prendere un provvedimento e fare una circolare nazionale…”. Risponde così il commissario Covid, Pino Liberti, al professore Bruno Cacopardo, primario di Malattie infettive al Garibaldi, che ieri, dalle pagine di questo giornale ha detto che adesso, con i contagi di Omicron, variante molto più infettiva delle altre anche se meno virulenta, il rischio maggiore è quello che i “reparti infettivi possano diventare bivacchi di pazienti asintomatici, ma sofferenti di altre patologie anche gravi” , aggiungendo che “in questo modo rischiamo di offrire a molti malati un’assistenza non appropriata in un reparto non certo idoneo”.
Il commissario d’accordo con il prof. Cacopardo
Il commissario chiarisce il concetto e spiega: “Quello che dice il docente infettivologo lo dico pure io e da tempo. E siccome adesso in Sicilia c’è un’incidenza di positività da Covid che va dal 15 al 20%, ogni cento persone che andranno nei pronto soccorso per le patologie più disparate una ventina di queste risulterà positiva finendo obbligatoriamente, come dispone la normativa, in reparti Covid”. In questa maniera, Liberti seppure indirettamente, ammette che il numero dei ricoveri da Covid appare falsato, perché si tratta di malati non ricoverati per Covid, ma con il Covid, ai quali l’assistenza offerta potrebbe presentare delle anomalie, ma puntualizza che bisogna andarci cauti col dire che l’assistenza rischia di venir meno.
No alla proposta di reparti multidisciplinari per il Covid negli ospedali
Alcuni mesi fa i primari di Malattie infettive di Catania, Cacopardo, Iacobello (del Cannizzaro) e Montineri del San Marco avevano avanzato alle autorità sanitarie la proposta di realizzare negli ospedali alcuni reparti multidisciplinari per il Covid, da destinare a quei pazienti asintomatici affetti da altre patologie. Proposta, però, non presa in considerazione. “Il problema – ripete adesso Liberti – si supera con un provvedimento nazionale. Come il ministero ha avuto il coraggio di dire recentemente che d’ora in poi i contatti stretti tra vaccinati e non vaccinati con un positivo possono uscire ugualmente da casa, adesso dovrebbe avere lo stesso coraggio nell’emanare una nota con la quale dispone che il paziente infartuato, un oncologico, un fratturato, risultati positivi in ospedale, ma asintomatici vadano ricoverati ugualmente nei reparti idonei alle loro patologie e non in uno Covid. Ma questa decisione deve essere presa da qualcuno che abbia l’autorità e l’autorevolezza per disporre una norma uguale per tutta la penisola. Sicuramente né dal commissario di Catania, né l’assessore regionale, perché altrimenti il primo focolaio che dovesse verificarsi in un reparto innescherebbe una reazione a catena”.
Liberti, comunque, ammette che c’è una seppure minima disgrazia nell’assistenza sanitaria tradizionale, ma precisa che bisogna distinguere: “Si prenda ad esempio un infartuato che arriva in ospedale e risulta positivo. L’infartuato viene prima di tutto trattato in urgenza per essere stabilizzato. Solo dopo la degenza viene effettuata in un reparto Covid. Certo ci si sforza a offrire una assistenza sanitaria adeguata, ma è chiaro che qualche difficoltà esiste, perché chiamare ogni mattina un consulente cardiologico od ortopedico che deve recarsi in Malattie infettive comporta un iter più farraginoso dell’assistenza. Proprio per questo con i direttori generali degli ospedali abbiamo stabilito la creazione di una equipe multidisciplinare per ogni ospedale con l’obiettivo di curare idoneamente questi malati di altre patologie ma col Covid. Comunque mi rendo conto perfettamente delle difficoltà di gestione e concordo col professore che in futuro bisognerà decidere qualcosa…”.
Sul punto relativo al rinnovo dei contratti Covid sino al 31 dicembre, disposto dal governo regionale, Liberti ha detto che si attende una nota esplicativa per capire quanti e come utilizzare quella parte di personale che sarà rinnovata. “Per i medici e il personale sanitario è stato disposto un percorso, per le altre figure professionali stiamo aspettando la ricognizione che stanno facendo i responsabili dei Distretti. La Regione dovrà dirci anche cosa fare degli Hub”.
“Mi si lasci la possibilità allo stesso tempo – ha concluso LIberti – di spendere più di una parola a favore di molti giovani medici e amministrativi che hanno lavorato nella gestione commissariale. Hanno operato con una professionalità e uno spirito di servizio verso i quali la colettività tutta dovrebbe sentire un enorme debito di riconoscenza”.