Covid, Ricciardi, lockdown rigido ma breve per l'Italia - QdS

Covid, Ricciardi, lockdown rigido ma breve per l’Italia

redazione web

Covid, Ricciardi, lockdown rigido ma breve per l’Italia

lunedì 15 Febbraio 2021

Lo chiede il consigliere di Speranza convinto che, con le varianti, siamo in una nuova e pericolosa fase della pandemia. "Spero Draghi vada in questa direzione". E invoca verità dalla politica. Gimbe, senza una chiusura totale di due settimane stop&go per tutto il 2021

“Spero che Draghi vada in questa direzione”, ossia quella di un “lockdown rigido ma di breve durata” che coinvolga l’intera Italia per evitare il pericolo varianti.

Lo ha detto in tv Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, illustrando in tv le ultime evoluzioni della pandemia.

Molto pericolose, appunto, per via delle varianti.

La strategia sostenuta da Ricciardi prevede, parallelamente al lockdown, il rafforzamento del tracciamento e della campagna vaccinale.

“Credo che il ministro della Salute Roberto Speranza – ha detto Ricciardi – sia convinto di questa nuova fase. E spero che il presidente del Consiglio Draghi recepisca e che il Governo vada in questa direzione. Ma dipende dal Governo”.

“Ci siamo parlati – ha detto Ricciardi riferendosi al ministro della Salute – e Speranza non si è pronunciato perché sono decisioni che devono prendere il Governo e il Presidente del Consiglio”.

La strategia del lockdown, ha aggiunto Ricciardi, consentirebbe all’Italia di tornare alla normalità più rapidamente, “in mesi, non in anni”.

“Da settembre – ha sottolineato Ricciardi – non siamo riusciti ad essere pienamente impattanti sulle decisioni del Governo, soprattutto perché il precedente presidente del Consiglio e alcuni ministri non erano d’accordo sull’adozione di misure così forti”.

Verità dalla politica

Ricciardi, commentando la conferma della chiusura degli impianti sciistici, ha poi invocato verità per i cittadini da parte della politica.

“Sin dalla prima fase – ha dichiarato – ho consigliato di essere sempre molto sinceri. I Dpcm si susseguivano ogni due settimane quando noi sappiamo che una pandemia dura mesi se non anni”.

“Bisogna essere sinceri con la popolazione – ha aggiunto Ricciardi – e dire che la situazione non potrà migliorare dopo quindici giorni. Queste cose le dico da ottobre, ed è da ottobre che sappiamo che gli impianti sciistici non possono essere aperti”.

La Svizzera fonte di contagio

“Infatti il Paese che ha fatto entrare la variante inglese in Europa – ha spiegato – è stato la Svizzera. La catena contagionistica è stata ricostruita: gli inglesi sono andati a sciare in Svizzera, dove hanno tenuto aperti gli impianti sciistici, e una maestra è tornata a scuola e ha infettato tutti i suoi allievi. Da lì poi si è sparsa nel resto d’Europa”.

“Sono cose che noi sappiamo e diciamo – ha concluso – ma che la politica è restia a dire completamente. La verità è che dobbiamo lottare e, se lottiamo con ragionevolezza e concordia, torniamo alla normalità”.

Gli allarme di Ricciardi

Gli allarme lanciati dal prof. Ricciardi sono stati spesso bersaglio di politici populisti come Matteo Salvini e Vittorio Sgarbi, ma, guardando al bilancio del 2020, tra morti e contagi e ospedali al limite, si può tranquillamente affermare che le sue esternazioni, spesso più allarmistiche di quelle del Governo, sono risultate vere.

Gimbe, senza lockdown stop&go per tutto il 2021

“Un lockdown totale per due settimane farebbe abbassare la curva per poter riprendere il tracciamento, altrimenti bisognerà continuare con stop&go per tutto il 2021”.

Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ha confermato alla radio quanto sostenuto da Walter Ricciardi.

“Credo che il suo ragionamento – ha detto – sia allineato con quel che abbiamo pubblicato prima del periodo natalizio. La strategia che il governo ha assunto è quello della convivenza con il virus, varando misure per evitare la saturazione degli ospedali”.

Chiudere tutto per due settimane significherebbe abbassare la curva per poter riprendere il tracciamento, ma secondo Cartabellotta, “non tutte le regioni sono pronte all’attività di testing e tracciamento”.

“Dobbiamo decidere – ha aggiunto – se siamo disponibili ad accettare una restrizione maggiore per abbassare la curva, oppure se accettiamo di avere un 2021 che andrà avanti con stop&go”.

Difficile che il vaccino migliori la situazione

Secondo Cartabellotta immaginare che la somministrazione del vaccino possa far migliorare la situazione “è molto difficile, sia per i tempi sia per l’incognita varianti”.

L’obiettivo, dunque, dovrebbe essere “far circolare il virus meno possibile e non abbassare il carico sugli ospedali, tutti i Paesi invece hanno scelto la seconda via”.

Dal punto di vista della percentuale di popolazione vaccinata con due dosi, l’Italia è terza nel mondo, “quindi in una posizione assolutamente di merito – prosegue Cartabellotta – ma con differenze regionali non trascurabili”.

Si va dall’1,4% della Calabria al 4,1% di Bolzano.

Il problema delle forniture

Con la quantità di vaccini ricevuta la campagna è proceduta finora bene, sottolinea, “con l’unico neo che abbiamo vaccinato ancora pochi ultraottantenni, perché si è scelto di vaccinare prima gli operatori sanitari anziché le persone più fragili. Ma il vero problema è quello delle forniture”.

Per quanto riguarda le varianti in circolazione, conclude Cartabellotta, “bisogna ipotizzare lo scenario peggiore per evitare di farci trovare impreparati”.

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