Credito d’imposta Zes per i comparti agricolo, ittico e forestale: come funziona in Sicilia e le novità - QdS

Credito d’imposta Zes per i comparti agricolo, ittico e forestale: come funziona in Sicilia e le novità

Credito d’imposta Zes per i comparti agricolo, ittico e forestale: come funziona in Sicilia e le novità

Roberto Pelos  |
mercoledì 05 Febbraio 2025

Le parole di Rosario Marchese Ragona, numero uno di Confagricoltura regionale, riguardo alla misura che è stata reintrodotta quest’anno

“La Legge di Bilancio del 2025 prevede per l’anno in corso il credito d’imposta. Sono stati messi a disposizione 50 milioni di euro per la Zona Economica Speciale Unica del Mezzogiorno dando così la possibilità agli imprenditori delle regioni meridionali: Sicilia, Sardegna, Puglia, Calabria, Campania, Molise, Basilicata, di investire in beni mobili e immobili e disporre del credito d’imposta sugli acquisti che fanno”. Sono le parole di Rosario Marchese Ragona, numero uno di Confagricoltura regionale, riguardo alla misura che è stata reintrodotta quest’anno per lo sviluppo delle realtà del Sud.

L’agenzia delle entrate e le imposte

Il sito Internet dell’Agenzia delle Entrate, in questo caso, parla di “un contributo sotto forma di credito d’imposta a favore delle imprese operanti nella produzione di prodotti agricoli e nel settore forestale e delle micro e pmi attive nella pesca e nell’acquacoltura che effettuano l’acquisizione di beni strumentali destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nella Zona economica speciale per il Mezzogiorno – ZES unica”. Sul portale si dice tra l’altro che “per il riconoscimento del credito d’imposta, l’effettivo sostenimento delle spese ammissibili e la corrispondenza delle stesse alla documentazione contabile predisposta dall’impresa devono risultare da apposita certificazione rilasciata dal soggetto incaricato della revisione legale dei conti”.

Gli auspici per il 2025

“E’ una misura – auspica Rosario Marchese Ragona – che speriamo possa funzionare e che non accumuli i ritardi che sono stati generati nel 2024. Ci auguriamo che le somme possano essere soddisfattive delle richieste di investimento che i nostri imprenditori proporranno sia per i beni mobili che per i beni immobili”.

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