Il presidente di Farmindustria Scaccabarozzi, "Un segnale importante da parte del Governo per la Ricerca e per la spinta sul fronte del contrasto alla pandemia. Già in atto contatti tra imprese"

Mentre i brevetti sui vaccini anti Covid erano ieri i protagonisti del Global Health Summit di Roma – con la proposta di una sospensione temporanea e “mirata” – una prima indicazione per favorire la collaborazione tra case farmaceutiche l’Italia l’ha fornita con il decreto Sostegni bis, inserendo il credito d’imposta per le imprese che effettuano attività di ricerca e sviluppo per farmaci innovativi, inclusi i vaccini.

E Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, Federazione che raggruppa le industrie farmaceutiche, ha plaudito all’incentivo fiscale del venti per cento per i costi sostenuti dal primo giugno 2021 al 31 dicembre 2030 dalle aziende.

“Un importante segnale da parte del Governo – ha detto – , per la Ricerca e per la spinta, ora più che mai necessaria, sul fronte del contrasto alla pandemia da Covid-19”.

La norma prevede che il beneficiario dell’aiuto dovrà impegnarsi a concedere licenze non esclusive a condizioni di mercato non discriminatorie a terzi nello Spazio economico europeo.

Dunque con questa misura, ha sottolineato Scaccabarozzi, “si vuole spingere ancora di più la collaborazione col trasferimento tecnologico, che era quello che noi avevamo chiesto”.

Ovviamente, ha precisato il presidente di Farmindustria, “i brevetti rimangono, perché senza brevetti non c’è ricerca”.

“Anche il Governo – ha affermato Scaccabarozzi – ha dichiarato che togliere il brevetto non è la soluzione per avere i vaccini domani. E’ stato grazie al brevetto che abbiamo trovato in pochi mesi dei vaccini e questo non se lo aspettava nessuno. Lo scorso anno avremmo firmato col sangue per poter avere 4 vaccini. Inoltre, ci sono già undici miliardi di vaccini prodotti nel 2021 nel mondo e trecento accordi tra imprese e partnership per la produzione del vaccino”.

Con la norma del credito di imposta si va proprio nella direzione di favorire questo percorso di partnership che “da noi è già molto importante ma che si allarga ora ancora di più, non solo tra privato e privato ma anche tra privato e istituzioni”.

Le imprese, pertanto, vedono la norma “come un segnale straordinario di un Paese che vuole favorire la Ricerca, l’economia e vuole tenere ad alti livelli un settore che in questo momento ha pochi eguali in Europa.

Si tratta quindi di un segnale fortemente positivo” perché va nella direzione, dice, “di riuscire a mantenere il nostro Paese ad alti livelli di Ricerca e produzione in un’area come quella farmaceutica che è importante per la salute e l’economia”.

Intanto procede spedita l’operazione di contatti tra aziende italiane per la produzione ‘in casa’.

In tal senso, ha rivelato Scaccabarozzi, “continuiamo la collaborazione e la partnership con il ministero dello Sviluppo economico: abbiamo dato la lista delle aziende e stanno andando avanti i contatti tra le aziende che hanno dato la disponibilità soprattutto nella produzione del ‘bulk’, ovvero del principio attivo e di altri componenti per i vaccini anti-Covid: da interlocuzioni col Mise, mi sembra ci siano già alcune interazioni e partnership abbastanza avanti”.