Caltanissetta

Crisi idrica a Gela verso la normalizzazione, ora ciò che rimane è la rabbia dei cittadini

GELA (CL) – L’acqua sta tornando, seppur pian piano e non in tutte le zone della città, ma l’ennesima crisi idrica che ha visto protagonista l’area gelese ha riacceso i riflettori su una questione che si ripresenta periodicamente e che ancora una volta ha messo in ginocchio i cittadini.

I cittadini si sono trovati ancora una volta con le spalle al muro e a portare la loro voce all’Ars ci ha pensato il deputato regionale del Movimento 5 stelle, Nuccio Di Paola. Quest’ultimo ha chiesto alla Regione quali siano gli interventi in programma per ammodernare la rete idrica della zona, con quali tempistiche, e quale attività di vigilanza sia stata effettuata su Caltaqua, società che gestisce il servizio. “Mezza città di Gela – ha detto il pentastellato – è rimasta a secco per una settimana e i cittadini sono stati costretti a fare la fila davanti alle autobotti per avere qualche litro d’acqua: scene indegne di un luogo civile. Sono amareggiato e indignato e ho presentato un’interrogazione al presidente Nello Musumeci e all’assessore dell’Energia e dei Servizi di pubblica utilità, Alberto Pierobon, per sapere come intendano intervenire per scongiurare nuove emergenze”.

Una conduttura di nuova costruzione – ha aggiunto – è esplosa due volte in pochi giorni e a riparare il guasto sono stati inviati solo alcuni operai. L’accaduto apre molti interrogativi sullo stato della rete idrica e sulla gestione del servizio da parte di Caltaqua. Abbiamo già incalzato la società su altre questioni, come il pagamento di oltre 700 mila euro dovuti di Tosap pregressa degli ultimi cinque anni. Ancora una volta siamo costretti a parlare di Caltaqua e stavolta sia il Governo regionale a chiarire le cose”.

Intanto, grazie a una serie di interventi in emergenza le squadre tecniche di Caltaqua hanno riavviato l’erogazione idrica nella zona cosiddetta Spinasanta Alta. “Il susseguirsi delle rotture lungo la medesima condotta a distanza di qualche centinaio di metri in 48 ore una dall’altra – hanno affermato dalla società – ha costretto le squadre tecniche a lavorare in condizioni d’emergenza. Il secondo intervento di ricerca e riparazione della perdita è stato condotto su di un tratto di rete ‘incamiciato tubo dentro tubo’ in una condotta metallica e ciò ha inevitabilmente reso più complesso e lungo l’intervento. Il disservizio in questione ha riguardato all’incirca un terzo della città, senza interessare le strutture più sensibili (ospedale, carcere, clinica S. Barbara) che non hanno subito alcun disagio”.

“Caltaqua – hanno concluso i rappresentanti della società – ha sempre direttamente coordinato questi lavori attraverso le proprie strutture tecniche di riferimento, in costante contatto con la Direzione tecnica e la Direzione generale, impiegando di volta in volta la forza lavoro necessaria. Il presidio e la gestione del cantiere ha risposto incrementando le unità operative, individuando soluzioni tecniche di emergenza e provvedendo a venire incontro alle esigenze dell’utenza aumentando il numero delle autobotti”.