Crisi imprese e Pnrr, le banche in Sicilia raccolgono la sfida: “Noi in campo” - QdS

Crisi imprese e Pnrr, le banche in Sicilia raccolgono la sfida: “Noi in campo”

Crisi imprese e Pnrr, le banche in Sicilia raccolgono la sfida: “Noi in campo”

sabato 30 Aprile 2022

Prosegue il viaggio del Qds nel settore bancario: la pandemia ha posto le banche di fronte a nuove sfide. Strategie e progetti di crescita di Banco Bpm, Gruppo Bcc Icrea e Crédit Agricole

Nel 2021 in Sicilia sono stati chiusi ben 52 sportelli bancari e abbiamo assistito alla perdita di 525 addetti. La questione è arrivata all’Ars attraverso in un’interrogazione del capogruppo del Pd, Giuseppe Lupo, inoltrata all’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao.

Palermo la provincia più colpita con 14 sportelli in meno

La provincia maggiormente colpita è quella di Palermo con 14 sportelli e 320 addetti in meno rispetto al 2020 – prosegue il dem -, ma nessuna provincia è indenne da un ridimensionamento che impoverisce ulteriormente il territorio. Messina perde 53 lavoratori, Trapani 29 e solo Enna ne acquista 11. Ben 10 comuni hanno perso l’unico sportello bancario che era ubicato nel loro territorio.

Parallelamente a questi dati preoccupanti, sintomo – come li ha giustamente definiti Lupo – “di una progressiva involuzione del tessuto economico cui occorre porre un freno con urgenza”, si registrano però anche segnali positivi di un profondo cambiamento del settore bancario e dei suoi modelli tradizionali, il cui superamento è stato imposto dall’emergenza pandemica.

l virus ha dunque “riscritto” il ruolo delle banche

Il virus ha dunque “riscritto” il ruolo delle banche, ha cambiato profondamente il loro modo di rapportarsi al territorio affidando a questo settore responsabilità importanti sia nella fase drammatica dell’emergenza, sia in quella ancor più difficile della ricostruzione.

“In Europa bisogna procedere ad una rivalutazione complessiva dell’adeguatezza del quadro regolamentare sulla finanza, per verificare se sia adatto al contesto mutato a seguito delle ultime crisi, in particolare quella legata alla guerra in Ucraina”: è stato il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, a ricordarlo, proprio per sottolineare che i cambiamenti sono ancora in atto e quindi anche i processi di adeguamento a questi cambiamenti, pure.

“L’ultima crisi arrivata sull’economia, quella collegata alla guerra in Ucraina non sta creando problemi, come le precedenti, sulle liquidità quello che sta colpendo è l’incremento dei costi di produzione: aumentano – ha rilevato Sabatini – e così si comprimono i margini delle imprese, e diventa più difficile sostenere l’indebitamento che è cresciuto anche a causa della precedente crisi. In questa situazione bisogna porsi il problema di come aiutare le imprese a sostenere il loro debito”.

Crisi, liquidità, profitti: è qui che si gioca la partita della ricostruizione post-pandemica

Crisi, liquidità, profitti: è qui che si gioca la partita della ricostruizione post-pandemica. Una partita che vede inevitabilmente protagoniste le banche che dei territori hanno imparato a conoscere potenzialità ma soprattutto debolezze.

Il livello della cultura finanziaria è basso

C’è poi un’altra considerazione da fare che è quella legata alla cultura finanziaria.
I dati raccolti dalla Banca d’Italia nel 2020 con l’indagine sull’alfabetizzazione e le competenze finanziarie mostrano che il livello della cultura finanziaria è bassa soprattutto tra gli imprenditori meno istruiti e tra quelli a capo di aziende con meno di cinque dipendenti. Un vulnus che non è solo siciliano o italiano, precisa la Banca d’Italia, ma che impone alle banche un’ulteriore riflessione: un motivo in più per tendere la mano alle imprese aiutandole a comprendere gli effetti positivi che le competenze finanziarie hanno su tanti aspetti della gestione aziendale.

Ed è questa la ragione che ha portato il Quotidiano di Sicilia, dopo la prima puntata dello scorso 22 febbraio, a proseguire il viaggio che servirà a conoscere e ad approfondire le strategie messe in atto in Sicilia dai principali gistituti di credito. Dopo Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banca Sant’Angelo, stavolta tocca a Banco Bpm, Crédit Agricole e Gruppo Bcc Iccrea.

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