La cassa integrazione improrogabile scade il 31 dicembre e i sindacati e i lavoratori di Almaviva chiedono che non si spengano i riflettori sulla loro situazione.
Ultimi giorni di fine anno e anche di speranza per i circa 400 lavoratori della Almaviva Contact che non riescono a trovare risposte positive circa la crisi che li ha travolti. Il 19 dicembre, ultimo disperato tentativo per non essere dimenticati in un momento in cui sia a livello nazionale che regionale tutte le risorse sono spese sulle rispettive finanziarie: i lavoratori della Almaviva saranno impegnati in uno sciopero a livello regionale.
Sia da Catania che da Palermo, i quattrocento cui il 31 dicembre scade la cassa integrazione straordinaria non prorogabile si raduneranno a Piazza Marina, nel capoluogo regionale, per dare il via a un corteo che si concluderà in Piazza Indipendenza sotto la Presidenza della Regione.
Almaviva, il 19 dicembre sciopero in attesa di risposte
La manifestazione è stata annunciata oggi dalle organizzazioni sindacali con una nota congiunta. “Una vertenza che avrà un epilogo negativo con il licenziamento al 31 dicembre di 400 lavoratori, preso atto che dopo un anno di confronti istituzionali non esiste nessuna soluzione concreta in grado di salvaguardare il futuro di 400 famiglie siciliane”. Questo scrivono nel lanciare l’allarme le sigle sindacali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Tlc.
“Chiediamo alle Istituzioni Nazionali e Regionali di farsi carico congiuntamente di tutte le iniziative utili a scongiurare una ricaduta sociale così grave per il nostro Territorio”, scrivono le organizzazioni sindacali a tredici giorni dalla caduta della scure.
I tavoli di crisi
Il 5 dicembre sulla vicenda Almaviva si era svolto un incontro nazionale al Mimit, convocato dal Responsabile del Tavolo di crisi. All’incontro hanno partecipato in collegamento tutte le Regioni interessate alla vertenza (Lombardia, Lazio, Campania, Calabria e Sicilia) e la rappresentanza di Sviluppo Italia nelle sue diramazioni territoriali. Per la Regione Siciliana avevano partecipato l’assessore alle Attività produttive Edy Tamajo e il direttore generale dell’Assessorato al Lavoro, oltre l’azienda Almaviva e le organizzazioni sindacali.
Tamajo aveva reso noto che la Regione Siciliana, nello specifico l’Assessorato alla sanità, può assorbire solo la metà dei lavoratori del bacino siciliano. Al Ministero di Adolfo Urso l’assessore regionale Edy Tamajo aveva chiesto di farsi carico di ulteriori soluzioni ed, eventualmente, prorogare la cassa integrazione.
Il No di Roma e l’interrogazione all’Ars
Il responsabile dell’area di crisi, secondo i sindacati che ne hanno riferito esito, ha risposto che “non esistono i presupposti normativi per la proroga della cassa integrazione e che l’unico ammortizzatore sociale disponibile è la Naspi, pertanto permane la condizione del licenziamento collettivo”. La risposta dei sindacati era stata di “indisponibilità a chiudere la Procedura di Licenziamento con esito positivo, viste le altissime ricadute occupazionali prodotte dalla vertenza specialmente nella nostra Regione, rinviando un approfondimento del confronto nel prossimo incontro ministeriale”.
Altra tappa il 9 dicembre, quando si è tenuto al Ministero del Lavoro l’incontro di procedura di licenziamento, in sede amministrativa, “visto il mancato accordo in fase sindacale”. Il giorno successivo era in agenda un incontro all’Assessorato delle attività produttive con l’assessore Tamajo, ma per motivi di carattere personale, il responsabile delle attività produttive regionali – che si era fatto carico della crisi Almaviva con le sue gravi ricadute sociali – ha dovuto rinviare il tavolo a data da destinarsi.
Interrogazione all’Ars sulla crisi Almaviva
Il 10 ottobre era stata protocollata un’interrogazione del deputato regionale Adriano Varrica, del Movimento 5 Stelle, all’assessore regionale per le Autonomie locali e Funzione pubblica ed all’assessore regionale per la Salute. Varrica chiedeva di sapere “se e in che maniera la Regione Siciliana possa e intenda dare attuazione” al cosiddetto decreto liste d’attesa, “quali sono i concorsi previsti dalla Regione per il biennio 2024-25 che potranno essere oggetto dell’attuazione del comma 3 bis dell’art.3” del predetto decreto e “quali sono le risorse previste dal detto Decreto liste d’attesa, destinate alla Regione per effettuare concorsi”.
La risposta, in Commissione, firmata dall’assessore Andrea Messina per l’Assessorato regionale Autonomie locali e Funzione pubblica, è datata 16 dicembre e riporta riferimenti normativi secondo cui il Decreto liste d’attesa non è applicabile al caso dei lavoratori Almaviva, pur avendo svolto servizio di pubblica utilità “1500” durante la pandemia.
Almaviva, il nuovo sciopero del 19 dicembre contro una crisi “abbandonata”
Tra il tavolo Stellantis, quello Versalis e altre crisi all’orizzonte che viaggiano parallelamente alla fibrillazione politica per la finanziaria nazionale, e mentre in Sicilia viaggia tra mille difficoltà ed emendamenti in pari fibrillazione la Manovra regionale, la vertenza dei lavoratori Almaviva sembra un granellino di sabbia nel mare. Per questa ragione le organizzazioni sindacali che hanno organizzato lo sciopero del 19 dicembre, chiedendo attenzione sul caso Almaviva affinché non si spengano i riflettori.
Nella risposta dell’assessore Messina al deputato Varrica, invece, sembra che la luce sia spenta. Con l’iniziativa Job Day, spiega Messina a Varrica, la Regione Siciliana si è fatta carico della vicenda, e “su iniziativa dell’assessore del Lavoro Nuccia Albano e Sviluppo Italia Lavoro nello scorso luglio, in cui circa 300 lavoratori Almaviva si sono interfacciati con 40 aziende in cerca di personale”. Secondo l’assessore, inoltre, “può tornare utile evidenziare che dal sito istituzionale di Almaviva si rileva come la stessa azienda ricerchi figure professionali con diversi profili per i propri uffici”.
Per i lavoratori sempre….