Da gregario a leggenda rossazzurra: Mariano Izco dice addio al calcio

Da gregario a leggenda rossazzurra: Mariano Izco dice addio al calcio

Daniele D'Alessandro

Da gregario a leggenda rossazzurra: Mariano Izco dice addio al calcio

venerdì 04 Novembre 2022

Mariano Izco ha annunciato oggi il ritiro: da comparsa e semplice gregario all'arrivo a Catania, l'argentino è diventato una bandiera rossazzurra.

Se dovessimo descrivere la carriera di Mariano Julio Izco in modo estremamente sintetico, i termini più appropriati sarebbero sicuramente due: cuore e lavoro.

Quella del centrocampista argentino, che oggi a 39 anni ha deciso di dire addio al calcio giocato, è stata una storia incentrata su sudore e fatica.

Un lungo percorso all’insegna della meritocrazia, senza mai ottenere sconti o regali da niente e nessuno, che dallo storico barrio di San Telmo, a Buenos Aires, lo ha portato a diventare colonna del più grande Catania di tutti i tempi.

La lettera d’addio

“Marianito” ha affidato ai propri social l’annuncio del ritiro, condividendo con i tifosi tutte le sue emozioni in questo giorno malinconico.

“Ho sempre corso, in tutta la mia carriera. In ogni campo, argentino o italiano, in ogni categoria, dalla A alla C, per ogni squadra di cui abbia indossato i colori, ho sempre dato tutto me stesso, rincorrendo il pallone, gli avversari e soprattutto un sogno. Sognavo esattamente una carriera come questa da bambino, e ci sono riuscito. Voglio ringraziare tutti i tifosi, le società, i dottori, i compagni, gli allenatori, i magazzinieri e tutti i lavoratori del dietro le quinte che non vengono mai nominati. Un grazie speciale va a mia moglie, ai miei figli e alla mia famiglia. Ho appeso gli scarpini al chiodo e, proprio come ho sempre fatto in carriera, sto già correndo verso un nuovo obiettivo. Grazie a tutti, Mariano”.

Da comparsa ad attore protagonista: la scalata di Izco

Portato a Catania dall’Argentina nell’estate del 2006, grazie al canonico fiuto verso i talenti della scuola albiceleste dell’allora ad Pietro Lo Monaco, Izco ha saputo scalare in silenzio le gerarchie ed imporsi come pedina fondamentale nello scacchiere tattico di tutti gli allenatori transitati ai piedi dell’Etna negli 8 anni d’oro vissuti nell’èlite del pallone tricolore.

Mai dato per titolare nelle formazioni pre-campionato, mai uomo-copertina, nascosto dietro le magie dei vari giocolieri che hanno illuminato il “Massimino” nel corso delle stagioni. Da Marino a Simeone, passando per Mihajlovic, Montella e Maran, però, il numero 13 è sempre stato intoccabile, anima e cuore pulsante della mediana rossazzurra.

Le statistiche, che nel giorno del ritiro assumono valore in via definitiva, non mentono: 280 presenze, suddivise tra il paradiso della A e l’inferno della C, che gli valgono il terzo posto nella storia etnea alle spalle di due giganti come Damiano Morra (320) e Marco Biagianti (284). 7 invece, le reti siglate, tutte in massima serie. Tra queste, la più bella e speciale: quel piattone destro a battere Manninger in uscita disperata che suggellò l’indimenticabile vittoria per 1-2 a Torino contro la Juventus nel dicembre 2009.

Semplicemente leggenda.

Capitano fino alla fine

Da vero capitano, al tramonto della carriera dopo le esperienze vissute con Chievo Verona, Crotone, Cosenza e Juve Stabia, Mariano ha voluto chiudere il cerchio laddove tutto era cominciato.

Ultimo a mollare, sempre con la fascia al braccio, anche in campi che mai aveva conosciuto prima.

Ultimo ad abbandonare la nave rossazzurra, amore di una vita intera, affondata definitivamente in quel disgraziato 9 aprile 2022.

Quelle lacrime, in prima fila, nel devastante pomeriggio di commiato vissuto a Torre del Grifo, hanno simboleggiato la fine non solo del Calcio Catania 1946, ma anche della sua splendida avventura sul rettangolo verde.

Il futuro

Appese le scarpette al chiodo, l’argentino è proiettato adesso verso quella che sarà per lui la prossima sfida professionale.

Izco, infatti, si è già addentrato nel mondo dei procuratori sportivi, partecipando in prima persona al trasferimento del talento classe 2003 Cesare Casadei dall’Inter al Chelsea per 15 milioni di euro avvenuto durante lo scorso mercato estivo.

Chissà, a questo punto, che non possa poi diventare agente del piccolo Santiago, il figlioletto di 7 anni, che ha iniziato a calcare i campi da gioco e sembra anche saperci fare.

Riportandolo, magari, tra qualche anno al Catania.

Per poter riscrivere, insieme, un nuovo capitolo della meravigliosa storia vissuta in rossazzurro.

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