Dalla bioraffinazione ai giacimenti di gas, l’impegno di Eni per una transizione giusta - QdS

Dalla bioraffinazione ai giacimenti di gas, l’impegno di Eni per una transizione giusta

redazione

Dalla bioraffinazione ai giacimenti di gas, l’impegno di Eni per una transizione giusta

giovedì 23 Dicembre 2021

Nel rapporto locale di sostenibilità, relativo al 2020, la strategia dell’Azienda che punta sul “modello Gela”. Tra le tecnologie più promettenti il nuovo impianto “Biomass Treatment Unit”

Dalla ricerca e produzione di idrocarburi (con un focus sullo sviluppo del gas naturale) alla bioraffinazione, passando per le attività di risanamento ambientale. Il rapporto locale di sostenibilità di Eni, relativo al 2020, fotografa l’impegno dell’azienda per uno sviluppo attento all’ambiente e alla sicurezza delle persone.

Negli ultimi anni, l’Azienda del cane a sei zampe sta attraversando una profonda fase di trasformazione che mira al raggiungimento dell’obiettivo di neutralità carbonica al 2050. L’azienda punta a contribuire, direttamente o indirettamente, al conseguimento degli obiettivi di Sviluppo sostenibile (Sdg) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, sostenendo una transizione energetica socialmente equa, la cosiddetta just transition, che risponda con soluzioni concrete ed economicamente sostenibili alle sfide per contrastare il cambiamento climatico e per dare accesso all’energia in maniera efficiente e sostenibile, per tutti.

Gela può definirsi a tutti gli effetti un esempio locale della strategia Eni improntata alla sostenibilità. Qui l’azienda ha voluto dare un impulso significativo al business della bioraffinazione attraverso il Protocollo d’intesa siglato il 6 novembre 2014 che ha previsto un importante programma di investimenti in accordo con gli stakeholder locali.

Tra le tecnologie più promettenti, il nuovo impianto Biomass Treatment Unit (BTU) che consentirà alla bioraffineria Eni di Gela di utilizzare solo biomasse che non siano in competizione con la filiera alimentare, dagli oli alimentari esausti ai grassi da lavorazioni ittiche e di carni prodotte in Sicilia. La costruzione dell’impianto, iniziata nei primi mesi del 2020, è stata completata nei tempi previsti, fornendo un contributo all’occupazione locale pari a 1,3 milioni di ore lavorate, raggiungendo l’obiettivo “zero infortuni”.

Sono inoltre proseguite le attività di sperimentazione dell’impianto pilota Waste to Fuel per la produzione di biocarburanti utilizzando materiali di scarto come il FORSU (Frazione organica dei rifiuti solidi urbani), i fanghi di depurazione, gli scarti di potature, dell’industria agroalimentare e della grande distribuzione. La tecnologia si basa su un processo termochimico in soluzione acquosa che trasforma la biomassa di partenza in “petrolio biologico” o bio-olio, con una resa energetica dell’80%. Dal processo Waste to Fuel si ricava dal 3% al 16% di bio-olio, che può essere utilizzato direttamente come combustibile a basso contenuto di zolfo per il trasporto marittimo o raffinato per ottenere biocarburanti ad alte prestazioni. Dal processo, inoltre, si ricava gas (principalmente biometano e CO2 ) e fino al 60% di acqua che, opportunamente depurata, è riutilizzabile all’interno dell’impianto stesso o per altri usi industriali o irrigui.

Fiore all’occhiello dello stabilimento gelese è la Bioraffineria, avviata nel mese di agosto 2019, che consente di produrre biocarburanti di alta qualità a partire da materiali di scarto che altrimenti sarebbero destinati allo smaltimento, con aggravio dei costi per la comunità e impatto sull’ambiente. La caratteristica di processare materie prime di seconda generazione – c.d. unconventional – derivanti da scarti della produzione alimentare, quali oli usati e di frittura rigenerati, grassi animali e sottoprodotti legati alla lavorazione degli oli vegetali, fa di Gela un impianto innovativo a elevata sostenibilità ambientale. Nel 2020 è stata raggiunta la piena operatività del sito: i volumi di lavorazione di oli vegetali per il ramp-up della produzione di biocarburanti hanno raggiunto le 710 mila tonnellate, valore più che raddoppiato rispetto alle 400 mila tonnellate del 2019, mentre le produzioni di biocarburanti sono quintuplicate rispetto al 2019.

La realizzazione della bioraffineria garantisce il miglioramento di tutte le matrici ambientali grazie all’abbattimento delle emissioni (SO2, NOx, CO, polveri) superiore al 70% rispetto al ciclo tradizionale. Per migliorare l’impatto visivo del sito saranno inoltre realizzati numerosi interventi volti al progressivo miglioramento dello skyline dell’area industriale grazie alla dismissione dei vecchi impianti per la raffinazione del petrolio.

Ancora, tra i progetti più importanti previsti dal Protocollo d’intesa 2014 vi è lo sviluppo dei giacimenti a gas “Argo e Cassiopea”, in linea con la strategia di Eni per la valorizzazione del gas naturale come fonte energetica a basse emissioni. Nel corso del 2020 sono state portate avanti le attività preliminari per l’avvio delle operazioni di cantiere, iniziate poi nell’estate 2021. Il progetto prevede la realizzazione, nel corso del 2023, di quattro pozzi sottomarini per la coltivazione del gas naturale. Il gas estratto dai quattro pozzi verrà inviato, tramite una pipeline sottomarina, ad un nuovo impianto di trattamento e compressione onshore all’interno della raffineria di Gela e, una volta trattato, verrà immesso nella rete di distribuzione nazionale.

In generale, lo scorso anno, le attività presenti sul territorio di Gela hanno prodotto 258 migliaia di tonnellate di CO2 eq. L’aumento delle emissioni di GHG del 55% rispetto al valore dell’anno precedente è riconducibile al fatto che la bioraffineria non ha potuto operare a pieno regime se non da agosto 2019: al contrario, il valore 2020 rispecchia il funzionamento a pieno regime dell’impianto durante tutto l’anno solare. Un contributo all’ambiente lo scorso anno è arrivato anche da Eni Rewind che ha recuperato circa il 47% dei rifiuti potenzialmente recuperabili, con un incremento di 15 punti percentuali rispetto al 2019. L’impegno di Eni a favore dell’ambiente passa anche attraverso le attività di bonifica e di riqualificazione produttiva delle ex aree industriali e degli impianti non più utilizzati. Senza dimenticare che, nel corso del 2020, Eni ha investito 32 milioni di euro in attività ambientali, portando avanti diverse iniziative di bonifica sul territorio.

Al centro della strategia di Eni ci sono le persone: nel 2020, la forza lavoro delle realtà Eni di Gela ha raggiunto le 1.054 unità, mantenendo sostanzialmente stabile la presenza dell’azienda sul territorio in un anno reso particolarmente complesso a causa dell’emergenza sanitaria. Si tratta perlopiù di forza lavoro locale: il 98% dei dipendenti sono residenti in Sicilia e il 73% risiede nel comune di Gela.

Sul territorio di Gela, Eni supporta, infine, diverse iniziative per rispondere ai bisogni della comunità, migliorare le condizioni ambientali e sociali e promuovere e valorizzare le ricchezze del territorio e si è attivata per supportare la comunità gelese durante l’emergenza sanitaria. A tal proposito, Eni ha sostenuto il presidio ospedaliero Vittorio Emanuele di Gela con l’acquisto di attrezzature mediche, tra cui 30.000 mascherine chirurgiche, 7.500 mascherine FFP2, 15 ventilatori polmonari, 1 sterilizzatrice e 1 ecografo, per un valore complessivo pari a oltre 600 mila euro. Eni, insieme al Comune di Gela, la Fondazione Banco Alimentare e il Banco Alimentare della Sicilia Onlus, ha anche sottoscritto un accordo di collaborazione a supporto della sicurezza alimentare. Nel 2020 è stato ufficialmente avviato, inoltre, il cantiere per la ristrutturazione e l’adeguamento degli impianti dell’Ex Casa Albergo Eni, per una sua riconversione in un polo multifunzione, “Macchitella Lab”, al servizio dei giovani e delle imprese. L’azienda è a fianco degli studenti nei percorsi PCTO e ha realizzato, in collaborazione con l’IIS “E. Majorana” di Gela, un progetto pilota per contrastare il fenomeno dell’abbandono scolastico.

Sicurezza e tutela della salute nei luoghi di lavoro,
la Raffineria di Gela al top tra le imprese in Italia

La Raffineria di Gela Spa ha ottenuto uno dei cinque “prize” assegnati nell’ambito della settima edizione del “Premio Imprese per la sicurezza 2021”, organizzato da Confindustria e Inail, con la collaborazione tecnica di Apqi – Associazione premio qualità Italia e di Accredia – Ente italiano di accreditamento. Il 2 dicembre scorso a Milano, nell’ambito di Connext, la Raffineria di Gela ha superato tutte le aziende anche non aderenti al sistema Confindustria per la capacità di garantire ai propri lavoratori elevati standard di sicurezza.

Il premio viene assegnato secondo il punteggio raggiunto (alla fascia più alta sono stati assegnati gli Award e a seguire i Prize), a categorie di imprese distinte per tipologia di rischio e per dimensione, a seguito di un lungo iter di valutazione che ha previsto anche visite in azienda.

L’Award è stato assegnato a Meic Services Spa che si occupa della fornitura di Gas Metano con carri bombolai. I 5 Prize sono stati consegnati, oltre alla citata Raffineria di Gela Spa che si occupa della trasformazione di biomasse in biocarburanti, anche a: Aptar Italia Spa che si occupa della fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche impiegati principalmente nel settore cosmetico, della profumeria e della pulizia della casa; Caterpillar Hydraulics Italia Srl che si occupa della produzione di cilindri idraulici per il gruppo Caterpillar; F.I.L. Fabbrica Italiana Lamiere Srl che si occupa della produzione di lamiere per la costruzione di parti meccaniche e di componenti di impianti; Geodem Ambiente Srl che si occupa di demolizioni, scavi e bonifiche. Le cinque “menzioni” sono state date a: Aptar Italia Spa; F.I.L. Fabbrica Italiana Lamiere Srl; Meic Services Spa; Sivi Srl; Raffineria di Gela Spa.

L’evento – a cui il Presidente della Repubblica ha attribuito anche quest’anno la medaglia – dà risalto ai migliori risultati aziendali, premiando l’impegno concreto per la sicurezza sul lavoro. Si premiano i progetti più virtuosi, che possono rappresentare modelli di riferimento per il continuo miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza. Oltre alla salute delle proprie persone, delle famiglie e delle comunità in cui opera, Eni si impegna costantemente per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro, indipendentemente da ogni situazione contingente, al fine di garantire l’incolumità dei propri dipendenti e contrattisti.

Durante il 2020, a Gela, si sono verificati gli infortuni di un dipendente e di un contrattista. L’indice di frequenza degli infortuni totali registrabili (Trir) della forza lavoro ha registrato una riduzione del 41% rispetto al valore del 2019. Inoltre, Eni svolge periodicamente esercitazioni di emergenza al fine di testare l’efficacia delle procedure di risposta alle emergenze, individuando eventuali margini di miglioramento, qualora necessari. Nel corso del 2020 sono state svolte 147 esercitazioni di emergenza di primo livello, 7 di secondo livello e 1 di terzo livello.

“Il Covid ha dimostrato che la sicurezza sul lavoro è una condizione essenziale del fare impresa. Dobbiamo puntare sulla prevenzione, sulla formazione e sull’informazione. La cultura della sicurezza – che pure necessita di un apparato sanzionatorio – si alimenta solo se si farà crescere la partecipazione nei luoghi di lavoro”, ha commentato Maurizio Stirpe, vicepresidente di Confindustria per il lavoro e le relazioni industriali.

“Per questo Confindustria ha avanzato alcune proposte come quella di istituire delle commissioni paritetiche in azienda in modo che la sicurezza sul lavoro possa diventare parte integrante ed essenziale dei processi aziendali. Si può fare di più -ha concluso Stirpe – e per questo chiediamo ai sindacati di lavorare insieme. Il fatto che i protocolli durante il Covid abbiano funzionato e consentito di tenere aperte le aziende vuol dire che quando si lavora insieme, si ottengono più facilmente risultati per il bene di tutti.”

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