Dalla Scala dei turchi a Capo Passero, le mire dei privati sui beni comuni dell’Isola - QdS

Dalla Scala dei turchi a Capo Passero, le mire dei privati sui beni comuni dell’Isola

Dalla Scala dei turchi a Capo Passero, le mire dei privati sui beni comuni dell’Isola

venerdì 27 Settembre 2019

Numerose le dispute tra valorizzazione economica e sostenibilità che finiscono davanti al Tar. Nei giorni scorsi accolto un ricorso di Legambiente sui limiti di edificabilità nelle saline di Marsala

PALERMO – Dalle Saline di Marsala a Capo Passero passando per la Scala dei Turchi. Luoghi simbolo della storia e della bellezza paesaggistica isolana che devono fare i conti con le strategie che puntano alla valorizzazione economica e che non sempre risultano adeguate alla sostenibilità ambientale dei luoghi. A volte il confine è molto sottile e spesso deve intervenire la magistratura per dirimere le controversie.

STOP DEL TAR A MARSALA
È arrivata nei giorni scorsi una nota di Legambiente che conferma l’accoglimento, da parte del Tar di Palermo, del ricorso in relazione al permesso impugnato, da parte dell’associazione ambientalista, che aveva consentito, nel luglio dello scorso anno, l’edificazione di “un’abitazione a meno di 50 metri dalla riva nel tratto più bello e suggestivo della laguna, meta di migliaia di turisti ogni anno”.

Secondo quanto riferito da Maria Letizia Pipitone, presidente del circolo di Marsala, il “Tar di Palermo ha accolto interamente i nostri motivi di ricorso, stabilendo per la prima volta in Sicilia, che le Saline dello Stagnone di Marsala, oltre ad essere alimentate dall’acqua del mare a cui lo Stagnone è collegato dalle cosiddette bocche di apertura poste a Nord e a Sud della laguna, sono delimitate verso la costa dal canalone in cui scorre l’acqua marina.
Si tratta quindi di acque demaniali marittime che segnano la linea della battigia da cui occorre misurare l’estensione della fascia di inedificabilità di 150 metri previsto”.

LA BATTAGLIA DI CAPO PASSERO
Per una vittoria ambientalista, c’è un progetto ancora in bilico che da tempo fa discutere: è il complesso turistico previsto all’interno dell’ex tonnara di Isola Capo Passero. Lo ha denunciato il deputato regionale democratico Anthony Barbagallo che ha precisato come il progetto “rischia di essere realizzato a dispetto di tutte le incompatibilità e le norme di tutela di un paradiso naturalistico inserito nel Piano regionale delle Riserve e ricadente in un’area sottoposta a vincolo”.

Per Barbagallo occorre un provvedimento ad hoc dell’assessore regionale all’Ambiente anche perché la “sentenza del Tar di Catania che ha annullato il provvedimento del Dipartimento Beni Culturali in realtà non entra nel merito della vicenda, ma sia pur solo intervenendo sul piano procedurale concede un pericoloso via libera alla realizzazione del progetto che sottraendo l’area alla pubblica fruizione ne altererebbe l’unicità quale luogo incontaminato”.

SCALA DEI TURCHI: PROBABILE ACCORDO TRA PRIVATI E COMUNE
Per anni ha ospitato uno dei più celebri ecomostri d’Italia, adesso la spettacolare Scala dei Turchi, è al centro di una nuova disputa che riguarda un privato cittadino, proprietario di una particella che ricade nell’area, e il Comune di Realmonte. L’amministrazione comunale sta cercando di trovare un accordo che, stando a quanto diffuso verso la metà di settembre, prevede che Scala dei Turchi “diventi di proprietà esclusiva del Comune di Realmonte e che quindi potrà gestirla e con introiti esclusivi per la pubblica amministrazione nel caso di accesso a pagamento” mentre gli “eventuali ricavi del brand ‘Scala dei Turchi’, invece, andrebbero ripartiti per un periodo di 70 anni, in misura pari al 70% al privato e al restante 30% al Comune”. Alla scadenza di questo periodo, la titolarità del brand e gli eventuali ricavi passeranno per intero al Comune.

SEQUESTRI NEL MESSINESE
Non mancano nemmeno i casi di occupazione abusiva, che da anni denunciamo dalle colonne di questo giornale. Nei giorni scorsi è stato eseguito un decreto di sequestro emesso dal tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, da parte dei carabinieri di Terme Vigliatore, nel messinese, nei confronti di due persone che, in concorso tra loro, sono ritenute responsabili di occupazione abusiva di un’area appartenente al demanio fluviale. Stando a quanto riportato dalla cronaca, i due soggetti avrebbero occupato abusivamente un’area di proprietà del demanio fluviale, nell’alveo del torrente Patrì, tramite fabbricati realizzati in laterizi e copertura coibentata, utilizzati come luogo di parcheggio e manutenzione di mezzi pesanti e veicoli.

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