Dallo street food ai vini, così si celebra a tavola il trionfo del “made in Sicily” - QdS

Dallo street food ai vini, così si celebra a tavola il trionfo del “made in Sicily”

Rossella Fallico

Dallo street food ai vini, così si celebra a tavola il trionfo del “made in Sicily”

sabato 07 Novembre 2020

La querelle che divide l’Isola: arancino o arancina? E poi, pane con le panelle e pane ca’ meusa. Salato, ma non solo. Tradizione e qualità dei prodotti: questo il segreto della cucina siciliana, tra le più apprezzate al mondo

Virginia Woolf diceva “Non si può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non si ha mangiato bene”. Chissà se l’amata scrittrice lo disse durante il suo soggiorno in Sicilia, intorno agli anni ’30, dopo aver gustato le prelibatezze dell’Isola. La Sicilia è una terra bellissima da visitare, ricca di attrazioni artistiche e culturale con un vasto patrimonio storico, molto spesso non valorizzato come si dovrebbe. Arte, cultura e…tradizioni culinarie. Sì, perché la tradizione gastronomica siciliana è sicuramente tra le più importanti e variegate del Belpaese: questo lo si deve soprattutto al fatto che l’Isola è stata, nel corso dei millenni, crocevia di culture che vi si sono insediate.

La cucina siciliana è sicuramente una delle più popolari d’Italia ed è molto apprezzata dai turisti per i suoi prodotti freschi, come ad esempio gli agrumi. Molto ricercati per il loro sapore sono i limoni e le arance, diventati ormai un simbolo identificativo dell’Isola. Molti prodotti, inoltre, hanno ricevuto il marchio di qualità e di origine geografica protetta, come ad esempio le arance rosse di Sicilia IGP, il caciocavallo ragusano DOP, il cioccolato modicano IGP e il pistacchio di Bronte DOP.

Ma andiamo con ordine: con lo stesso “rigoroso” ordine che seguono le migliaia e migliaia di turisti che ogni anno, Covid permettendo, raggiungono la nostra Isola.

Persino l’Accademia della Crusca si è espressa in merito al dibattito: arancino o arancina che sia, stiamo parlando del Re dello street food siciliano: non vi è alcun turista, di qualsivoglia nazionalità, che non lo voglia gustare. Questo rustico rappresenta sicuramente il simbolo della gastronomia sicula e conosce numerose varianti: dal tradizionale impasto al ragù, fino a quello con il salmone, al nero di seppia, ai funghi e molto altro. Sempre in ambito di street food siculo immancabile il pane con le panelle, che si trova principalmente nel territorio palermitano e trapanese. Le panelle sono delle frittelle realizzate con farina di ceci, che vengono utilizzate per farcire un panino con l’aggiunta di qualche goccia di limone. Insieme al pane con le panelle, imperdibile il pane con la milza di vitello, pane ca’ meusa, un altro tipo di street food diffuso per lo più a Palermo. Un panino ricoperto di semi di sesamo viene imbottito con pezzi di milza, prima bolliti e poi soffritti sul momento in una pentola ripiena di sugna. I miglior panini da gustare, rigorosamente in strada, si trovano nei mercati della Vucciria e di Ballarò, dove si fermano i venditori ambulanti, i cosiddetti meusari.
Salato, ma non solo.

Altra tappa imperdibile quella di fare colazione con la classica granita e brioche, anzi granita e brioche “co tuppu”: ingredienti semplici quali acqua, zucchero e frutta o aromi, rendono la colazione impeccabile. E non esiste stagione estiva che non inizi con bella granita, da gustare magari con una vista mare.

I cannoli, insieme alla cassata siciliana, sono i dolci siciliani più conosciuti nel panorama nazionale e internazionale: una cialda cilindrica rigorosamente fritta, ripiena di ricotta zuccherata e decorata con canditi o gocce di cioccolato, assicurano una prelibatezza per ogni palato. La ricotta è la vera protagonista anche della cassata siciliana: non mangiarla nel giorno di Pasqua, per i palermitani, rappresenta quasi un segno di poca devozione. Pan di Spagna, ricotta, pasta reale, frutta candita e pezzi di cioccolato: il dolce è servito.

Anche la Sicilia ha delle ottime bottiglie e vini doc sul suo territorio, grazie alla presenza di diversi vitigni autoctoni siciliani. Il Nero d’Avola e il Frappato sono i principali vitigni rossi, che danno vita a vini come Cerasuolo di Vittoria, mentre uve bianche sono la base del Grillo, dell’Inzolia e del Grecanico. Da non perdere anche i vini dolci liquorosi siciliani, come lo Zibibbo, il Marsala e il Passito di Pantelleria, da abbinare a cannoli e cassate.

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