Ritiene che sia configurabile una riapertura delle indagini?
«Cito quanto scritto dalla Procura di Catania dopo aver ricevuta la mia perizia scientifica: “Deduzioni e calcoli non provano nulla in ordine alle cause di una eventuale detonazione a bordo non rimanendo escluso che essa, qualora effettivamente avvenuta, possa essersi verificata a causa di guasti tecnici o anomalie di funzionamento e non di un attentato”. Ci sono nella perizia elementi che non possiamo trascurare come il fatto che quasi 18 tonnellate di carburante, escluso il tonnellaggio usato nella rotta Fiumicino-Punta Raisi, sono state disperse e bruciate in volo e non è sufficiente un malfunzionamento circuitale per poter generare questo evento ma è più scientificamente credibile che sia stata, appunto, una piccola carica detonante. A questo punto, però, ritengo che la Procura di Catania avrebbe l’obbligo morale se non di riaprire l’inchiesta quantomeno di riabilitare, per quanto scritto nella sentenza nero su bianco, l’onore dei tre piloti che l’hanno perso per essere stati condannati».
Roberto Greco

