La parlamentare regionale commenta il disegno di legge del senatore Manfredi Potenti che sanziona il ricorso discrezionale alla sperimentazione linguistica nell’uso del femminile.
“Speravamo in una boutade, in uno scherzo di cattivo gusto, invece il senatore leghista ha avuto davvero il coraggio di presentare un disegno di legge che prevede sanzioni a carico di chi nei documenti pubblici osa declinare al femminile parole come sindaco, avvocato, questore ecc.”. Così Jose Marano, deputata regionale M5s, commenta la proposta del Ddl nomi femminili avanzata dal senatore del Carroccio e da cui, in un clima di stupore e imbarazzo generale, il suo stesso partito ha preso poco dopo le distanze.
Ddl nomi femminili, il parere di Jose Marano
“Una proposta – prosegue la parlamentare siciliana – al limite della decenza, che per fortuna i vertici del partito e i suoi stessi colleghi hanno disconosciuto, contribuendo a rendere ancora più incredibile e grave la situazione. È assurdo pensare che mentre in Sicilia si discute la mia legge sulla parità salariale, mentre una cospicua parte delle istituzioni, della politica e della società civile da Nord a Sud è impegnata nella parità di genere, cioè a garantire pari diritti e pari condizioni a uomo e donna, ci sia chi vuole cancellare con un colpo di spugna una battaglia di civiltà in cui invece dovremmo impegnarci tutti: quella che deve portare a sensibilizzare i cittadini sulla necessità di equi trattamenti e opportunità”.
“La Lega – conclude Marano – farebbe bene a evitare queste brutte figure e a fare in modo che i suoi senatori si impegnino sui problemi reali della gente piuttosto che su assurdi modi di azzerare quanto fatto fino ad ora sulla condizione femminile”.
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