Diabete nei bimbi, diagnosi precoce riduce rischi letali - QdS

Diabete nei bimbi, diagnosi precoce riduce rischi letali

redazione

Diabete nei bimbi, diagnosi precoce riduce rischi letali

martedì 27 Agosto 2019

Secondo gli esperti è la patologia endocrina più comune in pediatria: circa 1.500 nuovi casi ogni anno. Sip e Siedp: “In Italia vi sono circa 16mila malati. Complicanze in circa il 40% dei bambini diabetici”

ROMA – La diagnosi precoce del diabete nei bambini è possibile, anzi fondamentale, anche perché riduce il rischio di complicanze acute e potenzialmente mortali come la chetoacidosi.

A ricordarlo in una nota sono Stefano Cianfarani, presidente Siedp (Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica) e Alberto Villani, presidente Società italiana di pediatria, dopo quanto accaduto nelle scorse settimane al piccolo Giulio, il bambino di tre anni morto nel vicentino, che dalle prime indiscrezioni sembrava essere deceduto in seguito a complicanze del diabete.

Il diabete è una malattia comune nell’adulto ma colpisce anche il bambino ed anzi è la patologia endocrina più comune in pediatria, ricordano gli esperti. Si stima che in Italia siano presenti almeno 16.000 bambini affetti da diabete e che ogni anno circa 1500 bambini presentino l’esordio della malattia. Da studi effettuati negli ultimi 10 anni circa il 40% dei bambini diabetici all’esordio presenta una temibile complicanza: la chetoacidosi diabetica, che una volta instaurata richiede una attenta ed esperta gestione in ambito ospedaliero specialistico.

La Siedp ha definito un protocollo per la sua gestione, in modo da evitare le temibili complicanze (0,15-0,3%) della chetoacidosi diabetica che vanno da conseguenze neurologiche gravi fino alla morte, come purtroppo tuttora accade (è il caso di Alessandro S. a Salerno nel dicembre 2017 e di Carla B. a Parma a maggio 2018) e come sembrava fosse accaduto al piccolo Giulio.
Il diabete esordisce usualmente con tre sintomi principali: il paziente beve di più, urina di più e tende a perdere peso. L’esame delle urine e della glicemia permette di fare diagnosi: glucosio nelle urine e chetoni, glicemia elevata nel sangue. Tuttavia, a volte, le manifestazioni cliniche all’esordio della malattia sono complicate dalla presenza di altri sintomi o patologie concomitanti che confondono il quadro, ricordano gli specialisti.

La diagnosi precoce “è fondamentale e riduce moltissimo il rischio delle complicanze acute del diabete (chetoacidosi) conseguenti alla grave compromissione metabolica, presente per definizione all’esordio della malattia”, sottolineano Sip e Siedp. Una procedura semplice ed efficace per fare diagnosi precoce è rivolgersi al pediatra ed eseguire un test di immediata risposta delle urine, se il bambino beve e urina di più del solito. Alla stessa maniera “chiediamo che a tutti i bambini che si presentano per una valutazione in un pronto soccorso pediatrico, accanto alla valutazione dei parametri rilevati di routine (pressione saturazione frequenza cardiaca etc), sia eseguita una glicemia capillare che permetterebbe il pronto riconoscimento della situazione”, proseguono Villani e Cianfarani.

“Al momento non è possibile prevenire il diabete dei bambini ma la chetoacidosi diabetica sì”, evidenziano gli specialisti.

È importante che tutti i genitori vengano informati e proprio a questo scopo, la SIedp, che riunisce e rappresenta i pediatri che in Italia sono specializzati nella cura del diabete, ha effettuato negli scorsi anni una campagna di sensibilizzazione nazionale sulla diagnosi del diabete all’esordio e ne ha programmata una nuova per il 2020.

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