Didattica a distanza, adesso la parola ai professori - QdS

Didattica a distanza, adesso la parola ai professori

redazione

Didattica a distanza, adesso la parola ai professori

mercoledì 15 Luglio 2020

I risultati dell’indagine online realizzata da Laboratorio adolescenza e Iard su 500 insegnanti di primarie e secondarie. Tre su quattro soddisfatti dei propri studenti, per il 90,4% il vero problema è stato l’eccessivo carico di lavoro

ROMA – Tre mesi di scuola online, necessariamente improvvisati, spesso con strumenti di fortuna e competenze tecniche poco diffuse. Ma alla fine le cose – specie nelle scuole superiori – hanno funzionato abbastanza bene: secondo il 75% degli insegnanti tutti (o quasi tutti) gli studenti sono riusciti a seguire costantemente le lezioni online; il 62% dei docenti è riuscito a portare a termine tutto (o quasi) il programma, e il 56,8% ha considerato la Dad abbastanza efficace in relazione all’apprendimento. Ma difficoltà e problemi ce ne sono stati comunque molti da tenere in considerazione all’avvio (ancora non si sa come) del nuovo anno scolastico. I dati provengono dall’indagine online realizzata da Laboratorio adolescenza e Istituto di ricerca Iard su un campione nazionale di 500 insegnanti delle scuole primarie e secondarie.

ORARIO E PROGRAMMA

Oltre l’80% delle ore svolte (rispetto al normale calendario scolastico) secondo il 36% degli insegnanti; tra il 60 e l’80% per un ulteriore 30% degli insegnanti. Solo il 5,7% dei docenti ha affermato di essere riuscito a svolgere meno del 30% delle ore previste. Il 61% è riuscito a svolgere tutto o quasi tutto il programma previsto, mentre meno del 10% ha lamentato di essere riuscito a svolgerne meno della metà.

PARTECIPAZIONE STUDENTI

Circa la partecipazione degli studenti: “tutti o quasi” davanti al computer per il 75% degli insegnanti e meno della metà soltanto per il 5%. Le difficoltà iniziano con la “produzione di elaborati” da parte degli studenti: secondo il 61% dei prof delle superiori (ma 42,5% dei prof delle medie) tutti, o quasi tutti gli studenti hanno svolto i compiti assegnati. I risultati variano, però, a seconda del tipo di scuola: sono certamente migliori (rispetto a ore, programmi e compiti svolti, e partecipazione) nelle scuole secondarie di secondo grado (scuole superiori) rispetto alle secondarie di primo grado (scuole medie). Tornano a migliorare leggermente – specialmente la partecipazione – nelle scuole primarie (elementari).

LIVELLO DI SODDISFAZIONE

La maggioranza degli insegnanti di tutte le scuole (56,8%) ha complessivamente considerato l’attività scolastica online (in rapporto all’apprendimento) abbastanza efficace. Poco o per nulla efficace, invece, per il 39,6% (43,3% per i prof delle scuole primarie). Ma c’è anche il 3,7% che l’ha considerata “molto efficace”. Decisamente positiva la percezione degli insegnanti sul livello di motivazione da parte degli studenti: il 60% l’ha considerata “buona”, l’11% addirittura “elevata”. “Modesta o nulla” solo per poco più di un quarto degli insegnanti intervistati.

DIFFICOLTÀ RISCONTRATE

La “lamentela” maggiore (e quasi unanime) degli insegnanti (90,4%) è stata di aver lavorato troppo rispetto al normale. Al di là di questo aspetto “sindacale”, tra gli handicap della didattica a distanza al primo posto c’è la mancanza di contatto con gli studenti (che diminuisce con l’aumentare del livello scolastico: 91% scuole elementari 77,6% scuole superiori). A seguire, la difficoltà a ripensare le “verifiche” in un contesto che non poteva garantire che gli studenti non ricevessero aiuti. Poco segnalate le difficoltà ad impratichirsi degli strumenti necessari per svolgere le lezioni a distanza o riguardanti la scarsa funzionalità degli strumenti didattici disponibili. Gli insegnanti delle primarie hanno registrato una maggiore difficoltà, rispetto ai colleghi delle superiori, a ripensare le lezioni in chiave di didattica a distanza (64,1% vs 43,7%). Per il 34,6%, inoltre, è stato complicato conciliare il lavoro con gli impegni della famiglia. Un docente su quattro (25,2%9 ha dichiarato di aver impiegato parecchio tempo ad impratichirsi nell’utilizzo delle piattaforme software.

INTERAZIONE CON GLI ALUNNI

Le difficoltà specificamente relative alla didattica hanno comprensibilmente risentito del livello della scuola. Pochi problemi nel gestire il momento della spiegazione online per i prof delle superiori, molte difficoltà a farlo, invece, nelle scuole elementari con bambini dall’altra parte dello schermo. Tra gli aspetti più complicati da gestire, al primo posto troviamo le verifiche scritte (82,4%), al secondo l’interazione degli studenti (80,5%) e al terzo l’attenzione della classe (70,8%).

“DISTURBI DA DAD”

Non mancano le osservazioni personali riguardo gli effetti collaterali riscontrati dal punto di vista fisico e psicologico: sedentarietà, bruciore agli occhi, stanchezza e stress sono stati i più “votati” dagli insegnanti.Per più della metà (51,5%) il mal di testa e la difficoltà ad addormentarsi sono state delle costanti. Meno del 50%, infine, ha lamentato ansia, senso di solitudine o depressione.

BILANCIO FINALE

Dovendo dare una valutazione da 1 a 5 su quanto agli studenti sia mancata la scuola, il 44% degli insegnanti ha indicato, per i propri studenti, il punteggio “5”. Il “4” è stato indicato dal 37%. Solo il 4% degli insegnati ha indicato l’1 o il 2. Comunque, tra luci e ombre, il personale giudizio complessivo dato dagli insegnanti intervistati sull’esperienza della scuola a distanza è risultato sostanzialmente positivo, senza differenze in base all’ordine e grado della scuola nella quale insegnano. Il 52,6% si è dichiarato abbastanza soddisfatto e il 5,7% molto soddisfatto. Tra i giudizi negativi 32,5% poco soddisfatto e 9% per nulla soddisfatto. Ne deriva che una larga maggioranza (62,7%) sostiene che gli piacerebbe integrare la normale attività a scuola con qualche attività online, purché organizzate e pianificate meglio. Il 33% lo esclude tassativamente, mentre il 4,3% (in particolare tra i professori delle scuole superiori) non vedrebbe male, anche in tempi di normalità, un’attività a distanza prevalente. Circa le previsioni per il prossimo futuro la maggioranza (69,3%) ipotizza che a settembre si tornerà a scuola con modalità differenti e turni, mentre c’è il 21% di ottimisti che a settembre si tornerà a scuola come sempre, mentre un 8% di “catastrofisti” ritiene che non si tornerà a scuola e si continuerà con le lezioni online ancora per molti mesi. Il 62% (ma 75,6% dei professori delle primarie) esclude però l’ipotesi di far stare per ore ed ore, a scuola, gli studenti con la mascherina.

COMMENTI

Maurizio Tucci, presidente di Laboratorio adolescenza ha commentato: “Questa improvvisa esperienza della didattica online ha dato una chiara dimostrazione che nel processo formativo la scuola” non è soltanto didattica apprendimento e valutazione, ma è anche interazione, integrazione e condivisione. Il vuoto maggiore di questi tre mesi “online” è stata proprio la mancanza di questi aspetti che non c’è “piattaforma” che può surrogare Sarebbe auspicabile che dall’emergenza si tragga una spinta per un’impalcatura scolastica troppo ancorata ad un passato che non esiste più”.

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