Disoccupati? Balle! Cercansi lavoratori - QdS

Disoccupati? Balle! Cercansi lavoratori

Disoccupati? Balle! Cercansi lavoratori

sabato 16 Novembre 2024

Servono le competenze

Continuiamo a sentire una manfrina da parte di politici disinformati (forse in malafede) riguardo alla disoccupazione e alla povertà. Costoro parlano anche di salari da fame e di altre amenità che fanno sorridere chi è competente.
Intendiamoci, non si tratta di menzogne pure e semplici, bensì di mezze menzogne dette a fini speculativi per ingannare i/le cittadini/e non sapienti e quindi indurli/e a pensare non con la loro testa, ma con la testa degli altri.

Perché affermiamo quanto precede? Perché i dati Istat, Inps e di altre fonti ci dicono che l’occupazione continua a crescere, che ha raggiunto il numero di ventiquattro milioni, mentre quello dei pensionati sta per arrivare a questa soglia e quando supererà quella degli occupati, si verificherà una sorta di disastro finanziario perché l’Inps non potrà più pagare una parte delle pensioni, non ricevendo le entrate contributive dei lavoratori attivi.
I Governi non hanno voluto separare le pensioni normali da quelle assistenziali, per le quali erogano una cinquantina di miliardi l’anno.

La ragione di questa omissione è del tutto speculativa, perché non si vuol fare sapere all’opinione pubblica qual è quella parte di uscite finanziarie che serve per assistere la popolazione povera, che qualcuno dice – secondo noi in maniera del tutto approssimativa – sia intorno ai cinque milioni di persone.

Dubitiamo di questo dato per la semplice ragione che l’Istat afferma che vi è un’economia sommersa intorno ai centonovanta miliardi. È evidente che tutti coloro che lavorano in tale settore nascosto risultano ufficialmente poveri e nullatenenti, anche perché non effettuano la dichiarazione dei redditi. Di conseguenza, l’evasione fiscale falsa le statistiche sulla pressione indicata, intorno al quarantatre per cento. Se gli evasori pagassero le tasse, tale percentuale diminuirebbe di diversi punti.

Torniamo al lavoro e alla disoccupazione, oggetti di argomenti destituiti di fondamento. Nel Nord Italia, di fatto, c’è già la piena occupazione: non si trovano camionisti di tir, addetti ai servizi alberghieri e di ristorazione, dipendenti di fabbriche industriali e altre figure. Chi chiede di lavorare non trova, soltanto perché non ha competenze.

Quanto precede aumenta nel Centro e di molto nel Sud e nelle Isole, per cui sembra che vi sia disoccupazione, ma, d’altro canto, le imprese non trovano persone da occupare. Intendiamoci, persone che abbiano un minimo di preparazione, formazione e volontà.

Ma anche a volerle formare, partendo quasi da zero, non si trovano persone che vogliano cominciare il percorso lavorativo per acquisire le necessarie competenze idonee a farle diventare professioniste.
Abbiamo testimonianze delle organizzazioni imprenditoriali che cercano personale e non lo trovano. Poi basta andare nei siti dei Centri per l’impiego (Cpi) per verificare come gli/le iscritti/e non sono tanti/e, anzi pochi/e, e soprattutto che non offrono un lavoro che abbia un minimo di base professionale.

Si obietterà che la Regione siciliana spende ogni anno oltre cento milioni per i corsi di formazione. è vero, ma è anche vero che questi corsi non sono finalizzati a formare siciliani/e, in modo da diventare idonei/e al lavoro, bensì a formarli/e per finanziare i formatori e rilasciare certificati che non servono a nessuno.

La nostra società editoriale può testimoniare concretamente che da alcuni anni cerca figure cui affidare incarichi di dipendenti e autonomi: non riesce a trovarli. Per esempio, assumerebbe immediatamente cinque agenti di commercio capaci di vendere, tre o quattro dipendenti addetti alla vendita, un paio di dipendenti addetti all’organizzazione e all’amministrazione, oltre a tecnici per il web.

Si tratta di molte figure che troverebbero collocazione se avessero la consapevolezza che per crescere e affermarsi bisogna lavorare con impegno e apprendere con impegno, imparando il mestiere il prima possibile. Non parliamo invece di chi il mestiere ce l’ha, ma non ha voglia di progredire e si accontenta, senza guardare al futuro.

Provare per credere. Sa fra i/le cortesi lettori/trici vi sono le figure prima elencate o gli/le stessi/e hanno conoscenze competenti in questi settori, ce lo facciano sapere. Ma se ancora la richiesta resterà sorda, sarà confermato che la disoccupazione citata da alcuni è una balla.

Tag:

2 commenti

  1. Michele Massaro ha detto:

    Vivete di fantasia. La verità è che le imprese non hanno voglia di formare i dipendenti e vogliono la pappa pronta. Fare corsi ci sta caro, lo sò per esperienza. Non investo se non sono certo di essere assunto e guadagnarci.

  2. Barbara ha detto:

    Sono anni che lavoro come interinale in diverse aziende, ma senza possibilità di crescita, sempre con le scadenze di contratto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017