Veleno della falsa informazione
L’ignoranza dilagante rende i/le cittadini/e creduloni/e e quindi deboli e fragili perché rischiano di bersi qualunque panzana. Così, essi/e non sono in condizione di distinguere il vero dal falso, perché non hanno gli strumenti cognitivi che consentano loro di valutare i messaggi ricevuti.
L’informazione è importante perché può indirizzare chi la riceve verso buoni o cattivi siti, in relazione alla personale capacità valutativa. Le pecore in gregge seguono il capofila: i/le cittadini/e “ignoranti” (perché ignorano) seguono le indicazioni che ricevono dagli “illusionisti”. La conseguenza di quanto precede è l’aumento della disuguaglianza fra chi sa e chi ignora, con l’ulteriore conseguenza che chi sa si appropria di ricchezze altrui e chi ignora retrocede sul campo del benessere.
In questo quarto del ventunesimo secolo si sta verificando proprio tale situazione, cioè l’aumento numerico in maniera incommensurabile dei ricchi in tutte le parti del mondo e il pari aumento di notevole entità dei poveri.
In mezzo alle due categorie, il cosiddetto ceto medio, formato dai/dalle cittadini/e silenti, viene stritolato perché le risorse e i servizi diminuiscono di quantità e qualità, con la conseguenza che pur essendo la massa più numerosa di coloro che votano, non riescono a indirizzare la politica verso quegli obiettivi che sono a favore di tutta la Collettività, soprattutto dei più bisognosi.
Nei Paesi arretrati dell’Africa e dell’America centro-meridionale il potere è detenuto da un piccolo numero di persone, le quali accentrano le ricchezze e sono in condizione di fare muovere le istituzioni per il soddisfacimento dei propri bisogni. La conseguenza è l’impoverimento dei ceti bassi. Per esempio, in Argentina, al tempo di Peròn, erano milioni i/le cittadini/e chiamati/e descamisados, che costituivano la base della piramide, cioé i poveri, senza risorse, che a stento potevano soddisfare la fame.
Quel Paese è fallito tante volte, ma non è stato il solo. Anche nei Paesi evoluti, come gli Stati Uniti, o in forte crescita, come la Cina, è quasi automatica la formazione di un numero sempre maggiore di ricchi e fra questi ultimi, dei ricchissimi (Musk docet).
Le istituzioni di un Paese, che fosse veramente democratico, dovrebbero provvedere a diminuire le differenze fra le diverse classi sociali, ma questa è una pia illusione, perché in effetti i gruppi di pressione spingono i rappresentanti delle istituzioni nel senso di formulare leggi a loro favore, anche se apparentemente a vantaggio di tutti. Cosicché, le differenze categoriali aumentano cospicuamente e le disuguaglianze anche, con le conseguenze prima elencate.
Le imposte progressive, previste nel nostro Paese dall’articolo 53 della Costituzione, dovrebbero mitigare queste differenze, ma il loro effetto è estremamente modesto, perché le aliquote massime sui redditi non superano il cinquanta per cento; perché non vi è imposta di successione fra i discendenti diretti, almeno fino al limite di un milione cadauno; perché non vi è l’imposta per i patrimoni al di sopra dei cento milioni; perché le rendite finanziarie sono tassate con appena il ventisei per cento di imposta, una tantum e non progressiva. Queste fra le principali cause.
Tale scenario è coperto dalla comunicazione dei diversi mezzi di informazione, cartacei o digitali, che trasmettono titoli più che contenuti. Molto spesso le informazioni non sono state controllate sotto il profilo dell’autenticità e verificate attraverso diverse fonti. E poi ci sono gli smartphone, che sono considerati quasi la Bibbia da moltissime persone, soprattutto dai più giovani, i/le quali si bevono quello che leggono senza spirito critico (ovviamente non tutti/e).
L’ignoranza è il male dilagante fra i/le cittadini/e; la cultura è la cura, ma quest’ultima non viene diffusa adeguatamente per quantità e qualità, con la conseguenza che aumenta il tasso di ignoranza e diminuisce la capacità critica di valutazione di chi vede e ascolta.
La questione in rassegna oggi viene trattata poco e male dai mass media, i quali invece dovrebbero avere come loro asse principale quello di aiutare la gente a capire e crescere, in modo da far diminuire l’enorme disuguaglianza sociale ed economica, aiutando la formazione dei/delle cittadini/e consapevoli.