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E pur si muove!

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E pur si muove!

Giovanni Pizzo  |
venerdì 06 Gennaio 2023

Ci sarà una gara europea su un bando che definirà percorsi retribuiti, lotti di gara e rimborso chilometrico.

Neppure Galileo Galilei sarebbe capace di definire le regole del motus dei trasporti siciliani. Tra strade interrotte, buche e viadotti pericolanti, cantieri infiniti è veramente difficile calcolare il tempo ed i costi del trasporto in Sicilia. Ma a breve, per regole europee sin qui evase, ma soprattutto per timore di sanzioni della Corte dei Conti, andranno a fare i trasporti su gomma siciliani.

Le famose autolinee in proroga perenne da tempo immemore. Ci sarà una gara europea su un bando che definirà percorsi retribuiti, lotti di gara e rimborso chilometrico. A rigore di logica dovrebbero, anche non incorrere nella mannaia contabile che sanziona gli sprechi, essere escluse quelle tratte che hanno una modalità di mercato evidenziata dai biglietti staccati e pagati su quei percorsi. Il famoso rimborso chilometrico, che in Sicilia è assurdamente basso, dovrebbe essere riservato a quei percorsi disagiati dove la tratta è evidentemente sociale ed antieconomica per il gestore. Inoltre si dovrebbe favorire l’integrazione con i sistemi ferroviari con ipotesi di interscambio in alcuni siti strategici. Questo forse ridurrebbe i kilometri percorsi rimborsati e possibilmente si potrebbero pagare meglio.

Il vero problema sarà l’Ast, l’Azienda siciliana trasporti, che percorre diverse tratte che andranno in gara europea. Può la partecipata regionale concorrere nella gara di bacino? E se lo può fare è in grado di organizzarsi, economicamente e tecnicamente, per tentare di vincere i lotti a cui concorre? O soccomberà davanti a gestori privati più competitivi su tecnicalità, finanza e prezzo?
E cosa succederà se la partecipata regionale rimanesse fuori dalla gara? Il probabile destino sarebbe la liquidazione della società che non potrebbe più portare avanti l’oggetto sociale. E che fine faranno i circa 900 addetti della società a partecipazione pubblica? Saranno una nuova Resais in carico allo scheletrico bilancio regionale?

Si potrebbe prospettare un nuovo bacino di precariato, che verrebbe automaticamente preso in carico politico da generosi Lancillotti garanti, in cambio di voti, di assistenzialismo senza più la dignità del lavoro vero. Ovviamente a spese dei contribuenti siciliani che sono sempre più felici di pagare tasse per consentire un voto che sta diventando ormai esclusivamente clientelare. Siamo certi che saremo smentiti, e che la Regione avrà un piano industriale pronto, una Mission precisa, per una delle poche partecipate regionali che da servizi reali ai cittadini siciliani. Se così non fosse potrebbe contattare tramite medium il grande Galileo, e chiedergli come muoversi.
Così è se vi pare.

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