Ecco la città di Lagalla: “Solidale, attrattiva e a misura di giovane” - QdS

Ecco la città di Lagalla: “Solidale, attrattiva e a misura di giovane”

Gaspare Ingargiola

Ecco la città di Lagalla: “Solidale, attrattiva e a misura di giovane”

mercoledì 15 Giugno 2022

Nelle parole del neo sindaco numerosi obiettivi da raggiungere e la volontà di non rinnegare quanto fatto dal predecessore Orlando: “Nessun atteggiamento di rifiuto totale del passato”

PALERMO – Roberto Lagalla è il nuovo sindaco del capoluogo siciliano. La vittoria al primo turno del candidato del centrodestra è stata schiacciante: al momento della stesura di questo articolo i dati parlano del 47,91% dei voti (dati dell’Ufficio elettorale del Comune) nelle 575 sezioni scrutinate (su un totale di 600 seggi).

Staccato di quasi venti punti il rivale giallorosso, Franco Miceli, inchiodato sotto il 30% (29,33%). Exploit (non del tutto sorprendente) del candidato centrista Fabrizio Ferrandelli, con un lusinghiero 14,21%. Sono rimasti sotto la soglia di sbarramento, e dunque esclusi dal Consiglio comunale, Rita Barbera, Ciro Lomonte e Francesca Donato. Molto bassa l’affluenza, in calo in tutti i Comuni della Città Metropolitana (dati della Regione Siciliana). A Palermo hanno votato 227.681 persone su 544.486 elettori: rispetto alle Amministrative del 2017, l’affluenza è crollata dal 52,60% al 41,82% (-10,79%).

Lagalla è uscito indenne da una campagna elettorale vissuta sul filo della tensione. Prima con il discusso e contestatissimo sostegno di Totò Cuffaro e Marcello Dell’Utri, fino alla decisione di disertare le commemorazioni ufficiali del trentennale della strage di Capaci. Poi con gli arresti di due candidati consiglieri a pochi giorni dal voto. A proposito: Pietro Polizzi di Forza Italia ha preso 55 voti, Francesco Lombardo di Fratelli d’Italia 160.

Anche la convergenza della coalizione di centrodestra sull’ex rettore ed ex assessore regionale è stata assai travagliata ed è giunta solo al termine di una trattativa estenuante che riguardava anche le Regionali ed è passata pure dal ritiro di ben quattro concorrenti del centrodestra: Carolina Varchi per Fratelli d’Italia, Fracesco Scoma per la Lega, Francesco Cascio per Forza Italia e Totò Lentini per gli autonomisti. A dispetto di tutto questo e di un programma elettorale messo in piedi in fretta e furia, Lagalla ha stravinto, con tanto di premio di maggioranza in Consiglio (24 scranni su 40 sono appannaggio del centrodestra).

Evidentemente, sul voto ha pesato troppo l’ultimo, infelice biennio del sindaco uscente Leoluca Orlando: la vergogna delle bare insepolte ai Rotoli, il profondo rosso nei conti, l’aumento delle tasse, il Ponte Corleone, l’emergenza rifiuti ogni due per tre e le strade ridotte a un colabrodo. Tutti elementi che hanno chiuso nel peggior modo possibile l’era Orlando, finita ufficialmente dopo un quarantennio. A nulla sono valse la calata da Roma dei leader della coalizione (da Enrico Letta a Giuseppe Conte, da Andrea Orlando a Nichi Vendola, fino a Roberto Speranza) o la scelta del Pd di assoldare i big del partito nella lista per il Consiglio (come Carmelo Miceli, Giuseppe Lupo o Teresa Piccione). Ad alcuni, inoltre, la campagna elettorale di Miceli è apparsa meno brillante di quella, per esempio, dell’onnipresente Ferrandelli, che ha battuto la città palmo a palmo e ha provato a sfondare con tre liste piene zeppe di giovani. Il coordinatore regionale di Forza Italia Gianfranco Micciché ha definito il suo risultato “strepitoso, dobbiamo tenerne conto”. Per Ferrandelli è il terzo tentativo a vuoto dopo il 2012 e il 2017.

Con le sue prime parole da sindaco Lagalla si è concentrato proprio sull’astensione: “Ringrazio gli elettori che hanno deciso di sostenere le liste del centrodestra. Vi è da segnalare una forte e critica astensione in Italia e a Palermo, dove si sono verificati fatti che hanno ulteriormente appesantito questa tendenza alla disaffezione politica, e parlo in particolare della coincidenza con l’evento sportivo che ha visto la promozione del Palermo in Serie B e ovviamente della nota vicenda dell’assenza dei presidenti e la conseguente chiusura dei seggi”.

Sull’incarico di vice sindaco a Cascio, però, non si è voluto sbilanciare: “Questo è un tema che la coalizione nella sua unità e nella sua coesione ha scelto di condividere collegialmente. Per la composizione della Giunta i connotati devono essere quelli della competenza e dell’esperienza. Il nuovo governo della città sarà insediato verosimilmente la prossima settimana”.

“Noi abbiamo lavorato per vincere al primo turno – ha aggiunto il neo sindaco – i nostri avversari invece hanno lavorato per non farci raggiungere questo obiettivo. È stata una campagna elettorale avvelenata dall’uso politico della questione morale, un fatto che mi ha profondamente colpito e addolorato. Questa cosa non ha fatto bene neanche alla sinistra, non ne hanno tratto un giovamento reale. Impresentabili? Ho già detto che qualunque impresentabile che fosse stato dichiarato tale per fatti di mafia sarebbe stato immediatamente allontanato mentre le altre vicende sarebbero state valutate caso per caso”.

Un saluto al suo predecessore Orlando: “La sua è stata un’era che ha inciso molto, nel bene e nel male, sulla storia e sulla vita di Palermo. Credo che non si debba mai assumere un atteggiamento di rifiuto totale del passato. Alcune eredità sono importanti, sul piano dei diritti e della legalità. Palermo sarà una città solidale, accogliente e attrattiva, abbiamo bisogno di attrarre investimenti e partner privati e di fare restare qui i nostri giovani”.

Il trionfo di Lagalla, tuttavia, non ha calmato le acque nel centrodestra: Micciché, forte del risultato degli azzurri (che si avviano a essere la prima lista a Sala delle Lapidi), ha subito “presentato il conto” ribadendo il suo “No” a una ricandidatura del governatore Nello Musumeci: “Pur di tenere il centrodestra unito abbiamo ritirato Cascio e fatto sempre passi indietro. Spero che non ci siano dubbi sul suo ruolo di vice sindaco. Ma non c’è dubbio che Musumeci debba fare un passo indietro”.

Gaspare Ingargiola

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