Editoria, in agitazione la redazione de "La Sicilia" - QdS

Editoria, in agitazione la redazione de “La Sicilia”

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Editoria, in agitazione la redazione de “La Sicilia”

lunedì 31 Agosto 2020

L'assemblea dei giornalisti ha chiesto di rispettare il lavoro, affidando al Cdr un pacchetto di cinque giorni di sciopero. L'Editore, "insieme oltre la crisi". Assostampa Catania, "Sempre più vicini ai colleghi". La Cisl, "La Regione batta un colpo". Solidarietà da Odg e Assostampa regionali e Fnsi

“L’Assemblea di redazione La Sicilia, a conclusione del periodo estivo contrassegnato da pesanti sacrifici economici e turni di lavoro a tratti anche massacranti, annuncia il proprio stato di agitazione e informa di avere affidato al Comitato di redazione un pacchetto di cinque giorni di sciopero”.

E’ scritto nel documento dei giornalisti pubblicato ieri sulla prima pagina del quotidiano.

“La decisione, quanto mai sofferta – si sottolinea – si rende necessaria alla luce dell’atteggiamento dei vertici aziendali che, per l’ennesima volta, non si fanno scrupolo di mettere le mani nelle tasche dei dipendenti, ai quali hanno sempre sollecitato impegno e produttività, ma nei cui confronti risultano in difetto allorquando tale impegno e tale produttività sono chiamati a retribuire. I giornalisti negli ultimi sette anni hanno dovuto fronteggiare stati di crisi, solidarietà, cassa integrazione con e senza Covid, fra l’altro con percentuali molto elevate che non hanno riscontro negli altri quotidiani dell’Isola”.

“Inoltre – si legge ancora nel documento – viaggiano da anni con ritardi cronici nella corresponsione dello stipendio – che per il mese di luglio sarà liquidato, fra l’altro, persino in due rate – riscontrando che per la Domenico Sanfilippo Editore tutto ciò sia ormai da considerare normalità”.

“Nonostante tali difficoltà oggettive – ricordano i giornalisti – la redazione non ha mai voluto trascendere in proteste eclatanti o polemiche fragorose che, fra l’altro, in casi come questo sarebbero state pure legittime. Né d’altra parte, comprendendo il difficile momento del settore dell’editoria, ha fatto venire meno il proprio impegno. Anzi, durante i 18 mesi in cui all’editore Mario Ciancio Sanfilippo l’azienda è stata sottratta, a seguito del decreto di sequestro/confisca, i giornalisti hanno serrato le fila e rilanciato il prodotto, che oggi viene riconosciuto – dagli stessi lettori e dagli inserzionisti, che ringraziamo – come di gran lunga più accattivante, oltreché curato nei contenuti, col nuovo formato e con il full color”.

“Sarebbe stato lecito attendersi – prosegue il documento – concreta gratitudine, per tutto questo. Invece, dal giorno in cui l’attuale proprietà è tornata in possesso dei beni, a questa redazione, ai collaboratori e ai corrispondenti non è stato garantito il benché minimo riconoscimento in termini economici e morali. Anzi, l’azienda è ancora in possesso di somme di denaro indebitamente trattenute dalla busta paga dei dipendenti, ben prima del sequestro /confisca, e destinate agli enti previdenziali. È evidente, a questo punto, che Mario e Domenico Ciancio non possono più giocare a rimpiattino con giornalisti, tecnici, poligrafici, impiegati e collaboratori”.

“Dicano – conclude il documento – se hanno la forza di andare avanti e come intendono farlo. Oppure se pensano di sopravvivere con partite di giro, almeno fin quando ce ne sarà l’opportunità, spremendo e mal pagando i lavoratori in attesa di un tracollo che a questo punto, visto lo sbracciarsi dei soli dipendenti e l’atteggiamento tutt’ altro che costruttivo dell’azienda, non può essere lontano. Se per caso l’obiettivo dovesse essere, comunque, il primo, che si rispettino tutti gli impegni. È impensabile andare avanti in questa maniera, chiedendo ancora collaborazione e sforzi a una redazione che a tutto ha rinunciato fino a oggi. Ma che di certo non rinuncerà a quel che gli spetta e, soprattutto, alla difesa della propria dignità”.

La Società editrice, “insieme oltre la crisi”

“L’azienda, pur comprendendo il malessere di redattori e collaboratori – che ringrazia per l’abnegazione e la dedizione dimostrate – non ritiene di avere disatteso qualsivoglia impegno e sottolinea di operare in un momento storico particolarmente difficile per l’editoria tutta, adesso aggravato dall’emergenza Covid, che ha inciso gravemente sulla vendita delle copie. Si respingono, pertanto, tutte le affermazioni contenute nel documento dell’assemblea”.

Così ha risposto ieri l’editore de La Sicilia in una replica pubblicata sempre sulla prima pagina del quotidiano.

“La Domenico Sanfilippo Editore spa – si legge nella nota – si adopera ogni giorno facendo sacrifici economici enormi, basti pensare quanti milioni di euro sono stati immessi negli ultimi dieci anni per ripianare le perdite dei bilanci, per garantire ai lettori un’informazione libera e trasparente, senza alcun aiuto pubblico. Tutto ciò è dimostrato dai bilanci della società che sono pubblicati ogni anno sul giornale che, con trasparenza, dimostrano come sono state ripianate le perdite per svariati milioni di euro. Tutti i giornalisti dovrebbero comprendere il momento che stiamo vivendo, anche nel rispetto dei lavoratori del comparto poligrafico che, anch’ essi, si adoperano ogni giorno per la realizzazione del quotidiano più diffuso e letto in Sicilia e hanno fatto sacrifici ben maggiori”.

“Naturalmente – sottolinea la Società editrice – vi sono chiari e precisi piani di sviluppo, purtroppo non facili e rapidi da realizzare. Non vi è quindi nessuna intenzione di smantellare alcunché, piuttosto c’è la volontà di portare avanti una storia lunga 75 anni, nel rispetto degli equilibri di bilancio, senza i quali non esiste un’impresa sana che vuole guardare al futuro. Si auspica quindi una sollecita ripresa del confronto sindacale, anche duro ma sempre leale, nell’interesse comune e di quello della libertà di stampa”.

La nota di Assostampa Catania

“La sezione di Catania dell’Assostampa – ha scritto in una nota il segretario etneo del sindacato unitario dei giornalisti, Orazio Aleppo – è preoccupata per il precipitare degli eventi nel Quotidiano più diffuso dell’Isola: gli impegni non mantenuti, a nostro avviso, celano la volontà di inasprire gli animi e dare
la stura a un piano industriale da parte dell’Azienda fatto sostanzialmente di tagli lineari
sulla busta paga dei dipendenti”.

Nella nota si sottolinea che i giornalisti “la loro parte l’hanno sempre fatta a
discapito delle loro tasche, delle loro ferie, del loro tempo” e sono stati da sempre disponibili alla trattativa come dimostra l’accordo firmato nei mesi scorsi sugli arretrati dei collaboratori riconosciuti dai Commissari e che, per venire incontro all’Azienda, sono stati rateizzati.

“Inutile nascondersi – ha affermato Aleppo – dietro alla, seppur vera, crisi del mondo dell’informazione. Poco o nulla è stato fatto da parte del gruppo Ciancio. Nessuna programmazione, nessun progetto editoriale reale, se non un nuovo formato del quotidiano che, per quanto apprezzabile sul piano grafico e dei contenuti, in realtà ha fatto crescere i costi”.

“L’Associazione, a Catania – ha concluso Aleppo – nei vari incontri (ufficiali e informali) si è sempre resa disponibile a trovare, in sinergia con l’Editore e il Cdr, un percorso per garantire un futuro al giornale, storia dell’informazione catanese e regionale. Stiamo ancora aspettando. Manca la volontà? O peggio, ci sono altri progetti? Questa Associazione, dal suo insediamento, è stata con i fatti vicina ai colleghi. Adesso lo sarà ancora di più”.

Cisl, la Regione batta un colpo

“Ci spiace tanto, da siciliani e da lettori, che la vicenda del quotidiano La Sicilia non riesca a trovare una via d’uscita che soddisfi le esigenze e gli interessi di tutti. Noi, in ogni caso, siamo a fianco dei lavoratori e della redazione che lottano per il posto di lavoro. Per la retribuzione del lavoro e per dare un futuro all’azienda”.

Lo ha scritto la Cisl Sicilia in una nota firmata dal segretario, Sebastiano Cappuccio, affermando che “L’Isola non può permettersi il lusso di buttare alle ortiche una storia lunga 75 anni né può aspettare che si spenga per consunzione”.

“Perché la vertenza trovi uno sbocco utile per tutti – prosegue la nota – è necessario che riparta davvero il confronto tra le parti e ovviamente, è necessario che l’azienda faccia uno sforzo in termini di corresponsione delle retribuzioni arretrate, per restituire serenità a lavoratori, giornalisti e collaboratori”.

Ma per il sindacato è altrettanto necessario che anche la Regione batta un colpo: “Agevoli la soluzione della vicenda anche sostenendo concretamente nell’Isola, come più volte annunciato, la libertà di stampa e il pluralismo delle voci editoriali vecchie e nuove”.

“Il tessuto democratico per un verso, la crescita economica e civile per un altro, hanno bisogno – rimarca la Cisl – di un mercato editoriale forte, che possa, liberamente e serenamente, dare voce a tutte le ansie, le attese e le rivendicazioni della società”.

Solidarietà da Odg, Assostampa regionale e Fnsi

L’Ordine dei giornalisti ha espresso “solidarietà e vicinanza ai redattori e ai collaboratori de La Sicilia che non meritano nuove penalizzazioni dopo i tanti sacrifici sostenuti negli ultimi anni per garantire l’uscita del giornale” sollecitando “una immediata ripresa dei colloqui con la proprietà nell’auspicio che quest’ultima, oltre a garantire gli standard retributivi e la vita stessa della testata, possa finalmente pensare anche a un piano di rilancio”.

Per l’Assostampa regionale, “Da anni, e anche prima dell’arrivo degli amministratori giudiziari, giornalisti e sindacato chiedono all’editore Ciancio impegni precisi di rilancio del giornale, perché non si può immaginare di far accollare tutti i sacrifici a giornalisti e dipendenti e così fino ad oggi è stato ed è e non vorremmo che quelli che si profilano come piani di rilancio diventino piuttosto unicamente tagli indiscriminati che colpiscono soltanto e sempre i lavoratori. La storia de ‘La Sicilia’ lunga 75 anni non può, infatti, essere difesa calpestando la dignità di chi ogni giorno spende la propria vita per garantire il giornale in edicola”.

Raffaele Lorusso, segretario della Fnsi ha auspicato un “tavolo nazionale fra governo e parti sociali” ma ha ricordato che ciò “non può esimere l’editore della Sicilia dal rispetto degli obblighi contrattuali e dalla messa a punto di un piano di rilancio”.

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