La petizione contro l'emergenza sanità a Trapani e provincia, a breve anche online, si potrà firmare in laboratori, farmacie e stand di associazioni promotrici.
L’emergenza della sanità trapanese non solo non è mai finita, ma con la pandemia ha mostrato il suo vero volto. Ha fatto infatti emergere alcune problematiche che, in epoca pre-Covid, potevano essere spostate sotto il tappeto.
Oggi però, i disservizi sono alla vista di tutti i cittadini, dei pazienti e dei loro familiari. Ma anche di chi nel sistema sanitario ci lavora. Per questo, parte da Marsala (TP) una petizione per salvaguardare la sanità locale. L’obiettivo, in particolare, è chiedere la riconversione piena dell’ospedale “Paolo Borsellino” per le patologie non Covid, essendo l’unico nuovo presidio – oltre a quello riaperto di Mazara – dell’hinterland trapanese.
Emergenza sanità a Trapani: una petizione per la “normalità” ospedaliera
Un gruppo di associazioni, l’AIL, il CIF, l’Auser Petrosino, l’Associazione Ricerca sul Cancro, quella dei Genitori con figli autistici, “Amici del Terzo Mondo” e la Cgil, hanno aderito alla petizione lanciata dall’Associazione Medico-Chirurgia Lilybetana guidata dall’ex sindaco lilybetano e cardiologo Alberto Di Girolamo, con l’Ordine dei Medici Trapanesi.
“Vogliamo fare qualcosa per chi soffre di altre patologie diverse dal Covid. Già tempo fa avevo inviato una missiva al Ministero della Salute, alla Regione e alle Autorità sanitarie, circa il ripristino ‘normale’ dell’ospedale Borsellino, ma dal Ministero mi hanno risposto che la competenza era della Regione siciliana”, afferma Di Girolamo.
“Il Covid Hospital ha riaperto per pochi mesi e poi ha avuto un nuovo stop a causa dell’aumento dei positivi. L’assessore alla Salute Ruggero Razza nel maggio 2020 ci aveva assicurato di fare qualcosa per potenziare la sanità locale, ma l’idea era quella di ricollocare un presidio nel vecchio ospedale San Biagio. Io mi sono opposto perché nella stessa Città sarebbe stato controproducente avere due ospedali con strutture diverse e professionisti diversi. Soprattutto perché c’è carenza di organico, altra piaga alquanto grave. Semmai dovevano puntare sul Campus Bio-Medico”.
Per il vero proprio nelle scorse ore, l’Azienda sanitaria provinciale trapanese, ha fatto sapere di aver attuato un Piano parziale di riconversione di alcuni presidi, come il Borsellino, l’Abele Ajello di Mazara e quello di Salemi, per tornare alla normalità ed uscire dalla pandemia si spera definitivamente.
La situazione Covid nel Trapanese
In Provincia si sta registrando una lenta ma progressiva riduzione degli ospedalizzati per Coronavirus: 48 sono i pazienti ricoverati in totale, di cui 4 in RSA, 36 in degenza ordinaria e 8 in sub intensiva. Vuote le terapie intensive.
Secondo quanto afferma il Commissario Straordinario dell’Asp, Paolo Zappalà, si stanno attuando percorsi ed aree di ricovero differenziate per le tipologie di pazienti al “Sant’Antonio Abate” di Trapani (4 posti covid dedicati all’Ostetricia e Ginecologia) e sono in fase di attivazione negli altri presidi reparti multidiciplinari per pazienti covid asintomatici. Qualche altro reparto sta pian piano per tornare ad accogliere pazienti con altre malattie, come la Cardiologia di Marsala.
Le notizie giunte dall’Asp destano un certo stupore, considerato che giorni fa, in visita all’aeroporto “Vincenzo Florio” di Trapani-Birgi, il Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci aveva fatto sapere che “per la riconversione degli ospedali c’è tempo. Dobbiamo andarci piano, il Covid è ancora tra noi”.
Ma i disservizi e le problematiche legati all’emergenza sanità a Trapani e provincia non finiscono qui.
Disagi e disservizi
Il Padiglione Malattie Infettive doveva essere completato nel 2021, ma ancora non è finito il primo stralcio. Negli ospedali trapanesi ci sono pochi posti letto.
“Già anni fa in Commissione – afferma il Presidente dell’Ordine dei Medici provinciale, Vito Barraco – ci siamo resi conto che i numeri posti letto in questa parte della Sicilia erano inferiori a quanto previsto per legge e rispetto ad altre province. Siamo passati, in oltre 10 anni, da 2,3 per mille posti letto ad abitante a 3,7 ma ancora è troppo poco. Siamo a 600 posti letto attualmente. Ma i posti letto camminano di pari passo con l’edilizia sanitaria, che non è in linea con gli standard assistenziali. Si pensi all’ospedale di Trapani, costruito negli anni ’60, è una struttura ormai obsoleta, o come quello di Alcamo non idoneo ad affrontare situazioni più moderne”.
Altra vicenda correlata a posti letto ed edilizia, è la carenza di organico. Barraco afferma: “Più posti letto richiedono più medici, infermieri, OSS, personale amministrativo. Quando il decreto nazionale Balduzzi rimodulò le unità operative in base al numero di abitanti, in Sicilia interi reparti chiusero. Il tutto dovrebbe partire da una programmazione nel ricambio dei medici specialisti. Sono troppo pochi”.
L’ultimo sguardo è sia sui Pronto Soccorso, in cui vige troppa pressione e che potrebbero essere meglio gestiti se ci fosse un filtro – gestito dalla medicina di base – nei casi meno gravi, e la dislocazione in più punti di diversi Poli specialistici differenti. In tal modo i pazienti non sono costretti a curarsi fuori Provincia se non fuori regione. “Curarsi altrove deve essere una scelta non un obbligo”, chiosa infine Barraco.
La petizione contro l’emergenza sanità a Trapani e provincia, a breve anche online, si potrà firmare in diversi laboratori medici, nelle farmacie che aderiscono e presso gli stand delle associazioni promotrici.
Claudia Marchetti