Un uomo, solo, avvolto da vecchie coperte e con un unico paio di ciabatte che dorme nei pressi di un immobile posto in vendita in via Asiago a Catania. È la scena immortalata da una lettrice al QdS, che ha riacceso i riflettori su un’emergenza sociale che in grandi città come Catania purtroppo è più che comune: quella dei senzatetto. Soli, quasi invisibili agli occhi di una popolazione frenetica e spesso – anche involontariamente – indifferente, forse con qualcosa da dire ma silenziati da un mondo che esclude tutto ciò che non rientra in standard prefissati.
“Come è possibile che esistano situazioni del genere nel 2025?”, è la domanda che accompagnava la segnalazione al QdS. Non esiste, purtroppo, una risposta definitiva. Tuttavia, qualcosa c’è e si tratta delle iniziative volte a tutelare le fasce più fragili della società, comprese quelle che non hanno un tetto sopra la testa e non riescono ad arrivare a fine mese.
Prima (ma non sola) autorità coinvolta nelle operazioni volte a garantire la dignità dei senzatetto e dei cittadini in difficoltà è il Comune di Catania, che ha risposto alle domande del QdS sul fenomeno tramite l’assessore ai Servizi Sociali, Inclusione sociale, Famiglia Bruno Brucchieri.
Senzatetto a Catania, i dati
Che il senzatetto ritratto in una triste foto in via Asiago non sia l’unico è assolutamente scontato. L’uomo senza nome e senza volto dell’immagine è solo un simbolo di un problema mai del tutto risolto e che, purtroppo, caratterizza le metropoli del 2025 più di quanto i cittadini siano disposti ad ammettere. Lo scorso 20 gennaio, la Prefettura di Catania ha convocato un incontro per monitorare la condizione delle persone senza fissa dimora “al fine di sviluppare le più efficaci azioni di intervento e sostegno”.
Hanno partecipato i rappresentanti del Comune di Catania – il vice sindaco e l’assessore Brucchieri – e di alcuni Comuni della provincia, della Città Metropolitana, della Curia di Catania e di Acireale, il direttore generale dell’Asp etnea, più rappresentanti della Croce Rossa Italiana provinciale, della Caritas di Catania e di altre associazioni del Terzo Settore direttamente attive nel contrasto dell’emergenza senzatetto.
“Al 31 dicembre 2024 si contano circa 280 persone senza fissa dimora seguite su strada nel territorio etneo”, spiega l’assessore Brucchieri al QdS. Un numero che considera anche “i nuclei familiari fuoriusciti da abitazioni dichiarati inagibili o i padri separati in difficoltà”.
Dato che si può integrare con quello dei posti letto disponibili, poco più di 100 e tutti occupati. Segno che – lo conferma una nota divulgata dopo l’incontro in Prefettura – “occorre implementarne il numero al fine di fornire una risposta il più possibile esaustiva alla richiesta alloggiativa”. E in questa missione a giocare un ruolo fondamentale è non solo il Comune, ma anche il prezioso contributo delle Associazioni e delle Unità di Strada.
Dove occorre agire
“Catania è la nona città d’Italia e, come tutte le grandi città, ha senzatetto soprattutto al centro storico, meno in periferia”, commenta l’assessore Brucchieri. Il rappresentante del Comune di Catania conferma l’impegno delle autorità locali, ma anche il prezioso contributo delle Unità di Strada, dei volontari che toccano con mano la situazione e il cui contributo è fondamentale per tentare di restituire dignità a chi non ha niente. “Lavoriamo in sinergia”, specifica l’assessore, ringraziando autorità sanitarie ed Enti del Terzo Settore “che non si sono mai tirati indietro” neanche di fronte alle difficoltà. La pandemia, le svariate emergenze caldo/freddo, i problemi economici, l’indifferenza della popolazione, la povertà in aumento…
I progetti nel capoluogo etneo
Tutti gli Enti lavorano in sinergia per una missione che va ben oltre il semplice fornire vitto e alloggio ai senzatetto che cercano un rifugio di fortuna nelle vie del centro o dei sobborghi di Catania. Il fine ultimo è sempre quello del reinserimento sociale, che richiede finanziamenti e progetti ad hoc. Il Comune di Catania ne ha attivati tanti di finanziamenti, nonostante la condizione di dissesto.
“Catania è in uno stato di emergenza, ma abbiamo comunque diversi finanziamenti attivi su questo campo”, spiega Brucchieri. Tra questi c’è quello destinato alla struttura di accoglienza-dormitorio di via Filippo Eredia, adesso trasformato in un “servizio di Pronto Intervento sociale e accoglienza per persone in condizioni di povertà e soggette a emarginazione” attraverso l’impiego del Fondo Povertà 2021.
“In più, attraverso il PNRR abbiamo approvato la fase esecutiva del servizio della stazione di posta e della riqualificazione della struttura in via Delpino – aggiunge Brucchieri -. In questo momento il servizio viene fatto all’ex mercato ittico, negli uffici dei Servizi Sociali di via Domenico Tempio ed è già attivo. Il servizio di posta è un punto di riferimento se vi è necessità di un aiuto amministrativo – fornisce infatti sportelli sanitari, sociali e legali a chi ne avesse bisogno – e materiale. In questo momento viene gestito dalla Caritas”. Il progetto finanziato dal PNRR per i senzatetto di Catania non prevede la creazione di un semplice dormitorio, ma di un vero e proprio “punto di riferimento sociale, che possa aiutare la persona a trovare la propria dimensione all’interno della società”.
Come confermato in un’altra intervista al QdS dal vice sindaco Paolo La Greca, poi, nuovi investimenti a tutela dei senza fissa dimora dovrebbero arrivare con il Piano Caivano. In particolare, l’ex cinema Midulla potrebbe trasformarsi in una struttura sociale per senzatetto dopo gli investimenti a San Cristoforo.
Senzatetto a Catania, la questione sanitaria al centro del dibattito
Ci sono altri progetti per i senzatetto a Catania. “Abbiamo diversi progetti, come l’accoglienza notturna, che stiamo sviluppando attraverso un bando che darà mandato agli Enti del terzo settore di trovare dei luoghi idonei da sviluppare come veri e propri dormitori. Lavoriamo con diverse associazioni, compresa la Croce Rossa, per progetti di prossimità e di aiuto ai soggetti più svantaggiati. Accogliamo tutte le realtà che hanno la possibilità di lavorare con il Comune fornendo aiuto su strada“.
“Abbiamo mantenuto il servizio su strada, che permette di creare un’anagrafe conoscitiva di tutte le persone senza fissa dimora. Grazie a questo strumento sappiamo che malattie hanno, come sono, da chi sono avvicinati, chi li aiuta (anche senza un rapporto di partnership diretto con il Comune), se hanno bisogno del supporto del Dipartimento di Salute Mentale”, spiega Brucchieri.
Per il Comune di Catania conoscere le condizioni e lo stato sanitario dei senza fissa dimora è fondamentale per garantire un aiuto concreto. Lo conferma anche la sottoscrizione, lo scorso 13 marzo, di un Accordo di Programma che agisce a tutela delle fasce più deboli su quattro macro-ambiti: povertà sanitaria e socio educativa, piano di Assistenza, disabilità gravi e gravissime e emergenza sociosanitaria.
“Stiamo facendo di tutto per poter andare avanti e poter avviare servizi integrati con le realtà del Terzo Settore. Mi auguro che le gare che stiamo bandendo possano dare una risposta effettiva alla città“, conclude l’assessore.
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