Enna, una struttura per assistere vittime di violenza - QdS

Enna, una struttura per assistere vittime di violenza

Cinzia Nicita

Enna, una struttura per assistere vittime di violenza

venerdì 05 Febbraio 2021

L’obiettivo di Comune e Azienda sanitaria provinciale, con la collaborazione della Fondazione Terzo Pilastro - Internazionale, è di valorizzare un padiglione in disuso dell’ospedale Umberto I

ENNA – La Giunta municipale, presieduta dal sindaco Maurizio Dipietro, ha provveduto ad approvare lo schema di convenzione con l’Asp 4 per la concessione in comodato d’uso gratuito di un padiglione dell’ex ospedale Umberto I, da adibire a Centro assistenza per donne vittima di violenza.

Attualmente l’immobile, con le relative pertinenze, si presenta in stato di abbandono, non è utilizzato e non può essere destinato all’esercizio dell’attività istituzionale dell’Azienda sanitaria, che non è nelle condizioni di provvedere a farsi carico degli onerosi interventi conservativi. Da qui l’intendimento dell’Amministrazione comunale di fornire aiuto alle categorie meno fortunate della città attraverso la realizzazione di un progetto proposto dal presidente della fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, Emmanuele Francesco Maria Emanuele, che prevede la realizzazione di una struttura di accoglienza per le donne e minori vittime di maltrattamenti, oltre che per altri fini istituzionali volti alla tutela della persona e della crescita singola e associata, alla rimozione di tutti quei fenomeni che limitano lo sviluppo sociale e culturale del territorio.

L’Ente comunale già nel 2019 aveva avviato un protocollo d’intesa con la Fondazione in cui quest’ultima manifestava la propria disponibilità a finanziare i lavori necessari per rendere idonei l’immobile e lo spazio adibito a verde. A tal proposito saranno a carico del comodatario tutti gli adempimenti e oneri economici consequenziali per l’ottenimento di: permessi, autorizzazioni urbanistiche e sanitarie, certificazioni e quant’altro necessario per la realizzazione dei lavori la cui esecuzione è subordinata all’autorizzazione della soprintendenza Beni culturali e ambientali competente per territorio o materia poiché trattasi di immobile edificato nel XVII secolo.

Le parti hanno concordato che l’Ente comunale, nell’ambito delle proprie competenze istituzionali, provvederà alla gestione dell’attività mediante la sottoscrizione di convenzioni e protocolli di intesa da definirsi successivamente con soggetti ritenuti idonei nel rispetto della normativa vigente. Il contratto di comodato avrà la durata di trent’anni a decorrere dalla data di sottoscrizione, non è sottoposto a tacito rinnovo e potrà essere prorogato solo per concorde ed espressa volontà delle parti. Il rinnovo non potrà essere disposto in casi di gravi inadempienze alle condizioni contrattuali o in caso di diversa valutazione dell’interesse pubblico sotteso.

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