Ma il volontariato non sostituisca le istituzioni - QdS

Ma il volontariato non sostituisca le istituzioni

Carlo Alberto Tregua

Ma il volontariato non sostituisca le istituzioni

mercoledì 21 Ottobre 2020

Il volontariato italiano è particolarmente attivo e per una parte non secondaria sostituisce le attività sociali che dovrebbero produrre le Istituzioni nazionali, regionali e locali.
Centinaia di migliaia di cittadini mettono il loro tempo e le loro energie a disposizione di altri cittadini deboli e bisognosi che non sono assistiti, in tutto o in parte, dai servizi sociali pubblici.
Questa attività collaterale, peraltro essenziale, si trova in tutti i Paesi avanzati del mondo, ma in Italia è particolarmente presente perché vi è una parte dei cittadini dall’animo nobile, che presta senza alcun compenso il proprio tempo e la propria fatica.
Non solo il volontariato costituisce una forte attività sociale, ma ha anche riflessi nell’economia perché aiuta a far girare la ruota in quanto è produttore di servizi. Tali servizi si traducono in acquisti di beni che poi vengono devoluti ai bisognosi.

A monte dell’attività di volontariato vi è la necessità di raccogliere risorse. Per tale funzione vi sono enti e società che esercitano il cosiddetto crowdfunding, cioè procurano danaro per finanziare progetti ben fatti, oppure per finanziare la ricerca di vario tipo o anche per intervenire nei processi di formazione che non sono effettuati né dallo Stato, né dai privati e neanche dalle Regioni.
Insomma, il volontariato è una sorta di tappabuchi, dal momento che il nostro Paese è come un crivello, che lascia passare bisogni ed esigenze senza curarli, pur spendendo risorse ingenti, utilizzate malamente.
Non si capisce perché, per esempio, un servizio comunale di assistenza sociale abbia dieci persone negli uffici e solo tre o quattro che vanno in giro a fare il servizio. Il rapporto dovrebbe essere rovesciato: basterebbe una sola persona per rispondere al telefono, prendere nota e organizzare i percorsi e il maggior numero di assistenti che vadano nelle abitazioni o nei luoghi ove vi è bisogno della loro opera.
Ma si sa, la Pubblica amministrazione è regolarmente inefficiente e non ha la capacità di risolvere lo squilibrio prima lamentato.
La legge numero 106 del 2016 ha regolamentato ex novo il cosiddetto Terzo settore, nel quale vi è il volontariato. Per diventare esecutiva, come al solito, abbisognava di un numero rilevante di decreti attuativi. Ne erano previsti 40 e ne sono stati adottati solo 20 per cui tutto il Settore, dopo quasi cinque anni, non va ancora verso la regolarizzazione completa.
Non entriamo nel merito delle norme indicate perché, come al solito si tratta di un guazzabuglio di articoli che creano confusione piuttosto che dirimere vecchi problemi e dare linee chiare, nitide e inoppugnabili, per consentire a tutti coloro che operano in questo versante di adempiere alle prescrizioni con tranquillità e sicurezza.
Si tratta di un vizio italico difficilmente estirpabile, perché chi formula i testi di legge non possiede quelle doti di sapienza e maturità necessarie perché essi siano comprensibili e attuabili senza soverchi tentennamenti.

Nel volontariato, occupano una posizione importante le associazioni mondiali umanitarie di servizio come Lions, Rotary ed altre, alle quali aderiscono milioni di cittadini del mondo. Tali associazioni hanno superato i cento anni dalla loro fondazione. Nei loro statuti vi sono gli scopi di supporto all’umanità, per intervenire in favore dei bisognosi e anche in occasione di calamità di vario tipo.
Le associazioni universali hanno il pregio di avere al proprio interno persone di varie razze, religioni, professioni, che abitano in Paesi con usi e consuetudini molto diversi tra loro. Hanno l’obiettivo di sostenere i cittadini del mondo meno fortunati, non solo con mezzi finanziari ma soprattutto con le prestazioni personali e l’utilizzo del proprio tempo.
Sono proprio tali prestazioni, più che il danaro, che nobilitano gli associati. Tuttavia, non possiamo sottintendere che parecchia attività delle stesse è dedicata improvvidamente alle discussioni e alle riunioni di cui si potrebbe fare a meno, almeno in buona parte.

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