Parcheggi pieni, sabato e domenica, sin dalle prime ore del mattino a Piano Provenzana. Le forze dell'ordine hanno fatto tornare indietro le automobili.
di Melania Tanteri
Una pienone che non si registrava da 30 anni. Quando però vi erano ancora strutture ricettive e aree parcheggio non ancora sepolti dalla lava. Lo scorso fine settimana, Piano Provenzana, stazione sciistica del versante Nord dell’Etna, è stata letteralmente presa d’assalto.
Auto bloccate
Tanto da costringere polizia locale e forze dell’ordine a bloccare il flusso di automobili che tentavano di raggiungere gli impianti di risalita, i bagni pubblici, un punto ristoro. Sabato e domenica di passione per i tanti, ed erano migliaia, pensavano di poter approfittare dell’abbondante neve e che, invece, a pochi chilometri dal traguardo, hanno dovuto invertire la marcia e tornare indietro. Non è bastata la levataccia, ieri ad esempio, quando la strada per accedere alla stazione sciistica è stata bloccata addirittura già alle 9 del mattino.
Parcheggi pieni
A fermare le automobili un poliziotto che alzando le spalle comunicava “Il parcheggio è già pieno”. Già, perché la questione è legata ai posti auto, o meglio all’assenza di questi, cosa che ha costretto le istituzioni a respingere avventori. Cui non rimaneva altro che lasciare il mezzo a distanza di chilometri e raggiungere il piazzale a piedi o, come accaduto in molti casi, invertire la marcia e puntare verso altre località.
Etna, competenze divise
“L’Etna è presa d’assalto – conferma il presidente del Parco dell’Etna, Carlo Caputo, che ribadisce la necessità di una governance unica. Attualmente infatti le competenze sono frastagliate; il risultato è che difficilmente si può mettere argine ai problemi che insorgono. “Ed è per questo che c’è ancora più urgenza di una governance unica. I comuni fanno le proposte e cercano i finanziamenti e il Parco non fa altro che autorizzare. Invece – prosegue – occorre che si crei un’unica regia per governare il turismo, governare la ricettività e governare il vulcano attivo più alto d’Europa”.
Le prospettive
Il fenomeno della presa d’assalto del vulcano potrebbe proseguire: la pandemia e la restrizione del Covid hanno infatti modificato in parte le abitudini dei cittadini, che scelgono sempre di più passare le giornate all’aria aperta. Nelle more che si possa arrivare a una legge che modifichi lo statuto del parco dell’Etna ,il sindaco di Linguaglossa sta prendendo provvedimenti: le temperature ancora basse potrebbero portare Etna Nord ad essere ancora presa d’assalto.
Le soluzioni messe in campo dal sindaco
Due soluzioni messe in campo dal primo cittadino, Salvatore Puglisi. “Non succedeva degli anni Novanta – afferma. Abbiamo avuto molta neve e quindi siamo stati scelti da tanti, in tutta la Sicilia e non solo. Per questo, ho riunito i miei e abbiamo pensato a due soluzioni: la prima è quella di attivare navette con partenza da punti diversi del vulcano, che possano alleggerire sia i parcheggi che la strada, consentendo ai gruppi di salire. Dall’altro lato, occorre provvedere a realizzare ulteriori stalli sosta, ad esempio nelle aree oggi coperte dalla lava, dove ricoverare le auto degli addetti ai negozi e agli impianti. Con queste due soluzioni – sottolinea il sindaco Puglisi – potremmo porre rimedio al problema contingente”.
I bandi per la ricettività
Ma la questione reale, secondo il primo cittadino, è che investire su una zona che prima poteva contare su alcuni alberghi posti letto e strutture di parcheggio poi seppelliti dalla colata del 2002: “a breve verranno messi a bando chalet e 6 lotti per realizzare strutture ricettive. A fine mese – conclude Puglisi – saranno pubblicate le gare”.