L'Etna inquieta, "Non sappiamo quando finirà ma basta fake news" - QdS

L’Etna inquieta, “Non sappiamo quando finirà ma basta fake news”

Luigi Ansaloni

L’Etna inquieta, “Non sappiamo quando finirà ma basta fake news”

giovedì 18 Febbraio 2021

A parlare a qds.it è un vero esperto del settore, Stefano Branca - direttore osservatorio etneo-Ingv: "Sono cose normali, ci siamo abituati e quindi questi fenomeni non devono destare troppa preoccupazione -dice-. Nessuno però può dire quando finiranno questi fenomeni, non siamo maghi

L’Etna continua ad essere “inquieta” e tutti si chiedono quando finiranno questi fenomeni, tanto spettacolari quanto “ansiogeni” per moltissima gente.

A parlare a qds.it è un vero esperto del settore, Stefano Branca – direttore osservatorio etneo-Ingv: “Sono cose normali, ci siamo abituati e quindi questi fenomeni non devono destare troppa preoccupazione -dice-. Nessuno però può dire quando finiranno questi fenomeni, non siamo maghi.

Ovviamente non c’è nessun pericolo, se non quelli normali per la circolazione, per questo invito tutti a non credere alle fake news che girano, come quella dei pezzi di lava infuocata che piovono dal cielo”.

L’ultimo nuovo fenomeno parossistico la notte scorsa sull’Etna, che a 32 ore dopo lo spettacolare episodio eruttivo di due giorni fa dal Cratere di Sud-Est continua ad essere un vulcano “inquieto“.

Anche questo evento è stato caratterizzato da alte fontane di lava, che hanno raggiunto altezze comprese tra i 600 e i 700 metri, da colate di lava, dirette maggiormente verso la Valle del Bove, ma anche verso sud-ovest, e una densa colonna eruttiva carica di cenere e lapilli.

Il materiale è stato spinto dal vento verso sud-est, causando ricadute di cenere e lapilli sugli abitati in quel settore: Zafferana, Fleri, Acireale.

Il fenomeno, osservato dagli esperti dell’Ingv-Oe di Catania, e durato alcune decine di minuti, si è concluso intorno all’01:55. E’ stato anticipato dalla fuoriuscita di alcune colate. I flussi lavici sono ancora in lento avanzamento, ma non sono più alimentati.

Quella principale si sta espandendo sul fondo della desertica Valle del Bove ad una quota poco sotto 2.000 metri, avendo percorso circa 4 chilometri. Un flusso più piccoli diretto verso la Valle del Leone è lungo circa 1 km con un fronte a quota 2.900 m circa. Un ulteriore trabocco è avvenuto sul fianco meridionale del Cratere di Sud-Est, alimentando una piccola colata verso sud-ovest.

L’ampiezza media del tremore vulcanico, che dopo la fase parossistica è diminuita velocemente, adesso presenta valori medi, ben al di sotto di quelli che si registravano prima della fontana di lava.

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