Fare le infrastrutture e riparare il territorio - QdS

Fare le infrastrutture e riparare il territorio

Carlo Alberto Tregua

Fare le infrastrutture e riparare il territorio

giovedì 01 Giugno 2023

Cronoprogramma consegne

Gli ultimi disastri che si sono verificati in Emilia Romagna sono l’ulteriore prova dell’inettitudine dei governanti degli ultimi decenni, i quali, non essendo stati statisti, non hanno mai programmato a dieci/quindici anni quanto fosse necessario.
Fra il necessario ovviamente vi erano le riparazioni idrogeologiche e idrauliche del territorio, soprattutto di quella parte più fragile vicino alla catena dorsale degli Appennini, che attraversa tutto il Paese.
Il ministro del Sud e del Mare, oggi della Protezione civile, Nello Musumeci, si è lamentato che le regioni non hanno le carte geologiche e idrauliche. Ci chiediamo perché i presidenti delle stesse Regioni non abbiamo mai provveduto a redigerle. Ci chiediamo ulteriormente come mai i Ministeri competenti, che avevano l’obbligo di vigilare sull’ottenimento di questi adempimenti, non abbiano fatto i controlli necessari e non abbiano preso decisioni per sanzionare i presidenti di Regione omissivi.

I danni che provocano questi eventi straordinari sono enormi. Per la ricostruzione servono risorse ampiamente superiori a quelle necessarie se fossero state effettuate in via preventiva. Non sembri una boutade, ma la prevenzione costa meno della ricostruzione.
Qualcuno obietterà che non si è fatta la prevenzione perché mancavano le risorse. Ma ora che si deve ricostruire obbligatoriamente, le risorse si devono trovare. Non era meglio cercarle prima, quando si poteva agire in via ordinaria, rispetto a ora quando si deve agire in via straordinaria e in misura molto maggiore?
Questi gravi eventi, che creano danni enormi, sono, ripetiamo, la prova provata dell’insipienza e dell’incapacità dei governanti, i quali non possono trovare scuse dicendo che non avevano le competenze di quello o di quell’altro Ministero. Se non avevano le competenze necessarie, non dovevano essere nominati ministri; invece lo sono stati senza però fare il loro dovere, con conseguenze evidenti.

Ora la questione si pone con maggiore forza: il Presidente del Consiglio deve proporre al Presidente della Repubblica dei ministri che abbiano dato prova della loro attività professionale o privata di essere stati capaci di raggiungere gli obiettivi prefissati.
La questione che poniamo non è nuova e riguarda le competenza che ogni ministro, vice ministro o sottosegretario deve avere per potere gestire branche amministrative importanti e indirizzare il personale sottostante (dirigenti e dipendenti) verso gli obiettivi che si propone di raggiungere il Governo.
Fra questi obiettivi sono essenziali quelli già indicati prima: riparazione idrogeologica e idraulica del territorio, nonché controlli tassativi e sul campo di tutto il sistema stradale, autostradale e ferroviario del Paese per evitare episodi tragici come quello del ponte Morandi.
Dunque, vi è l’obbligo per i presidenti di Regione di redigere in tempi brevi i documenti necessari a fotografare il territorio e reperire le risorse per procedere di conseguenza con cronoprogrammi tassativi, i quali devono prevedere tempi certi per la progettazione, apertura dei cantieri e consegna delle opere.

I cronoprogrammi devono prevedere sanzioni pesantissime per chi ritarda anche di un giorno la consegna delle opere, eliminando tutte le trappole diffuse in tante leggi e inserite apposta dalle “manine” per consentire di sfuggire ai termini di realizzazione e consegna delle infrastrutture.
Il problema delle “manine” è frequente nel nostro Paese, servono per cambiare le leggi e i provvedimenti sottostanti in favore di questa o di quella lobby, mediante microemendamenti o interpretazioni con atti amministrativi, quali, per esempio, i decreti interministeriali e ministeriali.
Ed è proprio contro questo malcostume che si dovrebbe rivolgere l’Istituzione e per essa chi la rappresenta, in modo da stabilire senza fraintendimenti che le regole etiche vanno osservate senza tergiversare.

È urgente che si ponga mano al risanamento del territorio italiano, facendo capire ai/alle cittadini/e come sia necessario e sia loro interesse fronteggiare gli eventuali disastri futuri, anche sottraendo risorse finanziarie a un assistenzialismo indebito a favore di chi non ne ha bisogno e non lo merita.

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