FAVIGNANA – Una beffa? L’ennesima in un territorio che stenta sempre di più a credere in se stesso. Un bluff? Che soltanto in pochi hanno capito e che soltanto pochissimi, anzi, solo uno, è andato a vedere?
Il ministero delle Politiche Agricole ha cancellato le quote tonno
Sta di fatto che il ministero delle Politiche Agricole ha cancellato le quote tonno che ogni anno, da qualche tempo, trasferiva alla tonnara di Favignana. E qui tutto il bla bla di sempre, struttura storica, piena di tradizione, sì ma senza tonni. Quello del ministero non è stato un atto d’imperio. Certo la lobby di settore alberga in Sardegna, ma è pure vero che la politica siciliana, dopo aver fatto breccia nella ripartizione, da circa 14 a circa 35 tonnellate, non è riuscita a fare passi avanti. Quota assolutamente insufficiente. Dato riscontrato sul campo quando la società “Castiglione” – azienda trapanese leader nel settore – decise, sulle ali dell’entusiasmo, ma senza alcuna garanzia, di calare le reti, per poi accorgersi che le promesse erano rimaste tali e che per rendere una mattanza economicamente sostenibile era necessario puntare su almeno 100 tonnellate.
Il gioco delle quote è stato trasversale e non può certo essere imputato unicamente al governo meloniano. L’attuale esecutivo ha soltanto calato il sipario su una piecé teatrale tragicomica. Non poteva che finire così in una vicenda ad incastro. Il ministero consegnava la quota ben sapendo che nessuno avrebbe calato le reti. La politica dell’Isola si palleggiava le responsabilità a seconda del colore politico della maggioranza del momento.
L’imprenditoria privata stava a guardare avendo pochi margini di manovra. Nel frattempo, si sprecavano i convegni e le kermesse a suon di tonno rosso per dire quanto è buono e quanta economia avrebbe potuto portare nei territori, a cominciare da quelli egadini. Anche il Consiglio comunale di Favignana si è occupato della vicenda con una seduta ad hoc. Ricostruzioni storiche di assoluta qualità, grande partecipazione e sostegno, ma poi tutto è finito – e finiva – nel dimenticatoio in attesa della ripartizione delle quote dell’anno successivo. Roma ora ha detto basta! Vi abbiamo assegnato le solite 35 tonnellate non le avete mai utilizzate, fateci il piacere di occuparvi d’altro. E così è stato. C’è da registrare anche una riorganizzazione in Sardegna.
Le quote tonno 2024 sono soltanto per due strutture sarde
Quella di Carloforte, che passa da 192 a 239 tonnellate, e l’altra di Portoscuso che va da 140 a 175 tonnellate. Dunque le tonnare fisse parlano sardo, non c’è più spazio per altri. Non c’è spazio per Favignana che si era accollata, in attesa di un futuro più roseo, anche la mattanza turistica. I tonni venivano pescati e poi ributtati immediatamente in mare. Operazione ad esclusivo uso e consumo dei turisti. Ma anche questa opzione è stata archiviata. Del resto era insostenibile da diversi punti di vista.
La mattanza egadina si avvia ad avere una dimensione museale, ad essere un racconto per affascinare i visitatori ma senza nessun riscontro economico sul fronte imprenditoriale. Era chiaramente un lavoro stagionale, ma poi non così tanto. Aveva il suo clou primaverile ma poi era compito dei tonnaroti, dei rais, pensare alla mattanza dell’anno dopo, già alla fine di quella che era in corso. La vertenza quote tonno è stata ripresa a spizzichi e bocconi durante questi giorni di campagna elettorale per le Europee ma come tema da inserire nelle varie ed eventuali degli incontri dei candidati.
Non ci sono dichiarazioni degne di questa nota. Né atti ispettivi da presentare al Parlamento nazionale come in quello regionale. Non ha detto una parola la società “Castiglione”, forse memore del milione di euro investito qualche anno fa e degli oltre 50 posti di lavoro che aveva creato con l’indotto. Parlano invece i numeri e dicono che la crisi della tonnara fissa non deve nascondere un dato importante, quello dell’aumento complessivo delle quote per la Sicilia con gli altri strumenti di cattura del tonno. Come dire, c’è anche altro oltre alla mattanza.
Tonno rosso, aumento del pescato
Ha provato a spiegarlo l’onorevole Luca Cannata (FdI): “Con il decreto del nostro ministro Lollobrigida aumentano le quote del tonno rosso in Sicilia, un traguardo importante che consentirà ai proprietari delle imbarcazioni di poter partecipare alla campagna di quest’anno con un aumento del pescato”.

