Febbre del Nilo, i consigli dei dirigenti medici - QdS

Febbre del Nilo, la morte di Momò Calascibetta e i consigli dei dirigenti medici

Febbre del Nilo, la morte di Momò Calascibetta e i consigli dei dirigenti medici

Claudia Marchetti  |
mercoledì 05 Ottobre 2022

Dopo il primo caso di “febbre del Nilo” in Sicilia, l’Azienda sanitaria di Trapani ha avviato gli opportuni approfondimenti sul cosiddetto “virus delle zanzare".

Dopo il primo caso di “febbre del Nilo” in Sicilia, l’Azienda sanitaria di Trapani ha chiamato a raccolta la stampa per ulteriori dovuti chiarimenti e approfondimenti sul cosiddetto “virus delle zanzare”.

La morte di Momò Calascibetta, artista di origine palermitana, ha destato molta preoccupazione nella popolazione trapanese e non solo.

West Nile Virus, la morte di Momò Calascibetta

Quello avvenuto a Marsala al momento, così come chiarito dai dirigenti Asp, è un “caso autoctono”. Calascibetta infatti, non aveva viaggiato negli ultimi mesi né nei continenti in cui il virus è da anni endemico, né in una delle regioni italiane in cui la malattia si è manifestata, come Veneto, Friuli o Lombardia o Sardegna.

Antonio Cacciapuoti, direttore del reparto di Rianimazione dell’ospedale di Trapani in cui il 73enne era ricoverato, ha ripercorso il quadro clinico dell’unico caso e, purtroppo, dell’unica vittima in Sicilia di “West Nile”: “Calascibetta ha iniziato a stare male alla fine di agosto, ma si pensava a una semplice influenza. Col passare del tempo, ha manifestato stati confusionali che hanno richiesto il ricovero. Il suo quadro neurologico è sembrato via via compromesso, ma TAC e risonanze non evidenziavano ictus o emorragie”.

“Il 22 settembre Calascibetta ha avuto un’insufficienza respiratoria, è stato intubato in Rianimazione e alimentato col ventilatore meccanico. Aveva una paralisi di tutti i muscoli persino quelli della respirazione, c’era un danno periferico e midollare, e ci siamo chiesti da cosa derivasse. Così è nato il nostro sospetto, poi chiarito da una professoressa del Cervello di Palermo: il nostro paziente aveva contratto una forma gravissima di virus delle zanzare”.

La morte e le indagini sulla Febbre del Nilo

L’Asp sta svolgendo una sorveglianza sugli uccelli selvatici, perché sono gli uccelli i portatori del virus che poi viene veicolato dalle zanzare giungendo sino all’uomo.

La Provincia di Trapani e in particolar modo la zona in cui viveva Calascibetta, in contrada Cutusio, nel versante nord di Marsala, è ricca di canali d’acqua stagnante e di saline. Ed è proprio qui che si sono effettuati i primi controlli: sugli uccelli migratori stranamente morti nelle saline di Marsala, Trapani e Paceco.

“Abbiamo effettuato dei prelievi ad allevamenti equini e a pollai della zona in cui viveva il pazienti, inviati all’apposito centro di Teramo. Inoltre, le zanzare vengono catturate e analizzate ogni 15 giorni dall’Istituto di Profilassi di Palermo”, ha specificato Roberto Messineo, direttore UOC Servizio Igiene Allevamenti e produzioni zootecniche.

Messineo ha spiegato come il Piano di controllo nel caso di Cutusio abbia preso in considerazione il raggio di 3 chilometri dall’abitazione del soggetto autoctono, in cui sono presenti allevamenti rurali e avicoli, equini e pollai. “Il virus non è stato riscontrato, ma abbiamo trovato anticorpi in due cavalli e in qualche pollo. I cavalli in particolare avrebbero manifestato atteggiamenti nervosi. Però questo potrebbe voler dire che il virus non è attuale ma pregresso”.

Il dirigente veterinario Giuseppe Internicola ricorda che la lotta non va fatta alle zanzare (“sarebbe una lotta impari”) ma alle larve che si annidano in caditoie e fossati.

Cosa fare? Ecco alcuni consigli dei dirigenti medici

Innanzitutto il monitoraggio assieme alle Amministrazioni comunali. “Stiamo studiando dei piani ad hoc che devono essere effettuati massimo tra marzo e aprile. Una disinfestazione mirata”, ha affermato Internicola.

“Poi l’adozione di iniziative di comunicazione immediata dei flussi alle autorità competenti nazionali e regionali e screening a chi è donatore di sangue od organi per evitare che siano infetti”, ha aggiunto il direttore dell’UOC Sanità Pubblica, Epidemiologia e Medicina Preventiva, Gaspare Canzoneri.

All’incontro sul West Nile virus erano presenti anche il commissario straordinario dell’Asp Vincenzo Spera, il direttore sanitario Carlo Gianformaggio e il direttore dell’UOC Malattie Infettive, Pietro Colletti.

Altri consigli sono i più classici “rimedi della nonna”: zanzariere in casa, repellenti, lo svuotamento dei sottovasi delle piante da giardino e delle grondaie, l’eliminazione delle acque stagnanti nelle piscine per bambini.

Il caso di Marsala non sembra l’unico, o meglio, lo è solo per la manifestazione aggressiva della malattia. A Valderice sono stati riscontrati anticorpi di West Nile su un altro soggetto, uno studente, che però ha viaggiato fuori la Sicilia, manifestando un po’ di febbre.

La rassicurazione alla popolazione arriva dal dottor Cacciapuoti: “Non c’è nessuna connessione tra chi ha una particolare reazione alla puntura di zanzara o di zecca. Il virus delle zanzare come qualsiasi virus provoca maggiori reazioni a individui fragili, con più patologie, proprio come il Covid”.

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