West Nile, prima vittima in Sicilia: si rischia nuova emergenza? - QdS

West Nile, dopo la prima vittima c’è rischio emergenza? Il parere dell’esperto

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West Nile, dopo la prima vittima c’è rischio emergenza? Il parere dell’esperto

Giuseppe Bonaccorsi  |
lunedì 03 Ottobre 2022

Il direttore del Dipartimento di Malattie infettive dell'ospedale Cannizzaro di Catania, Carmelo Iacobello, risponde alle domande sulla Febbre del Nilo dopo il primo decesso in Sicilia.

Due giorni fa a Trapani si è registrato il primo decesso da West Nile, una patologia infettiva ormai presente anche alle nostre latitudini.

Da un po’ di tempo in Europa e in particolare nelle aree a sud del continente, si stanno diffondendo focolai di malattie infettive che sino a pochi anni fa erano relegate negli emisferi asiatici o sudamericani. La West Nile è una di queste.

La vittima è – come riportato in precedenza dal Qds – Momò Calascibetta, 73 anni, artista e architetto molto conosciuto a Trapani, ricoverato a metà agosto per i sintomi della “Febbre del Nilo” e mai ripresosi sino alla crisi respiratoria che ne ha provocato il decesso”.

Possibile emergenza? “Non mi preoccuperei più di tanto”

“La Febbre del Nilo” rischia di tramutarsi in una nuova emergenza, anche se non si possono fare paragoni per diffusione e mortalità con la pandemia da Covid tuttora in corso anche se in regressione?

Lo abbiamo chiesto al direttore del Dipartimento di Malattie infettive dell’ospedale Cannizzaro di Catania, Carmelo Iacobello. “Non mi preoccuperei più di tanto per questo decesso”, ha spiegato il primario.

“La malattia principalmente può diventare mortale soltanto su soggetti altamente fragili. La mortalità da West Nile è molto rara ed è relegata quindi solo nella stretta cerchia dei soggetti anziani e molto immunodepressi che se colpiti dalla malattia possono manifestare sintomi gravi”.

West Nile, cos’è e come si trasmette il virus

Ma specificatamente cos’è il West Nile? “Si tratta di una malattia infettiva che ha avuto origine molto probabilmente nelle aree che costeggiano il fiume Nilo. E difatti una delle zone al mondo maggiormente colpite è proprio quell’area dell’Egitto. Il veicolo dell’infezione è una specifica zanzara. Laddove esistono corsi d’acqua la Febbre del Nilo può diffondersi”.

La zanzara che veicola la malattia è stanziale anche alle nostre latitudini?

“Sì. Esiste anche da noi. In passato in Italia sono stati registrati rarissimi casi di West Nile. Ora sembra che la malattia tenda a diffondersi anche in alcune aree del nostro Paese come alcune zone del centro nord. Una epidemiologia quindi è possibile anche da noi”.

Mi sembra che negli ultimi anni siano tante le segnalazioni di malattie infettive finora semi sconosciute nel nostro paese.

“Il West Nile è una delle malattie emergenti in Italia così come la Dengue, la Cikungunia, i cui agenti patogeni sono sempre la zanzara”.

Sintomi della Febbre del Nilo, dai dolori muscolari alle macchie

I sintomi quali sono?

“In prevalenza sono generici. In genere, la Febbre del Nilo appare come una sindrome influenzale, ma a differenza di una influenza la Febbre del Nilo si manifesta prevalentemente con forti dolori muscolari e antalgici e anche con linfoadenopatia e macchie sulla pelle“.

Il 73enne deceduto sembra non avesse patologie gravi…

“Sicuramente, però, era un soggetto che aveva dei fattori di rischio che lo hanno esposto a una forma grave della malattia. Di solito non si muore con la West Nile”.

Esiste una profilassi per difendersi da questa ennesima malattia infettiva?
“No. Allo stato non esiste una terapia per difendersi”.

Teme che questa malattia si possa diffondere in maniera più capillare?
“Il rischio c’è, ma trattandosi di una patologia prevalentemente stagionale adesso con l’abbassamento delle temperature il focolaio dovrebbe estinguersi. Comunque nelle aree in cui è stata riscontrata bisogna adottare una certa cautela soprattutto se si è fragili”.

Allora nessuna emergenza in vista?
“Assolutamente no. Vorrei puntualizzare, al d là del dramma vissuto da chi conosceva la vittima, che, come è sempre avvenuto, talvolta anche un’influenza può portare alcuni pazienti alla morte. Probabilmente, dopo il Covid, abbiamo tutti alzato le antenne su situazioni e patologie che sempre possono evolvere in casi mortali, ma che nella quasi totalità dei casi non rappresentano un rischio per la popolazione”.

Immagine di repertorio

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