Elezioni comunali 2012, dodici condanne e due assoluzioni per le firme false del M5s a Palermo - QdS

Elezioni comunali 2012, dodici condanne e due assoluzioni per le firme false del M5s a Palermo

Raffaella Pessina

Elezioni comunali 2012, dodici condanne e due assoluzioni per le firme false del M5s a Palermo

venerdì 10 Gennaio 2020

Tra loro vi sono attivisti ed ex deputati regionali e nazionali. Un anno all’ex La Rocca che ha collaborato con il pm: “Sentenza dimostra che non sono una bugiarda”. Processo concluso dopo quasi otto anni.

PALERMO – Dopo quasi otto anni si è concluso il processo relativo alle firme false nelle liste del M5S di Palermo in occasione dell consultazioni elettorali del 2012 per il comune di Palermo.

Il giudice monocratico di Palermo, Salvatore Flaccovio, ha condannato a pene comprese tra un anno e un anno e 10 mesi 12 tra attivisti e ex deputati regionali e nazionali e un cancelliere accusati a vario titolo di falso e violazione della legge regionale del ‘60 sulle consultazioni elettorali.
I reati contestati riguardavano la violazione del testo unico regionale in materia elettorale che richiama il Dpr 570 del 1960 che regola le competizioni elettorali. L’articolo 90 prevede il reato dell’alterazione delle liste. Alla lettura della sentenza erano presenti alcuni imputati ma non gli ex deputati. Presente anche Ugo Forello, consigliere comunale del gruppo Misto e ex grillino. Due gli assolti.

Secondo la Procura palermitana, nella notte del 3 aprile 2012, al comitato del Movimento furono ricopiate migliaia di firme per provare a rimediare a un banale errore relativo al luogo di nascita di un sottoscrittore.
Accortisi dello sbaglio, temendo di non riuscire a presentare in tempo la lista del Movimento per le Comunali, dovendo recuperare le sottoscrizioni una a una, si sarebbe provveduto a ricopiarle. Le firme false sarebbero state autenticate dal cancelliere Scarpello.
La pena più alta, un anno e dieci mesi, è stata inflitta a Samanta Busalacchi, Giulia Di Vita, Riccardo Nuti (allora candidato sindaco di Palermo), Toni Ferrara e Claudia Mannino. Un anno la condanna per gli ex deputati regionali Giorgio Ciaccio e Claudia La Rocca che ha collaborato con gli inquirenti; Alice Pantaleone, Salvatore Ippolito e Stefano Paradiso.

A un anno e sei mesi sono stati condannati l’avvocato Francesco Menallo e il cancelliere Giovanni Scarpello. Il processo sarebbe andato in prescrizione il prossimo febbraio. Assolti Riccardo Ricciardi e Pietro Salvino.
Secco il commento di Claudia La Rocca: “Adesso è chiaro che non sono una bugiarda, una pazza o una persona manipolata o che aveva preso parte a un complotto: tutto quello che mi sono sentita dire negli ultimi anni, come se questa storia non avesse leso gravemente anche me. La scelta di collaborare con la magistratura voleva ricostruire la semplice verità dei fatti, portandola alla reale dimensione di quanto accaduto, non abbiamo mai leso la volontà dei sottoscrittori e questo è chiaramente emerso durante il processo. Abbiamo fatto un errore per ingenuità e mi auguro che chi ha tirato fuori questa storia al momento opportuno per motivi personali e politici, non di certo per senso di giustizia, prima o poi provi vergogna del male causato – conclude La Rocca – Per il resto voglio chiudere questo doloroso capitolo della mia vita”.
Il pm Claudia Ferrari aveva chiesto la condanna per tutti gli imputati. La pena più alta, 2 anni e 3 mesi, era stata chiesta per il cancelliere Giovanni Scarpello e l’avvocato Francesco Menallo, mentre un anno e sei mesi, pena più lieve, era stata invocata per l’ex deputata regionale Claudia La Rocca che ha collaborato con gli inquirenti. Per tutti gli altri imputati era stata chiesta la condanna a due anni.

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