Flashmob dei lavoratori del Teatro Massimo Bellini di Catania - QdS

Flashmob dei lavoratori del Teatro Massimo Bellini di Catania

redazione

Flashmob dei lavoratori del Teatro Massimo Bellini di Catania

giovedì 17 Ottobre 2019

Masse artistiche e tecnici si sono riuniti davanti al Sangiorgi per esprimere la loro preoccupazione per la grave crisi finanziaria dell'ente. Hanno cantato "Fratelli d'Italia" chiedendo ancora una volta l'intervento del presidente della Regione Musumeci. Che non risponde

Questa mattina davanti al Teatro Sangiorgi si è svolto il flashmob dei lavoratori del Teatro Massimi Bellini di Catania, preoccupati per la grave crisi finanziaria dell’ente che rischia di compromettere il futuro del “tempio” catanese della musica.

Cantando “Fratelli d’Italia” i lavoratori si sono rivolti al presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, che aveva più volte promesso di salvare l’Ente, in crisi economica.

Lo striscione diretto a Nello Musumeci

“Presidente, bon lasciamo che la culla dell’arte ne diventi la tomba” è stato il cartello inalberato dai lavoratori del Bellini.

I mancati trasferimenti da parte della Regione siciliana e il mai veramente affrontato nodo della forma giuridica dell’Ente lirico etneo – un ente autonomo regionale – hanno messo in ginocchio quel teatro che aveva saputo portare in alto la tradizione artistica siciliana ben più del Massimo di Palermo.

I lavoratori non riescono a comprendere proprio le enormi disparità di finanziamenti tra i due teatri lirici siciliani.

E da parte del presidente della Regione Musumeci continua a esserci un assordante silenzio, come hanno sottolineato i parlamentari catanesi del M5s.

M5s, “Da Musumeci silenzio assordante”

“Un silenzio assordante, quello del governo Musumeci, sul Teatro Bellini di Catania, in grave difficoltà finanziaria. Un silenzio con il quale si continua a ignorare l’urlo di dolore di una città e le decine di appelli di musicisti, attori ed esponenti del mondo dello spettacolo”.

Lo hanno affermato in una nota i parlamentari catanesi del M5s all’Ars, alla Camera e al Senato.

“Tutto questo – prosegue la nota – è estremamente preoccupante, perché se il teatro sta vivendo l’ennesima crisi, la responsabilità è tutta in capo al governo regionale. Ed è inaccettabile e sconcertante il modo in cui il governo Musumeci sta trattando la storica istituzione culturale che è un vanto per i catanesi e per l’intera Sicilia”.

Gianina Ciancio, “L’Ars ha dato al governo disponibilità sui fondi”

“Bisogna fare le dovute distinzioni – sottolinea la deputata regionale Gianina Ciancio – perché non si dica che il parlamento siciliano è corresponsabile di questa situazione. In aula, infatti, più volte e in maniera trasversale si è data la piena disponibilità all’assessore Messina di votare il ripristino dei fondi per il teatro. Il governo regionale, per tutta risposta, ha fatto stralciare la norma nel collegato che consentiva di intervenire, facendo decadere di fatto tutti gli emendamenti”.

I parlamentari catanesi del M5s, “Disastro dell’esecutivo regionale”

“Ci stiamo muovendo su più fronti – proseguono i deputati del M5s – anche sollecitando il governo nazionale, per cercare di mettere una toppa al disastro fatto dall’esecutivo regionale, purtroppo ampiamente previsto. Tutti i portavoce catanesi, a tutti i livelli, si stanno muovendo per risolvere la situazione. Ma il governo regionale – conclude la nota – deve dire che intenzioni ha, altrimenti ogni sforzo rimarrà vano”.

Anche per Uil e Uilcom, questa è una vertenza nazionale

“Catania non si piega e non si spezza. Il Teatro Bellini deve esistere e continuare a produrre cultura, senza se e senza ma. Questa è la battaglia dell’orgoglio e dell’identità cittadina, ma è anche una vertenza di rilievo nazionale”.

Lo hanno detto Enza Meli e Gaetano Cristaldi, segretari di Uil e Uilcom Catania, condividendo la “grande preoccupazione e dolore” dai vertici della Uilcom italiana con Salvo Uglialoro e Giovanni Di Cola, che hanno manifestato “solidarietà ai lavoratori”.

Uglialoro e Di Cola hanno sottolineato come “l’assenza di una soluzione che garantisca i fondi necessari a tenere in vita un teatro storico, l’azzeramento dei contributi regionali, dovuto alla mancata approvazione della finanziaria regionale, non può essere accettabile da parte dei lavoratori e dei cittadini, non solo catanesi”.

“Inaccettabile spegnere le luci su un luogo di cultura e identità”

“Non può essere accettabile – hanno aggiunto – che nel nostro Paese si spengano le luci di un luogo che rappresenta la cultura e l’identità, un patrimonio del territorio; tanto meno che dei lavoratori rischino di perdere la propria occupazione per un intoppo istituzionale. Abbiamo cercato un’interlocuzione con le istituzioni politiche, dal Comune alla Regione, chiedendo più volte l’apertura di tavoli di confronto, senza un esito concreto”.

“La Uilcom nazionale – conclude la nota – richiama le istituzioni competenti compreso il ministero dei Beni culturali e le istituzioni nazionali, quali garanti dell’art. 9 della Costituzione che promuove lo sviluppo della cultura e tutela il patrimonio storico e artistico della Nazione, alle proprie responsabilità, per evitare la chiusura di un luogo di cultura, di storia e di lavoro quale il Teatro Bellini”.

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