Le vincite ottenute al Lotto così come quelle alle slot di ultima generazione sono soggette al prelievo fiscale.
Comunicazione aziendale
Anche la fortuna è tassata: le vincite ottenute al Lotto così come quelle alle slot di ultima generazione sono soggette al prelievo fiscale. Nella maggior parte dei casi l’aliquota viene applicata ancor prima dell’incasso ed è quindi il concessionario, in virtù della licenza ottenuta dai Monopoli di Stato, a gestire le somme da versare all’Erario. La ritenuta sulle vincite non è tuttavia la stessa per tutti i giochi: nelle prossime righe vedremo le casistiche più importanti.
La tassazione sui giochi tradizionali: Lotto, Superenalotto e Bingo
Alcuni giochi come Lotto e Superenalotto sono tassati sia alla fonte, con una percentuale della spesa complessiva che viene trattenuta dal concessionario, sia attraverso le vincite dei giocatori. Quanto incassato ad esempio tramite una schedina del SuperEnalotto o un tagliando del Gratta e Vinci è netto fino a 500 euro, mentre viene tassato del 20% per la parte eccedente degli importi superiori. Meno onerosa l’aliquota sulle schedine vincenti del Lotto (8%) e del 10eLotto (11%). Per il Bingo non c’è invece nessuna tassa aggiuntiva oltre a quella già prevista sul margine lordo a carico degli operatori (20% della differenza tra la spesa dei giocatori e i premi assegnati).
La tassazione sui giochi moderni: slot, scommesse e casino online
Passiamo ora ai giochi che stanno spopolando negli ultimi anni. Per tutti i giochi dei casinò online, compresi slot machine fisiche e digitali, giochi di carte e roulette, è prevista in Italia un’imposta unica che varia dal 15% al 25%. In altre parole l’importo vinto dal giocatore non deve essere dichiarato. Ciò vale anche per le promozioni come i free spin per le slot. Anche in caso di vincite ottenute giocando tramite questa selezione di giri gratis, ossia senza un vero esborso economico da parte dell’utente, viene applicata la medesima aliquota. Stesso discorso per quanto riguarda le slot fisiche. Le vincite ottenute nei casinò fisici italiani ed europei non sono soggette a tassazione per il giocatore.
Tassazione su vincite scommesse sportive ed ippiche
Una delle tassazioni più fluide nel settore dei giochi è quella relativa alle scommesse sportive ed ippiche. Specialmente in occasione della discussione delle manovre finanziarie i bookmaker mettono in conto un cambiamento del prelievo fiscale, anche se le cattive notizie non riguardano mai i giocatori: in caso di vincita con le scommesse non ci sarà alcuna trattenuta. Ciò vale per il betting online così come per le sala fisiche: in base alla spesa degli appassionati, è sempre a carico del titolare l’onere di versare le tasse sulle slot machines e sulle scommesse (il rischio per chi non versa è di incappare in un processo per peculato come riportato in questo articolo su un caso del 2021). Tuttavia, un maggiore prelievo fiscale colpisce a cascata anche l’utente. Per compensare il minor margine è ovvio che i concessionari ADM intervengono sulle vincite dei giocatori proponendo quote più basse per i pronostici. La vincita massima ottenibile è di 50.000 euro.
Gioco e fisco nel 2025: le vincita vanno dichiarate?
Come deve comportarsi dunque il giocatore in caso di vincita al gioco? La tassa sulla Fortuna introdotta nel 2012 ha cambiato le carte, ma nella maggior parte dei casi i giocatori non devono preoccuparsi di inserire le somme vinte nella dichiarazione dei redditi, visto che dal bottino ottenuto è stata già decurtata la percentuale relativa al prelievo fiscale. Discorso diverso per le vincite ottenute nei casinò fisici al di fuori dell’Unione Europea e nei casinò senza licenza ADM. In entrambi i casi è compito del contribuente dichiarare anche le somme ottenute al tavolo da gioco, con l’aggravante che aprire un conto su un sito illegale è un reato. Un motivo in più per divertirsi in maniera responsabile ed evitare di scommettere su portali privi di licenza dei Monopoli di Stato.