Settimo giorno di bombardamenti e guerra tra Israele e Hamas e a farne le spese sono i civili dell’area simbolo di questa nuova fase del conflitto, la Striscia di Gaza. Da diverse ore Israele ha interrotto le forniture di acqua ed elettricità, lasciando l’area – un tempo florida e fertile – al buio e sotto i bombardamenti.
“Aiuti umanitari a Gaza? Nessun interruttore elettrico rimarrà acceso, nessun idrante sarà aperto e nessun camion di carburante entrerà finché i rapiti israeliani non saranno tornati a casa. Umanitario per umanitario. E nessuno ci farà la morale”, scrive su Twitter (X) il ministro dell’Energia israeliano Israel Katz.
L’IDF (le forze di difesa israeliane) avrebbero chiesto l’evacuazione di tutti i civili israeliani dalla zona sud di Gaza “per la loro protezione e salvezza”, accusando Hamas di ingannare i cittadini incitandoli a ignorare le indicazioni di sicurezza dell’IDF.
Secondo gli ultimi dati dell’Ocha (Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli Affari umanitari), ci sarebbero già oltre 400mila sfollati nella Striscia di Gaza. Un numero cresciuto del 25% nelle ultime 24 ore e che riguarda principalmente (ma non solo) rifugiati palestinesi che già da anni vivono nel terrore e nell’atrocità della guerra. Cifre impressionanti, che rischiano di aumentare e di porre il mondo di fronte alla necessità di affrontare l’ennesima crisi umanitaria.
Gli sfollati non hanno luce, acqua, carburante, medicine, cibo… Tutti i servizi essenziali non funzionano già o comunque non saranno più attivi tra poco, compresi gli ospedali. Le stime parlano di 1400 vittime palestinesi e 1300 israeliane. Tra loro anche molti bambini, costretti a morire per una guerra pluridecennale che forse non sono neanche in grado di comprendere e dalle innumerevoli radici storiche, culturali, religiose, identitarie, economiche e geopolitiche.
La paura più grande è che la guerra tra Israele e Hamas – iniziata con gli attacchi a sorpresa del gruppo fondamentalista palestinese dello scorso sabato – possa estendersi rapidamente e andare ben oltre i confini della Striscia di Gaza. L’allerta si estende Libano, Siria e Giordania ma rimane alta in tutta l’area mediterranea.
La comunità internazionale, al momento, appare dalla parte di Israele e sostiene il suo diritto a difendersi dopo l’attacco di Hamas. Dalla parte dell’organizzazione paramilitare, però, potrebbero esserci alleati da non sottovalutare, come l’Iran.