Venti di guerra in Italia e caro benzina, primi razionamenti nei supermercati

Venti di guerra in Italia, prezzi alle stelle e primi razionamenti nei supermercati

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Venti di guerra in Italia, prezzi alle stelle e primi razionamenti nei supermercati

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venerdì 11 Marzo 2022

Guerra in Ucraina e caro carburanti, che ha portato benzina e diesel sulla soglia dei 2,3 euro al litro, stanno producendo un pericoloso effetto domino

La guerra si fa sentire anche in Italia, eccome. Il caro carburanti che ha portato benzina e diesel sulla soglia dei 2,3 euro al litro, sta producendo un pericoloso effetto domino. Lo stesso dicasi per il prezzo del gas, con una disponibilità sempre più limitata e un costo sempre più alto. Ora gli autotrasportatori minacciano nuovi fermi e il blocco dell’economia che gira su gomma.

Caos e panico in Sardegna, è corsa ai rifornimenti

La situazione di allerta sta portando molti consumatori ad approvvigionamenti incontrollati e (almeno per il momento) ingiustificati.  In alcune aree del Nord della Sardegna la psicosi ha avuto il sopravvento sul buonsenso. Negli ultimi giorni si è diffusa la voce (infondata) di uno sciopero di 15 giorni degli autotrasportatori. Fonte ignota, nessun riscontro: fake news.

Ma questo è bastato per scatenare il caos: in diversi supermercati di Sassari, e non solo, si sono verificate file interminabili di clienti e carrelli traboccanti di confezioni d’acqua e generi di prima necessità.  

A Firenze Unicoop mette un limite agli acquisti

La stessa cosa è avvenuta a Firenze e così Unicoop è corsa ai ripari: “Unicoop Firenze comunica che al momento non emerge alcun rischio relativo alla mancanza di prodotti nei propri supermercati a causa della guerra in corso in Ucraina. Tuttavia, alla luce di diversi episodi di accaparramento che si sono verificati nei punti vendita Coop.fi da parte di alcuni operatori commerciali, la Cooperativa ha deciso di mettere un limite all’acquisto di 4 pezzi per carta socio per olio di semi di girasole, farina e zucchero (Prodotti cioè che arrivano dalle zone interessate dal conflitto). Prodotti di largo consumo quotidiano”, si legge in una nota diffusa da Unicoop.

L’allarme di Coldiretti

Anche la Coldiretti, del resto, ha certificato la difficile situazione. Aumentano dell’8,6% i prezzi di produzione dell’industria alimentare sul mercato interno in Italia per effetto dei rincari energetici e del balzo delle quotazioni delle materie prime provenienti dall’estero. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi al mese di gennaio rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

Per il balzo dei costi energetici l’agricoltura deve pagare una bolletta aggiuntiva di almeno 8 miliardi su base annua, rispetto all’anno precedente, che mette a rischio coltivazioni, allevamenti, e industria di trasformazione nazionale ma anche gli approvvigionamenti alimentari di 5 milioni di italiani che si trovano in una situazione di indigenza economica.  Si è verificato – sottolinea la Coldiretti – un balzo medio di almeno 1/3 per i costi di produzione dell’agricoltura a causa degli effetti diretti ed indiretti delle quotazioni energetiche.

Putin e la minaccia dell’inflazione alimentare globale

E ora, si aggiunge anche la minaccia di Putin di una inflazione alimentare globale per effetto dello stop al commercio di fertilizzanti necessari in agricoltura per garantire la crescita delle colture, come ritorsione alle sanzioni degli Usa e dei leader Ue. Uno stop che riguarderebbe direttamente l’Italia che ne importa per quasi 140 milioni di euro da Ucraina, Russia e Bielorussia.

Una situazione preoccupante per l’Italia che ha bisogno di aumentare la produzione agricola in un momento in cui si registrano i primi razionamenti sugli scaffali per olio di semi di girasole, farina e zucchero che rischiano di essere amplificati dallo sciopero degli autotrasportatori per il caro carburanti e gasolio mentre nelle stalle gli allevatori per il caro mangimi sono stati costretti, secondo la Coldiretti, a tagliare fino al 10% le razioni per l’alimentazione degli animali con un calo della produzione di latte, carne e uova. Un effetto domino preoccupante, legato alla guerra in Ucraina. E a cui è difficile trovare una soluzione, almeno in tempi brevi.

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