Il consiglio comunale di Palermo occupato, perchè e cosa sta succedendo - QdS

Il consiglio comunale di Palermo occupato, perchè e cosa sta succedendo

web-la

Il consiglio comunale di Palermo occupato, perchè e cosa sta succedendo

web-la |
domenica 14 Novembre 2021

Un tiramolla paralizzante. È quanto sta avvenendo al consiglio comunale di Palermo a causa della mancata votazione del programma triennale delle opere pubbliche, quello 2020-2022

Un tiramolla paralizzante. È quanto sta avvenendo al consiglio comunale di Palermo a causa della mancata votazione del programma triennale delle opere pubbliche, quello 2020-2022: ancora al palo, da 8 mesi e con lo spettro incombente della perdita di ingenti risorse già assegnate a interventi strategici per il presente e il futuro di Palermo.

A cui, come se non bastasse, si aggiunge la prospettiva di una responsabilità da danno erariale per il Comune.  Uno stallo che alimenta la protesta di 10 consiglieri di Avanti Insieme, Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Sinistra Comune, sfociata lo scorso giovedì nella decisione di occupare la Sala delle Lapidi di Palazzo delle Aquile fino alla mattina di sabato, quando questi gruppi consiliari hanno indetto un’assemblea cittadina a Piazza Pretoria per chiarire ai cittadini le ragioni del gesto e ribadire l’assoluta urgenza di approvare questo fondamentale atto amministrativo.

“Torrenziale è stata finora la quantità di verifiche e emendamenti richiesti dalla coalizione maggioritaria di centro-destra. Fino ai loro ultimi ripetuti abbandoni in blocco dell’aula che, determinando la caduta del numero legale, hanno così confermato l’attuale impossibilità di trovare una ‘quadra’ attraverso il necessario confronto politico”, lamentano. Il rischio è, appunto, pesante. C’è una dote di almeno 350milioni di euro, composta da fondi extra comunali già stanziati, europei e ministeriali, con cui l’amministrazione dovrebbe dare il via a opere già progettate. Ma che, senza l’approvazione in tempi stretti dello strumento di programmazione comunale, potrebbero volatizzarsi perché non si farebbe in tempo a indire le gare per assegnare i lavori entro la fine dell’anno. Su tutti, per dimensioni e livello tecnologico, quelli per le nuove linee del tram. Ma anche tanti altri interventi destinati a incidere sulle innumerevoli problematiche legate alla qualità della vita nel capoluogo siciliano.

Una situazione che venerdì ha
confermato l’ennesimo nulla di fatto nell’iter d’approvazione di un piano
triennale che a Sala delle Lapidi non si riesce a approvare da aprile. Più in
dettaglio, il primo passaggio riguarda l’annualità 2020 dello strumento di
programmazione comunale. Votarla è un passaggio fondamentale per mandare a
bando i progetti che vi sono elencati. Ovvero un fitto ventaglio di opere che
vanno da quelle per rendere efficiente l’illuminazione nel quadrante nord di
Palermo (operazione da circa 40 milioni di euro) a interventi per la
manutenzione di edifici scolastici e la destinazione di immobili a usi sociali,
passando, tra i tanti altri progetti, per i lavori nelle borgate marinare, con
interventi già finanziati per la costiera dell’Addaura e la riqualificazione
del lungomare di Barcarello.

Questo nodo ne provocherebbe un
altro. L’approvazione del piano 2020-2022, tra l’altro auspicata dall’Ance e da
altre organizzazioni categoriali, è infatti condizionale a quella del piano
triennale 2021-2023. E ciò – sottolineano i consiglieri protestatari – mette a
rischio anche tutti i fondi ex Gescal per l’assegnazione di case popolari (nei
quartieri di San Filippo Neri, Sperone e Borgo Nuovo), nonché i 90 milioni
destinati al centro storico dal CIS, il Contratto istituzionale di sviluppo. A
cui si aggiungono i molti altri progetti che, come sottolinea la dichiarazione
della Giunta comunale di un mese fa, devono individuare il contraente finale
entro il 31 dicembre del 2022.  Una situazione che potrebbe vanificare le
prospettive di occupazione lavorativa e di sviluppo economico per il capoluogo
siciliano.

Questione dirimente nello strumento con cui il Comune individua e destina
risorse a grandi opere, è quella dei nuovi percorsi del tram: in particolare la
linea A, che dovrebbe interessare il cuore di
Palermo, via Libertà inclusa. Progetto, questo, che cozza contro il muro del
centro destra, la cui coalizione – come ha recentemente dichiarato anche il
capogruppo della Lega Igor Gelarda – conferma comunque un generale favore verso
piani di mobilità sostenibile, a condizione di non arrecare danni irreversibili
alla città.

Il tempo però scorre e non votare il programma triennale può voler dire di
arrivare a perderli, quei finanziamenti.

Bersaglio delle rimostranze dei
consiglieri ‘occupanti’ è la fitta serie di ‘se’ e di ‘ma’ posta dalla loro
controparte alla discussione del piano: “tra le tante richieste, quella della
presenza del sindaco in aula, peraltro da noi condivisa; ma anche quella,
paradossale, di audire i Rup di ciascuno dei tanti progetti compresi nel
programma”- dice Rosario Arcoleo, capogrupo Pd al consiglio comunale.

Una strategia d’aula che, a
detta dei consiglieri protestatari, costituirebbe una ripicca politica, in
risposta anche al recente rapporto del capoarea dell’ufficio Pianificazione
Urbanistica del comune di Palermo, reso noto qualche giorno dopo il deposito
dell’emendamento che prevede lo stralcio della linea A. Secondo la relazione,
anche un piccola modifica al progetto di ampliamento del sistema tramviario
palermitano (che ha già ottenuto i necessari pareri favorevoli) comporterebbe
la perdita di tutti i fondi. Oltre all’ulteriore rischio – sottolineano i
consiglieri di centro-sinistra – di esporre il Comune a una responsabilità per
danno erariale, legata ai 19 milioni di euro già erogati dal ministero delle
infrastrutture per la progettazione dei nuovi percorsi ferrati.

“All’opposizione di
centro-destra chiediamo chiarezza – reclama il consigliere di Avanti Insieme,
Massimiliano Giaconia – Dicano alla città se vogliono bocciare del tutto il
piano triennale, oppure votarlo stralciando la parte relativa alla linea del
tram”. Scelta, questa, che – continua Giaconia – “risulterebbe estremamente
dannosa per Palermo, il cui sistema tramviario ancora parziale sarebbe
destinato a restare monco per chissà quanto tempo, col risultato di vedere
compromesso il suo pur complicato iter verso una mobilità urbana che nel giro
di qualche anno potrà combinare tram e metro”.

Non ricorre a giri di parole Fausto
Melluso, consigliere di Sinistra Comune: “Si sta trattando di vero e proprio
ostruzionismo politico, di cui i colleghi di centro-destra, parte maggioritaria
di quest’aula, dimostrano di non volersi neanche assumere la responsabilità –
lamenta – Da una parte dichiarano di voler discutere e per approvare l’atto, ma
al dunque abbandonano l’aula. Il piano delle opere pubbliche è un atto
superiore a ogni ragione di appartenenza politica e il non votarlo si
ripercuoterà sulla qualità della vita dell’intera cittadinanza”. Per questo –
spiega – “abbiamo voluto assumere una posizione netta per denunciare l’attuale
situazione. Con il solo intento di sbloccare la trattazione in consiglio
comunale del piano triennale al più presto”.

L’assemblea cittadina di sabato
si è conclusa con la richiesta della convocazione urgente del consiglio. L’appuntamento
è per la giornata di lunedì: “Se non otterremo segnali – conclude il
consigliere M5S Antonino Randazzo – siamo pronti a occupare di nuovo l’aula
consiliare. E a chiamare a raccolta i cittadini e le forze organizzate che ci sostengono
in questa denuncia”.

                                                       
Antonio Schembri

Tag:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017