Imprese, nel primo trimestre quelle artigiane arrancano - QdS

Imprese, nel primo trimestre quelle artigiane arrancano

Serena Giovanna Grasso

Imprese, nel primo trimestre quelle artigiane arrancano

venerdì 17 Maggio 2019

Unioncamere: tra gennaio e marzo 2019 in Sicilia sono state osservate 988 iscrizioni e 1.591 cessazioni (-603). Messina, Trapani e Catania sono le tre province siciliane in cui si registra il saldo negativo più sostenuto

PALERMO – Il 2019 comincia in salita per le imprese italiane. Secondo i dati diffusi da Unioncamere, il primo trimestre dell’anno si chiude con un saldo negativo pari a -21.659 imprese, frutto della differenza tra iscrizioni (114.410) e cessazioni (136.069). In generale, il primo trimestre di ogni anno presenta con una certa regolarità saldi negativi. Ciò per via del concentrarsi alla fine dell’anno di un numero elevato di cessazioni di attività, il cui riflesso si registra negli archivi camerali nelle prime settimane del nuovo anno.

Fatta questa premessa, dobbiamo purtroppo rilevare un decremento superiore rispetto a quelli registrati negli scorsi anni: infatti, un saldo tanto negativo non si vedeva dal 2014 (-24.490); basti pensare che solo nello stesso periodo del 2018 la differenza, pur sempre negativa, era pari a 15.401.

In Sicilia il saldo è quasi nullo: infatti, nella nostra regione si contano 7.895 nuove iscrizioni, contro le 7.873 cessazioni (+22). Palermo, Siracusa ed Enna sono le tre province siciliane in cui è possibile osservare un generale saldo positivo (rispettivamente +423, +339 e +26). Mentre ad Agrigento (-9), Catania (-44), Caltanissetta (-57), Ragusa (-120), Messina (-203) e Trapani (-272) è possibile rilevare tendenze negative.

Le aziende siciliane complessivamente iscritte al registro delle imprese al 31 marzo sono 464.397. Quello siciliano è il secondo miglior saldo osservato a livello nazionale: infatti, l’unica altra regione in cui è possibile osservare un saldo positivo è il Lazio (+716). In tutte le altre regioni i saldi sono negativi ed oscillano tra il -95 della Valle d’Aosta e il -3.372 della Lombardia.

Purtroppo però se ci soffermiamo su un dettaglio della nostra fotografia, le imprese artigiane, lo scenario appena descritto si ribalta. Infatti, circa la metà del saldo negativo presentato è rappresentata dalle imprese artigiane (-10.473). Stavolta la Sicilia registra un importante saldo negativo: infatti, le 988 iscrizioni effettuate nei primi tre mesi dell’anno in corso non riescono a compensare le 1.591 cessazioni (-603). Questo siciliano è il settimo saldo negativo maggiormente consistente osservato a livello nazionale: risultati più gravosi si osservano in Lombardia (-1.590), Emilia Romagna (-1.056), Piemonte (-1.040), Veneto (-947), Toscana (-749) e Puglia (-730).

Messina, Trapani e Catania sono le tre province siciliane in cui si registra il saldo negativo maggiormente sostenuto di imprese artigiane (rispettivamente -127, -114 e -110). A seguire troviamo Palermo (-65), Ragusa (-57), Caltanissetta (-57), Enna (-38), Siracusa (-32) e Agrigento (-1). In generale, tutte le province italiane in tale comparto hanno registrato un saldo negativo, con le uniche eccezioni di Caserta e Bolzano (entrambe +13).

Tra i settori, in termini assoluti i saldi negativi più pesanti nel complesso delle imprese si registrano nel commercio (-12.351, il 58% del saldo totale del trimestre), in agricoltura (-7.295 unità, ma va detto che si tratta di una tendenza di fondo che prosegue da anni), nelle costruzioni (-4.380) e nelle attività manifatturiere (-3.746). Col segno positivo chiudono, invece, le attività immobiliari, quelle professionali e i servizi alle imprese che, insieme, crescono di 787 unità.

Saldo positivo anche per le attività professionali, scientifiche e tecniche (663 imprese in più), istruzione (+156) e sanità e assistenza sociale (+155). Vero e proprio “boom”, infine, per il comparto del noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese: nel trimestre, il bilancio tra aperture e chiusure è stato positivo per 1.222 unità in più.

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