In Sicilia previste 15.400 assunzioni a luglio. Oltre un terzo meno sul 2019 (-35,1%) - QdS

In Sicilia previste 15.400 assunzioni a luglio. Oltre un terzo meno sul 2019 (-35,1%)

Serena Grasso

In Sicilia previste 15.400 assunzioni a luglio. Oltre un terzo meno sul 2019 (-35,1%)

venerdì 17 Luglio 2020

Unioncamere: 22% dei profili professionali ricercati di difficile reperimento per mancanza di competenze. Lombardia (-48,7%) e Piemonte (-48,6%) scontano le contrazioni più sostenute in Italia

PALERMO – Ammontano a quota 15.400 le nuove assunzioni previste per il mese di luglio in Sicilia. Secondo le stime contenute all’interno del bollettino del sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal (Agenzia nazionale politiche attive lavoro), si tratterebbe di un valore di oltre un terzo inferiore rispetto a quello registrato nello stesso periodo dell’anno scorso (esattamente -35,1%). Complice la difficile situazione determinata dall’emergenza sanitaria da coronavirus, l’Isola non è di certo l’unica regione ad aver subito la riduzione delle nuove entrate.

Infatti, il decremento è generalizzato e riguarda indistintamente tutte le venti regioni italiane. Basti pensare che la riduzione media osservata a livello nazionale si attesta sul -38,6%. In particolare, sono le regioni settentrionali a scontare la contrazione più marcata: nel dettaglio, troviamo la Lombardia, regione in cui si stimano 40.450 nuove entrate, ben il 48,7% in meno rispetto a quanto registrato durante lo stesso periodo dello scorso anno, e il Piemonte, dove sono previste 14.540 nuove assunzioni, pari al 48,6% in meno di luglio 2019. Male anche in Liguria (-46,6%), Valle d’Aosta (-49,7%) e Marche (-41,8%). Le riduzioni più contenute si osservano in Trentino Alto Adige (previste 13.660 nuove assunzioni, pari al 19,1% in meno).

Complessivamente a livello nazionale si stima ammontino a 263 mila le nuove assunzioni previste dalle imprese per il mese di luglio. Le figure professionali più richieste in questo periodo riguardano innanzitutto le attività commerciali e del turismo a partire dagli addetti nelle attività di ristorazione (circa 57mila), dal personale non qualificato nei servizi di pulizia (circa 34mila) e dagli addetti alle vendite (oltre 20 mila).

I contratti proposti dalle imprese a luglio sono prevalentemente contratti a termine, tipologia che cresce di 3 punti percentuali rispetto al 2019 (59,5%, contro 56,3% del 2019). Parallelamente in questa fase diminuiscono i contratti a tempo indeterminato (17%, contro 20,2%). Leggero incremento per i contratti di apprendistato (5,4%, +0,3 punti), mentre diminuisce la previsione per i contratti di somministrazione (8,4%, -1,4 punti).

Anche in questo periodo di crisi economica si registrano difficoltà di reperimento: in particolare, in Sicilia è di difficile reperimento quasi un’assunzione su quattro (esattamente il 22,3% del totale, contro una media nazionale pari al 26,8%). Maggiori difficoltà di reperimento si osservano in Trentino Alto Adige (35,3%), Valle d’Aosta (34,5%), Friuli Venezia Giulia (34,7%) e Umbria (34,7%). Le figure professionali più difficili da reperire sono rappresentate dagli operai specializzati (in particolare, operai e artigiani nel settore delle costruzioni, fonditori e saldatori, meccanici e montatori) e dai tecnici (soprattutto tecnici informatici, tecnici della sanità, tecnici dei rapporti con i mercati). In questi casi, la mancata corrispondenza tra domanda ed offerta è qualitativa e riguarda soprattutto competenze ed esperienza, con radici nel mancato collegamento tra sistema formativo e imprese oltre che nelle carenze dell’orientamento e dei servizi per il lavoro.

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