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Incendi, sulle Madonie autobotte ferma da 10 giorni per problema con l’olio: “Così è difficile lavorare”

Incendi, sulle Madonie autobotte ferma da 10 giorni per problema con l’olio: “Così è difficile lavorare”
Forestale – Mezzi anti incendio – Credits filippos sdralias_Unsplash

L’ultimo paradosso legato al lavoro delle squadre antincendio siciliane: milioni spesi per nuove autobotti e un mezzo importante fermo per un problema di poco conto.

Da un lato gli investimenti milionari per comprare autobotti, dall’altro la difficoltà a risolvere in tempi celeri problemi per cui basterebbe un meccanico appena discreto. L’ultimo paradosso della Regione Siciliana è legato al lavoro delle squadre antincendio.

Anche quest’anno si è deciso di anticipare a maggio la campagna di contrasto via terra dei roghi, mentre i primi elicotteri privati sono comparsi nelle basi già a partire da gennaio. L’intento è chiaro: evitare di replicare situazioni drammatiche come quelle registratesi nel 2023, quando nel giro di pochi mesi diverse persone morirono a causa del fuoco.

Per riuscirci, il governo Schifani ha varato l’acquisto di ulteriori mezzi da destinare agli operai stagionali dislocati nei vari distaccamenti gestiti dal Corpo forestale. Da qui al 2028 dovrebbero essere spesi circa 29 milioni di euro, che andranno ad aggiungersi agli oltre 20 stanziati negli anni scorsi dal governo Musumeci per rifare il parco macchine.

Date le cifre in ballo, verrebbe da pensare che, dopo anni di carenze e lamentele, la situazione per chi si trova a contrastare le fiamme da vicino sia finalmente migliorata. Eppure pare non essere così, come dimostra la storia che arriva dal cuore delle Madonie.

Autobotti antincendio, il caso dell’olio sbagliato

Protagonisti della sventura che ha del tragicomico sono i componenti di una delle squadre antincendio che operano nei centri montani del Palermitano, tra Petralia Sottana, Petralia Soprana e Gangi. Il gruppo formato da sei forestali da una decina di giorni fa i conti con l’impossibilità di utilizzare un’autobotte dotata di serbatoio da quattromila litri, a causa di un malfunzionamento.

Il mezzo – stando a quanto ricostruito dal Quotidiano di Sicilia – è stato messo a disposizione della squadra a metà giugno, in concomitanza con l’assunzione degli operai che hanno diritto, per contratto, a svolgere 101 giornate l’anno. Ma è subito finito ai box.

Dopo il primo utilizzo, infatti, ha dato segni di malfunzionamento fino a portare gli operai a rinunciarvi. Da lì sono partite le segnalazioni all’Ispettorato, che ha il compito di risolvere il problema. Ad oggi, però, nulla è cambiato. E c’è di più. Stando a quanto trapela dalla Regione, all’origine del guasto ci sarebbe stato un errore nella messa a punto dell’autobotte: nello specifico, sarebbe stata sbagliata la tipologia di olio. Un errore che – al di là della gaffe – potrebbe comunque essere risolto tornando in officina.

Intanto, nell’attesa di avere novità, alla squadra di operai non resta che muoversi con un solo mezzo da mille litri. Praticamente nulla in caso di un incendio di vaste proporzioni.

La replica della dirigente

“Se il fatto è stato segnalato all’Ispettorato, ritengo che la questione sia già all’attenzione degli uffici e si stia lavorando per risolverla nel più breve tempo possibile. In ogni caso, mi farò carico di verificare direttamente con i responsabili”. Replica così la dirigente generale del Comando del Corpo forestale, Dorotea Di Piazza, alla richiesta di chiarimenti sulla vicenda dell’autobotte guasta.

Non è la prima volta che la Regione si trova nella posizione di gestire polemiche legate allo stato dei mezzi affidati alle squadre antincendio. L’anno scorso, alcune critiche erano state rivolte dagli stessi stagionali nei confronti dei nuovi mezzi comprati. In quella circostanza a essere messi in dubbio furono i requisiti tecnici delle autobotti e degli auto-cabinati ritenuti non adeguati agli interventi fuoristrada.

Equipaggiamento

Alle criticità di natura meccanica, c’è chi ne aggiunge alcune che tirano in ballo l’equipaggiamento e la dotazione di dispositivi di protezione individuali per gli operai. Anche in questo caso si tratta di settori su cui nel recente passato la Regione ha investito importanti risorse finanziarie. Ma le lamentele non mancano: “Uno di noi è rimasto per settimane in attesa di ricevere gli stivali, nonostante fosse stato assunto non poteva concretamente lavorare. Così è difficile andare avanti”, commenta uno degli stagionali chiedendo di rimanere anonimo.

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Foto di repertorio, di Filippos Sdralias su Unsplash