Incendio lungomare di Catania, arrestato il titolare e un complice

Incendio bar sul lungomare di Catania, la svolta nelle indagini: arrestato il titolare e un complice

Incendio bar sul lungomare di Catania, la svolta nelle indagini: arrestato il titolare e un complice

Redazione  |
domenica 26 Maggio 2024

I due hanno innescato il rogo e un'esplosione violentissima, che ha comportato il loro ferimento e la compromissione della stabilità dell'edificio.

La polizia ha arrestato il titolare del bar luogo dell’incendio scoppiato il 2 aprile scorso sul lungomare Ognina di Catania. Alessandro Leone, 42 anni, è indagato per incendio doloso, fabbricazione, detenzione e porto in luogo pubblico o aperto al pubblico di congegni micidiali aggravati.

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Stessi reati contestati a un suo presunto complice, Antonio Russo, 40 anni, anche lui arrestato dalla Squadra mobile della questura in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip su richiesta della procura.

La dinamica dell’incendio sul lungomare di Catania

Un altro rogo aveva già danneggiato il locale nel novembre 2023, sviluppatosi per cause non chiarite. Nell’incendio dello scorso aprile sul lungomare di Catania i due sarebbero rimasti ustionati e per questo si sarebbero recati per farsi medicare in due diversi ospedali.

Grazie all’analisi dei filmati dei sistemi di videosorveglianza della zona e alle testimonianze delle persone presenti al momento dell’esplosione la polizia avrebbe consolidato il quadro indiziario, permettendo di delineare i presunti ruoli e il contributo contestati ai due indagati.

Secondo l’accusa, il 42enne quella notte avrebbe acquistato della benzina in un rifornimento vicino casa e poi si sarebbe incontrato con il 40enne. I due poi si sarebbero recati al bar per innescare l’incendio utilizzando delle bottigliette molotov artigianali, procurando un’esplosione di potenza tale da comportare il loro ferimento e da compromettere la stabilità dell’edificio oltre che a distruggere gli arredi e a mandare in frantumi le vetrate.

La Squadra mobile durante una perquisizione ha trovato nell’auto del 42enne strumenti e oggetti impiegati per l’esecuzione del progetto: due imbuti, un rotolone di carta per asciugare, frammenti di guanti in lattice, scontrino del distributore di carburante e un detergente per tessuti. Nell’inchiesta è indagato per favoreggiamento personale un ausiliario di 39 anni, dipendente di una ditta incaricata dei servizi di pulizia nell’ospedale dove era ricoverato il 42enne. Questi lo avrebbe avvisato della presenza di microspie all’interno del reparto di degenza del nosocomio. Per lui il gip ha disposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza.

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