Promette la “massima collaborazione” con gli inquirenti e si dice sereno l’ex presidente della Regione Siciliana Salvatore Cuffaro, indagato assieme ad altre 17 persone nell’ambito di un’inchiesta per associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione.
Inchiesta corruzione, indagato Toto Cuffaro: la replica dell’ex presidente della Regione
In una nota, il segretario della DC ed ex presidente della Regione commenta l’indagine a suo carico con queste parole: “Stamani mi hanno notificato un avviso di garanzia e hanno effettuato perquisizioni nella mia abitazione e in ufficio. Ho fornito ai carabinieri la massima collaborazione e sono sereno, rispetto ai fatti che mi sono stati contestati, per alcuni dei quali non conosco né le vicende né le persone. Sono fiducioso nel lavoro degli organi inquirenti e pronto a chiarire la mia posizione”.
Le accuse al politico
Toto Cuffaro – assieme al deputato di Noi moderati Saverio Romano e ad altre 16 persone (Vito Raso, lo storico segretario di Cuffaro, Carmelo Pace, deputato regionale della Dc, Roberto Colletti, ex manager di Villa Sofia, Antonio Abbonato, Ferdinando Aiello, Paolo Bordonaro, Alessandro Mario Caltagirone, Marco Dammone, Giuseppa Di Mauro, Vito Fazzino, Antonio Iacono, Mauro Marchese, Sergio Mazzola, Paolo Emilio Russo, Giovani Tomasino e Alessandro Vetro) – è indagato nell’ambito di un’inchiesta su presunti appalti pilotati (ne abbiamo parlato qui).
Le accuse sono, a vario titolo, di associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione. Per Cuffaro – come per Romano e per l’ex segretario Vito Raso – sono stati richiesti gli arresti domiciliari. All’ex presidente della Regione è arrivato anche un decreto di perquisizione da parte dei carabinieri del Ros. “Le perquisizioni – si legge nel comunicato firmato dal procuratore Maurizio de Lucia – sono state disposte al fine di evitare la dispersione delle prove a seguito della discovery delle indagini imposta dalla notifica dell’invito a rendere interrogatorio cosiddetto preventivo a seguito della richiesta di applicazione di misura cautelare avanzata nei confronti degli indagati”.
Si ricorda che per gli indagati sussiste il principio di presunzione d’innocenza fino a eventuale sentenza di condanna.
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